Salta al contenuto
lavoro iStock

Quali sono le professioni da "lavoro assicurato" dopo la laurea

Ecco quali sono le professioni da "lavoro assicurato" dopo la laurea: i dati del XXVII rapporto del AlmaLaurea sull'occupazione dei laureati in Italia

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

La scelta del percorso universitario rappresenta una delle decisioni più importanti nella vita di un giovane, avendo un impatto significativo sulle future opportunità professionali. In un mercato del lavoro in continua evoluzione, orientarsi tra le diverse facoltà diventa una vera e propria impresa. Anche per questo, il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea fornisce annualmente un quadro dettagliato della condizione occupazionale dei laureati. Il XXVII rapporto annuale di AlmaLaurea, presentato il 10 giugno 2025 all’Università di Brescia, ha messo in luce un settore che, ancora una volta, si conferma come il più promettente in termini di sbocchi lavorativi dopo l’università. Ma quali sono le professioni da “lavoro assicurato” dopo la laurea?

Quali sono le professioni che assicurano più opportunità dopo la laurea

Le professioni sanitarie si confermano come il gruppo disciplinare con il più alto tasso di occupazione post-laurea in Italia. A rivelarlo è Angelo Mastrillo, docente in Organizzazione delle professioni sanitarie all’Università di Bologna, che ha rielaborato i dati del XXVII rapporto di AlmaLaurea per Quotidiano Sanità.

I dati relativi ai 16.977 laureati di primo livello delle 22 professioni sanitarie nell’anno 2023 sono particolarmente rilevanti. Su 11.456 laureati che hanno risposto all’indagine (pari al 67% del totale), si è registrato un sensibile aumento della quota di occupati ad un anno dal conseguimento del titolo, che ha raggiunto l’84,8%. Questo dato rappresenta un incremento di ben otto punti percentuali rispetto al 76,8% rilevato l’anno precedente (2022), confermando il primato assoluto di questo settore.

L’andamento positivo non si limita alle professioni sanitarie, ma si estende a tutti i 16 gruppi disciplinari analizzati da AlmaLaurea, con un incremento medio della quota di occupati pari a +6,1 punti percentuali, passando dal 38,5% al 44,6%. Tuttavia, l’incremento nelle professioni sanitarie è nettamente superiore alla media generale, evidenziando una robustezza e una domanda di personale che le rende uniche nel panorama universitario italiano.

L’aumento dell’occupazione si rileva in tutte e quattro le aree. Nel dettaglio:

  • l’area Infermieristica e Ostetrica ha visto un aumento di +7,4 punti percentuali, passando dal 77,7% all’85,1%;
  • le professioni della Riabilitazione hanno registrato un incremento ancora più marcato, con +9,3 punti percentuali, dal 77,1% all’86,4%;
  • l’area Tecnica è cresciuta di +8,1 punti percentuali, dal 73,9% all’82%;
  • l’area della Prevenzione ha segnato un +9 punti percentuali, passando dal 72,6% all’81,6%.

Quali sono le specializzazioni che collocano meglio dopo l’università

Approfondendo l’analisi all’interno delle 22 professioni sanitarie, il rapporto AlmaLaurea fornisce dati ancora più specifici sulle specializzazioni che garantiscono i migliori tassi occupazionali per i laureati del 2023. Tra queste, ben cinque professioni si posizionano ai primi posti, superando la già alta media generale dell’84,8%. Queste sono:

  • terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, con un tasso di occupazione del 89,6% (+8,5% rispetto all’anno precedente);
  • logopedista, con l’88,1% di occupati (+11,2%);
  • tecnico di Radiologia, con l’87,8% (+9,2);
  • podologo, che ha visto un notevole balzo al 87,5% (+20,8%);
  • fisioterapista, con l’87,4% (+6,9%).

Subito dopo si collocano altre specializzazioni con tassi occupazionali superiori all’85%: tecnico di Neurofisiopatologia (86,4%), infermiere pediatrico (86,7%), igienista dentale (86,4%) e infermiere (85,5%). Sebbene alcune professioni, come educatore professionale, tecnico della Riabilitazione psichiatrica, terapista occupazionale, tecnico di laboratorio e assistente sanitario, si attestino leggermente al di sotto della media generale del settore (intorno all’83-84%), mantengono comunque percentuali di occupazione molto elevate rispetto ad altri ambiti disciplinari.

Il rapporto evidenzia anche differenze regionali nei tassi occupazionali, con il Friuli-Venezia Giulia (91,1%), le Marche (89,7%), la Lombardia (89,0%), la Toscana (88,8%), il Piemonte (87,9%) e il Veneto (86,4%) che presentano i valori più elevati.

Resta sempre aggiornato: iscriviti al nostro canale WhatsApp!