In Italia mancano infermieri: la polemica sui titoli di studio
Mentre l'Europa investe sulla formazione degli infermieri, l'Italia resta indietro: le richieste del Sindacato delle Professioni Sanitarie
Il settore della sanità in Italia sta affrontando diverse problematiche a partire dagli ospedali da ristrutturare e modernizzare fino al burnout di medici e infermieri sovraccarichi di lavoro e costretti a fare turni estenuanti. Proprio per quanto riguarda i paramedici, il sindacato delle Professioni Sanitarie COINA ha lanciato l’allarme: la carenza di infermieri nella sanità italiana è una bomba a orologeria destinata da tempo ad esplodere, ma rappresenta, sia chiaro, anche un grave deficit nel resto d’Europa.
L’allarme del Sindacato delle Professioni Sanitarie
COINA ha diffuso un comunicato in cui vengono citati i dati di Eurostat 2024 che evidenziano come la professione infermieristica sia la più richiesta in Europa. Per il sindacato, gli infermieri sono i più cercati proprio perché mancano all’appello. In Italia, però, la crisi legata alla voragine di professionisti sanitari sarebbe ormai una realtà di portata tale da non poter essere più ignorata.
“Il nostro sistema sanitario è sull’orlo del collasso – ha spiegato Marco Ceccarelli, Segretario Nazionale di COINA – e l’Italia rischia di essere travolta da una crisi infermieristica senza precedenti se non interviene subito. Le altre nazioni europee stanno facendo sul serio: incrementano salari, investono nella formazione, attuano piani concreti per arginare la fuga di professionisti, mettono in atto politiche attrattive per attrarre eccellenze da altri Paesi, come accade con i nostri infermieri italiani ambitissimi nel Vecchio Continente. Noi, invece, ci ritroviamo tristemente fermi al palo, ricercando soluzioni improvvisate e tappabuchi”.
La polemica sulla formazione degli infermieri in Italia
Il sindacato ha evidenziato che la Commissione Europea ha investito 1,3 milioni di euro nel progetto Nursing Action per sostenere gli Stati membri nell’attrarre e formare infermieri. I Paesi più proattivi, come Regno Unito, Germania, Francia e Spagna, hanno messo in atto incrementi salariali per gli infermieri tra il 15% e il 20%, insieme a programmi mirati per il benessere psico-fisico degli operatori. La Spagna ha addirittura avviato incentivi per il rientro degli infermieri emigrati all’estero. Niente di tutto ciò è invece stato fatto dall’Italia.
“Siamo alla disperazione vera e propria: mentre gli altri Paesi danno chiari segnali di vita, l’Italia resta inerme. Si parla tanto di ‘carenza di personale’, ma le soluzioni concrete almeno da noi sono un miraggio”, ha detto Ceccarelli. “La politica sanitaria italiana – ha continuato – non può continuare a ignorare questa emergenza. Non possiamo più accettare soluzioni temporanee o improvvisate. È tempo di investire sul serio nella professione infermieristica, o assisteremo al crollo del nostro sistema sanitario”.
COINA ha avvisato su quanto il tentativo di adottare soluzioni facili come l’uso di personale non qualificato in compiti che richiedono competenza specifica o di figure ibride e surrogate come l’assistente infermiere oppure l’ingaggio di professionisti da Paesi come India e Sudamerica sian controproducente con la conseguenza di rendere ancora più profonda la crisi del settore.
“Un corso di formazione di poche settimane di lingua italiana – ha sottolineato il Segretario Nazionale di COINA – non può consentire a un professionista straniero di poter lavorare in un sistema sanitario complesso come il nostro. Eppure, in Italia, si continua a fare finta che queste scorciatoie possano risolvere un problema che richiede interventi strutturali. È inaccettabile che il recente Decreto Flussi, con la concessione di deroga sui titoli di studio, consenta a professionisti sanitari provenienti da Paesi extra UE di esercitare senza il rispetto degli standard richiesti nel nostro Paese. La qualità delle cure, che è il cuore del nostro sistema sanitario, non può essere compromessa da simili approssimazioni”.
Le richieste per rilanciare la professione infermieristica
Per risolvere il problema della carenza d’infermieri in Italia, il sindacato delle Professioni Sanitarie ha chiesto quindi riforme che valorizzino i paramedici e rilancino la professione nel nostro Paese. COINA ha indicato anche dei punti da cui partire per attrarre i giovani e promuovere gli studi d’infermieristica:
• Incremento salariale per allineare gli stipendi degli infermieri italiani alla media europea e renderli competitivi.
• Piani di incentivazione per trattenere i professionisti e fermare l’esodo verso Paesi che offrono condizioni migliori.
• Aumento dei posti nei corsi di laurea in infermieristica e maggiore accessibilità attraverso borse di studio.
• Miglioramento delle condizioni di lavoro, con un’attenzione particolare al benessere psicofisico degli operatori e alla riduzione dei carichi di lavoro insostenibili.
• Rilancio della sanità territoriale per snellire il carico degli ospedali e frenare la piaga delle aggressioni legata al caos dei reparti di emergenza urgenza che esaspera i cittadini.