Salta al contenuto
Pier Paolo Pasolini Fonte foto: ANSA

Maturità 2025, come andava svolta la traccia su Pasolini

Pier Paolo Pasolini era tra le tracce della Maturità 2025 con una poesia presa da “Dal diario”: le riflessioni dell'esperto per lo svolgimento

Francesca Pasini

Francesca Pasini

SEO CONTENT WRITER

Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

C’è anche Pier Paolo Pasolini tra i protagonisti delle tracce della Maturità 2025. Con l’Appendice I a "Dal diario" (1943-1944), tratta da "Tutte le poesie" (2009), presente nella traccia A1 della prima prova scritta, è stata proposta ai maturandi una poesia senza titolo dello scrittore, di cui quest’anno ricorrono i 50 anni dalla sua morte.

Ecco come andava svolta la traccia su Pier Paolo Pasolini.

La poesia senza titolo di Pasolini alla Maturità 2025

Come previsto dal toto-tracce di quest’anno, Pier Paolo Pasolini è uno dei due autori scelto, insieme a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, per la traccia A -analisi del testo poetico – alla prima prova scritta della Maturità 2025 (qui trovi tutte le tracce).

Come si legge sulla traccia proposta dal ministero dell’Istruzione e del Merito, la poesia "è priva di titolo, come sovente si riscontra nella vasta produzione poetica di Pier Paolo Pasolini (1922 -1975)".

Tratto dall’Appendice I Dal diario (1943-1945), che fa parte della raccolta Tutte le poesie, il componimento "è testimonianza del complesso e ricco itinerario letterario che l’autore ha percorso fin dagli anni della sua giovinezza – si legge sulla traccia -. Questa poesia, composta nei primi anni ’40, rappresenta una riflessione profondamente intima e appare ancora molto lontana dai più noti componimenti civilmente impegnati dell’autore".

Ecco il testo della poesia di Pier Paolo Pasolini proposta per l’analisi del testo alla prima prova della Maturità 2025:

"Mi ritrovo in questa stanza
col volto di ragazzo, e adolescente,
e ora uomo. Ma intorno a me non muta
il silenzio e il biancore sopra i muri
e l’acque; annotta da millenni
un medesimo mondo. Ma è mutato
il cuore; e dopo poche notti è stinta
tutta quella luce che dal cielo
riarde la campagna, e mille lune
non son bastate a illudermi di un tempo
che veramente fosse mio. Un breve arco
segna in cielo la luna. Volgo il capo
e la vedo discesa, e ferma, come
inesistente nella stanca luce.
E così la rispecchia la campagna
scura e serena. Credo tutto esausto
di quel perfetto inganno: ed ecco pare
farsi nuova la luna, e – all’improvviso –
cantare quieti i grilli il canto antico".

Cosa chiede la traccia su Pasolini alla Maturità 2025

La traccia su Pasolini chiede agli studenti di rispondere ad alcuni quesiti. Eccoli di seguito:

  • Comprensione e analisi:

Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte.

1. Presenta sinteticamente il contenuto della poesia e individua le figure di stile ricorrenti.

2. Individua, mediante riferimenti precisi al testo proposto, la relazione tra la vita della natura e la vita del poeta.

3. Quale funzione assume la luna nella riflessione poetica di Pasolini?

4. Quale significato può essere attribuito al canto dei grilli che si ode nella quiete notturna?

  • Interpretazione:

In questa poesia l’autore osserva la natura mettendola in relazione con la propria esistenza. Facendo riferimento alla produzione poetica di Pasolini o di altri autori o ad altre forme d’arte a te noti, elabora una tua personale riflessione sulle modalità con cui la letteratura e/o altre arti trattano il tema del trascorrere del tempo e della relazione con la natura.

Le riflessioni di Aurelio Picca per svolgere la traccia su Pasolini

A fornire spunti utili per l’analisi e l’interpretazione della poesia di Pasolini proposta ai maturandi nella prima prova scritta del 2025, è il poeta e scrittore italiano Aurelio Picca (che nella sua carriera è stato anche insegnante e commissario per gli esami di Maturità).

Intervistato da La Repubblica, ha spiegato che si tratta di "una poesia che ci offre un incantamento e un poeta in qualche modo inedito".

"Mi ritrovo in questa stanza /col volto di ragazzo, e adolescente,/ e ora uomo. Ma intorno a me non muta / il silenzio e il biancore sopra i muri e l’acque /annotta da millenni un medesimo mondo": già nelle prime strofe, la poesia di Pasolini "è simbolista – ha spiegato Picca – È una poesia dove non c’è ancora nessuna idea di intellettuale organico, nessuna posizione ideologica. Siamo nell’ambito di una poesia pura, dove si sente ancora il suono pascoliano e ungarettiano", amati da Pasolini per il loro simbolismo.

Secondo lo scrittore e poeta, "qui non c’è ancora il Pasolini impegnato delle Ceneri di Gramsci. Non emerge il segno cristologico che lo ha accompagnato per tutta la vita, come vediamo nel cinema da Accattone al Vangelo secondo Matteo a Mamma Roma". Infatti, quelli in cui scrisse questa poesia erano ancora gli anni della giovinezza di Pasolini. "Sono gli anni in cui era ancora un ragazzo, poco più che ventenne, prima ancora che gli uccidessero il fratello, gli ultimi anni della guerra – ha aggiunto Picca – C’è un turbamento ancora adolescenziale . […] Non c’è alcun maledettismo infatti. Ci troviamo piuttosto in un trapianto adolescenziale dove non c’è ancora la sfida con il mondo, è al di qua di questa sfida".

Analizzando poi la figura della Luna, Picca riprende le strofe "…Mille lune non son bastate a illudermi di un tempo che veramente fosse mio". Proprio in questa luna descritta da Pasolini "ci sono gli echi petrarcheschi, leopardiani, c’è tutta la poesia lirica del Novecento, quella simbolista francese da Apollinaire in poi, e qualcosa dell’orfismo di Dino Campana", ha spiegato Aurelio Picca a La Repubblica. Non solo, "nel richiamo alla luna e al cielo vedo anche un rimando al 10 Agosto pascoliano – ha aggiunto -. Del resto, chi nel Novecento non ha amato Pascoli? Anche D’Annunzio lo ha amato! Pascoli è il primo poeta del Novecento e c’è sempre un ritorno a lui, e anche Pasolini ci torna".

Quindi quello che appare nella poesia proposta ai maturandi quest’anno è un Pasolini inedito: "Dopo che abbiamo molto parlato dei suoi Scritti corsari, del poeta impegnato, dello scrittore del sottoproletariato romano, quello che ci appare qui è un altro – ha sottolineato lo scrittore -. C’è questa leggerezza, questo sbigottimento e c’è anche una luce pittorica. È la luce dei frescanti, dei pittori primitivi italiani che poi lo sosterranno per tutta la sua iconografia cinematografica. Quella luce pulita, infantile", ha concluso Picca.