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La critica di Shopenhauer a Hegel

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

La critica di Schopenhauer a Hegel e il confronto tra le loro filosofie rappresentano uno degli scontri più emblematici nella storia del pensiero occidentale. Al centro di questo dibattito, troviamo due visioni del mondo profondamente diverse e talvolta inconciliabili: da una parte, l’approccio idealistico e sistematico di Hegel, dall’altra, il pessimismo radicale e la centralità della volontà nella filosofia di Schopenhauer. Questa contrapposizione si traduce in una critica aspra e incisiva, in cui Schopenhauer non si limita a contestare i contenuti della filosofia hegeliana, ma anche il suo metodo e la sua influenza sulla cultura dell’epoca.

Schopenhauer e la sua visione filosofica

Arthur Schopenhauer, uno dei principali esponenti del pessimismo filosofico, costruisce il suo pensiero attorno al concetto di volontà. Per Schopenhauer, la volontà è il principio metafisico fondamentale che muove tutto l’universo, una forza irrazionale e cieca che si manifesta attraverso gli esseri viventi e il loro desiderio incessante di soddisfazione. Questa concezione lo porta a vedere il mondo come un luogo di sofferenza, in cui il desiderio non si placa mai e ogni appagamento è solo temporaneo.

Schopenhauer contrappone la sua filosofia alla tradizione idealistica tedesca, rappresentata in particolare da Hegel, che domina la scena filosofica del suo tempo. La critica di Schopenhauer nasce dalla convinzione che l’idealismo, con il suo approccio astratto e sistematico, sia lontano dalla realtà concreta e dalla condizione esistenziale dell’essere umano.

La critica al metodo di Hegel

Uno dei principali bersagli della critica di Schopenhauer è il metodo dialettico di Hegel. Quest’ultimo, attraverso la dialettica, cerca di descrivere lo sviluppo della realtà e del pensiero come un processo razionale e teleologico, in cui ogni opposizione conduce a una sintesi superiore.

Schopenhauer considera questo approccio artificioso e inutilmente complesso, accusando Hegel di sacrificare la chiarezza e la comprensibilità a favore di un linguaggio oscuro e di una struttura sistematica che non riflette la vera natura della realtà.

Schopenhauer accusa inoltre Hegel di essere un “sofista" che costruisce un sistema filosofico più per impressionare che per illuminare. In particolare, ritiene che la filosofia hegeliana sia eccessivamente astratta, distante dalle esperienze umane e incapace di cogliere le verità profonde della vita.

La polemica contro l’idealismo assoluto

L’idealismo assoluto di Hegel sostiene che la realtà sia il risultato dello sviluppo dello Spirito Assoluto, un’entità razionale che si manifesta progressivamente attraverso la storia e la cultura. Schopenhauer respinge questa visione, ritenendola troppo ottimista e antropocentrica. Per lui, il mondo non è il prodotto di una razionalità intrinseca, ma di una volontà irrazionale e cieca che opera al di sotto delle apparenze fenomeniche.

Schopenhauer critica in particolare l’idea hegeliana secondo cui la storia abbia un senso o una direzione teleologica. Egli considera questa concezione una proiezione dei desideri umani, piuttosto che una descrizione fedele della realtà. Per Schopenhauer, la storia non è un progresso verso una meta superiore, ma un ciclo di sofferenza e desiderio senza scopo ultimo.

La critica all’influenza culturale di Hegel

Un altro aspetto significativo della critica di Schopenhauer riguarda l’influenza culturale e accademica di Hegel. Nel periodo in cui Hegel era professore all’Università di Berlino, la sua filosofia divenne dominante, influenzando non solo il mondo accademico ma anche la politica e la cultura tedesca. Schopenhauer vede questa influenza come una corruzione della vera filosofia, accusando Hegel di essere al servizio delle istituzioni e di promuovere una visione del mondo conforme ai valori borghesi e statali.

Schopenhauer si oppone in particolare al ruolo che Hegel assegna alla filosofia come strumento per giustificare l’ordine esistente. Per lui, la filosofia dovrebbe essere un mezzo per rivelare le verità più profonde della condizione umana, non un sostegno ideologico al potere.

Lo stile polemico di Schopenhauer

La critica di Schopenhauer a Hegel non è solo intellettuale, ma anche fortemente polemica. Nei suoi scritti, Schopenhauer utilizza un linguaggio tagliente e ironico per attaccare il suo avversario, definendo la filosofia hegeliana come una “truffa" e un “imbroglio". Questo stile aggressivo riflette non solo la profondità del suo disaccordo, ma anche il suo desiderio di distinguersi in un panorama filosofico dominato dall’idealismo.

Schopenhauer si presenta come un pensatore isolato e anticonformista, in contrasto con Hegel, che rappresenta l’establishment accademico. Questa opposizione contribuisce a creare l’immagine di Schopenhauer come un outsider geniale, una figura che sfida il pensiero dominante per difendere una visione più autentica e radicale della realtà.

Il confronto tra due visioni del mondo

Il confronto tra Schopenhauer e Hegel rappresenta una collisione tra due visioni opposte del mondo. Da un lato, Hegel propone una filosofia della razionalità e del progresso, in cui la realtà è vista come un processo comprensibile e teleologico. Dall’altro, Schopenhauer offre una visione pessimistica e disincantata, in cui la realtà è dominata da una forza irrazionale e la sofferenza è inevitabile.

Questa contrapposizione riflette anche due approcci diversi alla filosofia: Hegel cerca di costruire un sistema onnicomprensivo che abbraccia ogni aspetto della realtà, mentre Schopenhauer si concentra sull’esperienza individuale e sull’aspetto tragico dell’esistenza.

La critica di Schopenhauer a Hegel non è solo una questione di divergenze filosofiche, ma anche una riflessione sulla natura stessa della filosofia e sul suo ruolo nella comprensione della realtà. Attraverso le sue polemiche, Schopenhauer non si limita a contestare un sistema filosofico, ma cerca di affermare una visione alternativa, più vicina alla condizione esistenziale dell’essere umano.

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