Salta al contenuto

Platone: vita, opere e pensiero filosofico

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

latone, uno dei più grandi filosofi della storia, ha avuto un’influenza che ha attraversato i secoli per arrivare fino ai giorni nostri. Platone è noto per aver fondato la prima scuola di filosofia, l’Accademia, e per aver formulato una serie di teorie e concetti che hanno profondamente segnato la filosofia occidentale. Tra i suoi contributi più significativi, ricordiamo la teoria delle idee, i suoi celebri miti e le sue riflessioni sulla giustizia e sulla natura dello Stato.

La vita di Platone

Platone nacque ad Atene nel 428/427 a.C., in una famiglia aristocratica. Suo padre Aristone e sua madre Perictione erano entrambi discendenti di famiglie influenti, e il giovane Platone ebbe accesso a un’educazione di alto livello, studiando filosofia, poesia e ginnastica. Fin da giovane, Platone fu attratto dalla politica e dalla filosofia, ma la sua vocazione filosofica si consolidò soprattutto dopo l’incontro con Socrate, il suo maestro, di cui divenne un fervente discepolo.

La condanna a morte di Socrate nel 399 a.C. fu un evento traumatico per Platone, che lo spinse a riflettere sulla giustizia e sul rapporto tra la verità e il potere politico. Dopo la morte del maestro, Platone lasciò Atene e intraprese un viaggio che lo portò in diverse città del Mediterraneo, tra cui Megara, Cirene, Egitto e soprattutto Sicilia, dove ebbe contatti con la corte del tiranno di Siracusa, Dionisio il Vecchio. Questo viaggio lo portò a maturare una visione critica della politica del suo tempo e a sviluppare l’idea di uno Stato ideale.

Tornato ad Atene, Platone fondò l’Accademia, una scuola di filosofia che divenne uno dei principali centri di studio del mondo antico. Tra i suoi allievi più celebri si annovera Aristotele, che avrebbe poi sviluppato un pensiero filosofico proprio, in dialogo critico con quello del maestro. Platone continuò a insegnare e scrivere fino alla sua morte, avvenuta intorno al 348/347 a.C.. Le sue opere, scritte sotto forma di dialoghi, sono state tramandate fino a noi e costituiscono una delle fonti principali della filosofia antica.

Il pensiero filosofico di Platone

Il pensiero di Platone è vasto e complesso, e si articola attorno a diverse tematiche fondamentali. Uno degli aspetti centrali della sua filosofia è la ricerca della verità e la critica al mondo sensibile come fonte di illusioni. Per Platone, la conoscenza autentica non può derivare dai sensi, poiché questi ci offrono solo una percezione superficiale e ingannevole della realtà. La vera conoscenza deve invece essere cercata attraverso la ragione, che ci permette di accedere a un livello più alto di comprensione, quello delle idee o forme.

Platone introduce così una distinzione tra opinione e conoscenza. L’opinione (doxa) è il risultato delle percezioni sensibili e riguarda il mondo mutevole delle apparenze. La conoscenza (episteme), al contrario, è legata al mondo immutabile delle idee, che rappresenta la vera realtà. La filosofia, secondo Platone, è un cammino di liberazione dalla schiavitù delle apparenze per arrivare alla conoscenza delle idee.

Un altro aspetto fondamentale del pensiero di Platone è il rapporto tra etica e politica. Platone sostiene che la giustizia sia l’ordine perfetto dell’anima e della società, e ritiene che solo i filosofi, che sono in grado di accedere alla conoscenza delle idee, siano qualificati per governare. Questa concezione porterà Platone a sviluppare la sua teoria dello Stato ideale, che esploreremo più avanti.

La teoria delle idee di Platone

La teoria delle idee è senza dubbio uno dei contributi più celebri e influenti di Platone alla filosofia. Secondo questa teoria, il mondo sensibile in cui viviamo non è la vera realtà, ma solo una copia imperfetta di un mondo ideale e immutabile, il mondo delle idee. Le idee (o forme) sono modelli perfetti che esistono al di là del tempo e dello spazio, e che costituiscono la vera essenza delle cose.

Ad esempio, quando vediamo una sedia, ciò che percepiamo con i sensi è solo una manifestazione imperfetta dell’idea di sedia che esiste nel mondo delle idee. La stessa cosa vale per concetti astratti come la bellezza, la giustizia o la virtù. Per Platone, la vera conoscenza consiste nel riconoscere queste idee e comprendere che il mondo sensibile è solo un riflesso di esse.

