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Taylor Swift Fonte foto: ANSA

Perché il caso Taylor Swift verrà studiato all'università

Il caso Taylor Swift sarà studiato all'università di Harvard: perché la celebre cantante è diventata oggetto di studio nel prestigioso ateneo

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Le icone pop sono spesso oggetto di studio all’interno degli atenei di tutto il mondo. Questa volta è l’università americana di Harvard, una delle più importanti a livello internazionale, a dedicare un corso alla popstar statunitense Taylor Swift. Ecco perché il caso Taylor Swift sarà studiato all’università.

Il caso Taylor Swift si studia all’università

Se c’è una popstar che sta cavalcando la cresta dell’onda a livello internazionale più delle altre quella è Taylor Swift, che conta ben 279 milioni di follower sui social. La cantante americana, nata a West Reading in Pennsylvania nel 1989, ha conquistato proprio tutti, e viaggia tra i primi posti delle classifiche musicali di tutto il mondo. Adesso a far notizia è la decisione della Harvard University di dedicarle un corso del Dipartimento di Inglese.

Il seminario, dal titolo ‘Taylor Swift e il suo mondo’, ha già riscosso un enorme successo: sono oltre 300 gli iscritti. Ma perché Harvard ha deciso di puntare sul caso Taylor Swift? In realtà, già altre università statunitensi si sono occupate del fenomeno Swift, come il Berklee College of Music di Boston, l’Università della Florida, l’Università della California e la Stanford University, a dimostrazione del crescente interesse accademico verso la sua figura e, soprattutto, nei confronti della sua influenza culturale.

“La prima canzone del primo disco di Taylor Swift, pubblicato quando aveva 16 anni, rendeva omaggio ad un artista country più affermato. Oggi è l’artista country – o ex country? o pop – più riconoscibile del Nord America, se non del mondo: le sue canzoni abbracciano una mezza dozzina di generi e il suo impatto economico cambia le città”, si legge sul sito dell’Università di Harvard nella descrizione del corso, che sarà tenuto dalla professoressa Stephanie Burt.

“Passeremo in rassegna la discografia di Swift – ancora sul sito dell’ateneo -, compresi i suoi più grandi successi, i brani più profondi, gli out-take, le sue ri-incisioni, considerando la scrittura di canzoni come un’arte a sé stante. Gli studenti saranno invitati a approfondire temi come “il fenomeno dei fan, la cultura delle celebrità, adolescenza e età adulta, appropriazione, cosa pensare di testi bianchi, testi del Sud, testi transatlantici e sottotesti queer”.

Inoltre, il corso si concentrerà anche sui suoi precursori, da Dolly Parton alle Border Ballads, e sulle opere letterarie e musicali che hanno ispirato Taylor Swift, come quelle di Willa Cather, James Weldon Johnson, Tracey Thorn e William Wordsworth.

L’effetto Taylor Swift sulle elezioni americane

La popolarità di Taylor Swift è talmente alta che i repubblicani temono che eventuali sue dichiarazioni contro Donald Trump ed il suo partito o a favore di Joe Biden e dei democratici possano avere un impatto sui risultati delle elezioni presidenziali. Come spiegato da ‘Il Sole 24 ore’ in un articolo di gennaio 2024, secondo gli esperti della politica americana, un nuovo sostegno pubblico da parte di Taylor Swift – lo aveva già fatto nelle elezioni precedenti – potrebbe infatti influenzare circa 1 milione di voti. Stando a quanto riportato dal giornale, lo staff di Tramp è concentrato da tempo su una strategia per fronteggiare un eventuale endorsement della popstar alla causa democratica durante la campagna elettorale per le presidenziali di novembre 2024.

Questo è solo un altro esempio che mostra perché le università si interessano a Taylor Swift e al fenomeno che la sua figura ha generato nella cultura di massa, in primo luogo quella statunitense.