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Il linguaggio di Taylor Swift si studia all'università di Bologna

Il linguaggio di Taylor Swift si studia all'università di Bologna: l'idea è nata nel corso di Filologia per un progetto con le scuole superiori

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il linguaggio di Taylor Swift si studia all’università. Una studentessa di filologia applicata dell’Alma Mater di Bologna ha scelto i testi dell’icona pop come argomento di ricerca.

All’Università di Bologna si studia Taylor Swift

Riempie gli stadi come nessuno al giorno d’oggi, vende milioni di dischi ed è sempre ai vertici delle classifiche musicali internazionali. Taylor Swift, nata a West Reading in Pennsylvania nel 1989, è diventata un fenomeno globale. E come tale, anche le università si stanno interessando al suo successo. All’Università di Bologna è stata al centro di una ricerca di ectodica, una branca della filologia che si occupa dell’attività di ricerca e studio finalizzata a ricostruire l’integrità di un testo, ovvero a riportarlo il più vicino possibile alla sua forma originaria, quella voluta dall’autore.

L’idea è nata all’interno del corso di Filologia italiana della professoressa Paola Italia. A realizzare il lavoro è stata Cecilia Salerno, studentessa lucana di 24 anni iscritta al secondo anno della laurea magistrale in Italianistica presso l’Alma mater, che è stata intervistata da ‘Il Corriere della Sera’.

L’obiettivo del lavoro era quello di “avvicinare i ragazzi delle superiori ai temi della filologia”, come ha raccontato la ragazza, ed è proprio per questo che è stata scelta Taylor Swift, idolo degli adolescenti e non solo. Inoltre, la cantante statunitense “ha cercato di riacquistare i diritti dei suoi primi album dopo che la casa discografica con cui li aveva registrati è stata venduta – ha spiegato Cecilia Salerno -. Non le sono stati concessi e allora ha deciso di reinciderli in proprio, producendo la Taylor’s Version”. Ed è proprio “su questo passaggio abbiamo lavorato”.

Con alcuni studenti del Liceo Copernico e dell’Istituto Paradisi di Bologna “abbiamo analizzato alcune canzoni di Taylor”. La pop star, ha continuato a raccontare Salerno, “propone sempre album molto personali”. In quelli “indi è è più ricercata, presta maggiore attenzione al testo. Si vede che aspira a precisione e pulizia”.

Il progetto con gli istituti superiori rientrava nell’alternanza scuola lavoro: “Abbiamo notato una differenza tra chi ha aderito di propria volontà e chi è stato indirizzato – ha spiegato la studentessa dell’UniBo -. Queste esperienze, a ogni modo, mirano a sviluppare il senso critico trattando argomenti vicini ai ragazzi: possono essere importanti per capire cosa vogliono fare dopo le superiori“, ha concluso Cecilia Salerno.

Il seminario su Taylor Swift ad Harvard

Il fenomeno Taylor Swift è stato oggetto di studio in molte delle più prestigiose università del mondo, a dimostrazione del crescente interesse accademico verso la sua figura e, soprattutto, nei confronti della sua influenza culturale. Tra queste c’è la Harvard University, che le ha dedicato un corso del Dipartimento di inglese.

“La prima canzone del primo disco di Taylor Swift, pubblicato quando aveva 16 anni, rendeva omaggio ad un artista country più affermato. Oggi è l’artista country – o ex country? o pop – più riconoscibile del Nord America, se non del mondo: le sue canzoni abbracciano una mezza dozzina di generi e il suo impatto economico cambia le città”, si legge sul sito dell’Università di Harvard nella descrizione del corso, tenuto dalla professoressa Stephanie Burt.

Nel corso è stata passata in rassegna la discografia di Swift, “compresi i suoi più grandi successi, i brani più profondi, gli out-take, le sue ri-incisioni, considerando la scrittura di canzoni come un’arte a sé stante”. Tra gli altri temi affrontati, “il fenomeno dei fan” e “la cultura delle celebrità”.

Inoltre, il corso si è concertato anche sui precursori di Taylor Swift, da Dolly Parton alle Border Ballads, e sulle opere letterarie e musicali che hanno ispirato la sua produzione, come quelle di Willa Cather, James Weldon Johnson, Tracey Thorn e William Wordsworth.