La conoscenza delle idee è dunque il fine ultimo della filosofia, e Platone ritiene che l’anima umana sia in grado di accedere a questo mondo superiore attraverso un processo di ricordo o anamnesi. Secondo Platone, infatti, l’anima ha già conosciuto le idee prima di incarnarsi nel corpo, ma questa conoscenza è stata dimenticata al momento della nascita. Il compito del filosofo è quindi risvegliare questa conoscenza latente attraverso la riflessione razionale.

I miti di Platone

Un elemento distintivo del pensiero platonico è l’uso frequente dei miti all’interno dei suoi dialoghi. I miti platonici non sono semplici racconti immaginari, ma strumenti didattici utilizzati dal filosofo per esprimere concetti complessi che non possono essere spiegati in modo puramente razionale. I miti servono a illustrare verità metafisiche e morali, e sono spesso inseriti nei dialoghi in momenti in cui la discussione filosofica raggiunge questioni che vanno oltre le capacità della ragione discorsiva.

Tra i miti più celebri di Platone ricordiamo il mito della caverna, contenuto nel dialogo Repubblica, che simboleggia la condizione dell’umanità prigioniera delle apparenze sensibili e l’arduo cammino verso la conoscenza delle idee. Un altro mito importante è quello dell’anima alata, descritto nel Fedro, che rappresenta l’idea dell’anima immortale che anela a ritornare al mondo delle idee, da cui è caduta.

I miti platonici svolgono quindi una funzione pedagogica, poiché invitano il lettore a riflettere in modo intuitivo su concetti difficili da afferrare con la sola ragione. Attraverso il mito, Platone cerca di colmare il divario tra il logos (discorso razionale) e il mythos (narrazione simbolica), offrendo una via per comprendere la realtà al di là delle parole.

La concezione dello stato secondo Platone

Una delle riflessioni più importanti di Platone riguarda la natura dello Stato e la giustizia. Nel suo dialogo Repubblica, Platone espone la sua visione di uno Stato ideale, governato non dai politici o dai militari, ma dai filosofi, coloro che sono in grado di accedere alla vera conoscenza. Platone ritiene che i filosofi, essendo liberi dalle passioni e dalle illusioni del mondo sensibile, siano gli unici capaci di governare con giustizia e saggezza.

Nella Repubblica, Platone propone una divisione della società in tre classi principali: i filosofi-governanti, che guidano lo Stato con la loro saggezza; i guerrieri, che difendono la città; e i produttori (artigiani, contadini, commercianti), che forniscono i beni necessari per il sostentamento della comunità. Questa struttura sociale è fondata sull’idea che ogni individuo debba svolgere il compito per cui è più adatto, e che la giustizia consista nel fatto che ogni classe contribuisca al bene comune senza interferire nelle funzioni delle altre.

Un altro concetto centrale nella visione politica di Platone è l’idea dell’armonia. Lo Stato giusto è quello in cui tutte le parti lavorano insieme in modo armonico, sotto la guida dei filosofi. Questa armonia riflette l’ordine dell’anima, in cui la ragione deve governare le passioni e i desideri, in modo che l’individuo possa vivere in modo virtuoso.

La visione dello Stato di Platone ha influenzato profondamente la riflessione politica successiva, anche se la sua idea di una repubblica guidata dai filosofi è stata spesso criticata per il suo elitismo e per la limitata democrazia che essa implica.

Le opere più importanti di Platone

Platone ha scritto numerose opere, tutte sotto forma di dialoghi, in cui i personaggi discutono su temi filosofici. Ecco alcune delle opere più importanti:

Nel dialogo Apologia di Socrate, il filosofo racconta il processo a Socrate e la sua difesa davanti ai giudici. In esso, Platone presenta Socrate come un uomo che dedica la sua vita alla ricerca della verità e della giustizia, anche a costo della propria vita. Forse l’opera più famosa di Platone, la Repubblica è un dialogo in cui il filosofo espone la sua visione di uno Stato ideale e discute la natura della giustizia. Il dialogo contiene anche il celebre mito della caverna.

Un’altra opera importante è sicuramente il Fedone, che narra gli ultimi momenti di Socrate e tratta del tema dell’immortalità dell’anima. Platone espone la sua teoria dell’anima come entità immortale, che esisteva prima della nascita e continuerà a esistere dopo la morte. Il Simposio è un dialogo sull’amore, in cui diversi personaggi, tra cui Socrate, discutono della natura dell’eros e della sua relazione con la conoscenza e la bellezza. Il Fedro è un altro dialogo sull’amore e la retorica, in cui Platone sviluppa ulteriormente la sua teoria dell’anima e introduce il mito dell’anima alata.