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appunti università Fonte foto: 123rf

Studiare senza libri all'Università: la nuova tendenza in Italia

All'Università si usano sempre meno i libri di testo. Scopriamo perché e cosa cambia per chi ne fa ancora uso.

Danila Franzone

Danila Franzone

ESPERTA DI EDUCAZIONE

Amante della scrittura a tutto tondo, lavoro da anni come web content editor e writer con un’attenzione particolare alla scuola, alla crescita personale e ai bambini con bisogni speciali. Nel tempo libero amo leggere libri di ogni genere e scrivere per progetti legati alla cucina e al benessere in tutte le sue forme.

Il modo di studiare tende a cambiare con il tempo, adeguandosi alle novità che entrano a far parte della vita di tutti i giorni.

Una piuttosto recente ma che è diventata rapidamente una tendenza, è quella di studiare all’Università senza libri. Scopriamo il perché di questo trend, cosa comporta e perché è ritenuto pericoloso.

All’Università si studia sempre di più senza libri di testo

Secondo una recente indagine effettuata dall’Associazione Italiana Editori e volta a comprendere le abitudini di studio all’Università, è emerso che 4 studenti su 10 non usano i libri di testo, ma preferiscono avvalersi di appunti, registrazioni, prodotti digitali, slide, dispense, etc…

La ricerca ha riguardato 1000 giovani tra i 19 e i 30 anni che si sono mostrati piuttosto compatti su questo metodo di studio. Un metodo che, a quanto pare, riguarda soprattutto gli esami che offrono meno crediti rispetto agli altri. Chi ha scelto di avvalersi dei libri di testo lo ha fatto per lo più per l’ultimo esame, per quelli che offrivano maggiori crediti o per quelli dove l’utilizzo del libro di testo era caldamente suggerito dall’insegnante. Si tratta di un trend che sta prendendo sempre più campo e che per molti è piuttosto allarmante. Sembra, infatti, che più che per conoscere la materia, la maggior parte degli studenti si applichi solo per ottenere un buon voto all’esame e, in alcuni casi, per superare quelli considerati di passaggio.

Un aspetto che con il passare del tempo potrebbe rivelarsi pericoloso portando a quella che alcuni esperti hanno chiamato ‘istruzione fragile’. Uno studio così approssimativo e poco interessato all’approfondimento della materia, rischia infatti di portare a una classe dirigente scarsamente informata e incapace di portare avanti un determinato lavoro.

Percentuali e modalità di studio all’Università

Come già accennato, sembra che solo il 60% degli studenti sia propenso a usare i libri di testo per preparare le materie dell’Università. Per molti, infatti, è più che sufficiente prepararsi sugli appunti di altri o sugli stessi, sulle slide presentate durante le lezioni, sulle registrazioni delle spiegazioni fornite in aula dal docente, etc… Si tratta di un aspetto che coinvolge sempre più giovani e che per questo motivo è già considerato un vero e proprio trend. Un trend che sta preoccupando sempre di più, soprattutto per l’immagine che offre. E che è quella di studenti che si impegnano solo in vista dell’esame e non per apprendere davvero una materia. Una realtà che, ovviamente, non è valida per tutti ma che risulta comunque preoccupante.

Quanto a chi fa ancora uso dei libri di testo, sembra che l’intervento del docente a riguardo sia determinante e in grado di fare la differenza. Se usato durante le lezioni o suggerito dai docenti, infatti, il libro viene solitamente usato, seppur sempre insieme ad altri strumenti come gli appunti e le registrazioni. Infine, un aspetto interessante, riguarda proprio coloro che studiano sui libri di testo e che sembrano maggiormente rivolti all’apprendimento su carta piuttosto che su supporti digitali. Insomma, al momento le modalità di studio all’Università sono tante e varie. Non si può però non prestare attenzione al crescente disinteresse verso i libri di testo che un tempo erano la base (se non l’unico strumento) considerato valido per l’apprendimento.