La vita e il pensiero filosofico di Schopenhauer
Se siete appassionati di filosofia, o semplicemente curiosi di saperne di più su uno dei grandi pensatori che hanno contribuito a formare la nostra visione del mondo, avete sicuramente sentito parlare di Arthur Schopenhauer. Questo filosofo tedesco è noto per le sue teorie uniche e spesso controcorrente, che hanno avuto un’influenza duratura sul pensiero filosofico occidentale.
Scopriamo insieme la vita e la filosofia di Schopenhauer!
- Chi era Schopenhauer?
- Schopenhauer e l'inconscio
- Il pensiero di Schopenhauer sull'amore
- La nolontà di Schopenhauer
- Il velo di Maya di Schopenhauer
- La teoria del pendolo di Schopenhauer
Chi era Schopenhauer?
Arthur Schopenhauer nacque il 22 febbraio 1788 a Danzica, in Polonia. All’età di 17 anni iniziò a studiare medicina all’Università di Gottinga, ma si trasferì ben presto alla facoltà di filosofia. Visse dei momenti molto difficili in seguito al suicidio del padre e al turbolento rapporto con la madre, che hanno fortemente influenzato il suo pensiero dandogli delle sfumature di pessimismo abbastanza evidenti.
Le idee di Schopenhauer furono inizialmente ignorate dal mondo accademico, ma alla fine della sua vita iniziarono ad attirare l’attenzione. Inizialmente, non riuscì ad ottenere consensi in quanto era contrario alla filosofia idealistica, che a quei tempi era estremamente popolare, e che vedeva il sé kantiano come contrapposto alla realtà che ci appare e che possiamo osservare.
Fu il primo a introdurre la nozione di inconscio e a sostenere che la volontà fosse la forza motrice della vita. Schopenhauer credeva in una realtà unica, governata dalla volontà e caratterizzata dal dolore e dalla sofferenza. Morì il 21 settembre 1860 a Francoforte sul Meno, in Germania, lasciandoci un’eredità filosofica ricca e profonda.
Schopenhauer e l’inconscio
Uno dei maggiori contributi di Schopenhauer alla filosofia è l’introduzione del concetto di inconscio. Per lui, l’inconscio non è solo un aspetto della nostra mente, ma rappresenta la nostra vera natura.
Egli credeva che le nostre azioni e le nostre decisioni fossero motivate da una forza interiore incontrollabile e spesso inconscia, che lui chiamava “nolontà“. Questa idea ha avuto un enorme impatto sulla psicologia e la filosofia, influenzando pensatori come Freud e Jung che definiranno anni dopo un inconscio più articolato.
Il pensiero di Schopenhauer sull’amore
Un altro argomento molto discusso nella filosofia di Schopenhauer è l’amore. Secondo lui, l’amore non è guidato dalla logica o dalla ragione, ma è un’istintiva ed egoista ricerca di piacere e di evitare il dolore.
Egli vedeva l’amore come una trappola della natura, uno stratagemma per assicurare la procreazione. Nonostante questa visione un po’ cinica, Schopenhauer affermava anche che l’amore può fornirci una delle esperienze più profonde e significative della vita, proprio perché ci permette di andare oltre i nostri egoisti desideri e aspirazioni.
La nolontà di Schopenhauer
Il concetto chiave nella filosofia di Schopenhauer è quello di “nolontà“. Secondo lui, la nolontà è la forza fondamentale dell’universo, la radice di tutte le cose. Non è qualcosa che possiamo controllare o capire razionalmente, ma è la base di tutto il nostro essere e fare.
La nolontà si manifesta in ogni aspetto della nostra vita, dalle piccole decisioni quotidiane alle grandi scelte esistenziali. Per l’autore, la vita è un eterno e infruttuoso sforzo per soddisfare la nolontà, che porta inevitabilmente a sofferenza e dolore. La nolontà rappresenta per lui la negazione della volontà di vivere e la soppressione del desiderio, così da riuscire a raggiungere la pace interiore.
Il velo di Maya di Schopenhauer
Secondo l’autore, il mondo è carico di dolore e l’unico modo per sfuggirgli è il suicidio, che rappresenta a suo avviso la forza di volontà maggiore. Questa liberazione si concretizza in tre momenti diversi e distinti:
- L’arte: l’uomo riesce attraverso l’arte ad apprezzare la vita anziché restare sempre immerso nei suoi bisogni. La musica, soprattutto, appare per lui liberatoria perché offre una vera e propria contemplazione della vita;
- La pietà: sosteneva che attraverso l’empatia nei confronti degli altri fosse anche possibile identificarsi in loro, superando quella distinzione netta tra chi soffre e chi è causa di quella sofferenza. In questo modo, viene squarciato il velo di Maya, viene sperimentata l’unità degli esseri e siamo portati a fare del bene disinteressato verso il prossimo;
- L’ascesi: l’unico vero rimedio al dolore, però, resta sempre la rimozione della volontà di vivere che è possibile solo tramite l’ascesi. Questo processo si compone di digiuno, povertà, sacrificio ed automortificazione che portano a raggiungere il nirvana ed uno stato profondo di pace, dato proprio dal fatto di negare i propri bisogni e la propria volontà individuale.
La teoria del pendolo di Schopenhauer
Un’altra celebre idea di Schopenhauer è la “teoria del pendolo“. Secondo lui, la vita umana oscilla come un pendolo tra il dolore e la noia. Quando ci sforziamo di soddisfare i nostri desideri (spinti dalla nolontà), ci troviamo a sperimentare dolore e sofferenza. Quando invece i nostri desideri sono soddisfatti, scivoliamo nella noia.
Questa visione può sembrare cupa, ma per Schopenhauer contiene anche una sorta di liberazione: riconoscere questa realtà può aiutarci a trovare la pace attraverso la rinuncia ai desideri e alla ricerca di una forma di felicità che non dipenda dal soddisfacimento dei desideri.
Mappa mentale su Arthur Schopenhauer
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