Il piacere di D'Annunzio: riassunto e commento dell'opera
Il romanzo, scritto nella seconda metà del 1888, racconta la storia di Andrea Sperelli, un nobile romano combattuto tra due amori: quello per Elena Muti e quello per Maria Ferres
Il piacere di D’Annunzio: il riassunto
È il 31 dicembre 1886 quando Andrea Sperelli, un giovane aristocratico romano di origini abruzzesi, aspetta con ansia l’ex amante Elena Muti nella sua casa a Palazzo Zuccari. Durante l’attesa ripensa alla loro relazione e al momento dell’addio, datato marzo 1885. Il loro appuntamento, pertanto, è un mix di ricordi, ardore e dolore. Dopo un excursus sulla storia della casata, il I libro prosegue con il loro primo incontro, a una cena a casa della marchesa Francesca di Ateleta, cugina del protagonista, durante il quale egli inizia a corteggiare la donna. Incontrata nuovamente il giorno seguente a un’asta di oggetti antichi e venuto a sapere che è malata, Sperelli ottiene di essere ricevuto da lei, in un’atmosfera erotico-mistica. Comincia così la narrazione della loro relazione, dove il corpo di Elena è l’oggetto delle fantasie del giovane. Una sera, però, Elena lo informa della sua imminente partenza e l’inevitabile distacco porta Andrea a dedicarsi a una sorta di gioco fatto di continue seduzioni, che gli permettono di conquistare sette nobildonne. Tra queste, Ippolita Albonico, il cui amante, Giannetto Rutolo, sfida a duello Sperelli, che subisce una grave ferita. Il II libro inizia con il protagonista, in convalescenza, ospite della cugina, che il 15 settembre 1886 ospita Maria Ferres con il marito, il ministro plenipotenziario del Guatemala che riparte subito, e la figlia Delfina. Andrea se ne innamora a prima vista, in quanto la sua voce gli ricorda quella di Elena. Dieci giorni dopo viene sedotto dalla donna, ma quando le dichiara il suo amore, ella non risponde, ‘sfruttando’ la presenza della figlia. Il racconto prosegue basandosi su quanto scritto da Maria nel proprio diario, da cui si evince che il corteggiamento di Sperelli diventa sempre più insistente finché, il 4 ottobre, la donna cede. La relazione, tuttavia, s’interrompe al ritorno del marito. Nel III libro il protagonista, tornato presto alle ‘vecchie abitudini’, rincontra Elena Muti, ‘trasformatasi’ in una provocatrice. L’attrazione nei suoi confronti è immutata, così come i suoi sentimenti per Maria, che vede una sera a un concerto alla sala dei Filarmonici, dove arriva anche Elena. Questa, appena partita la Ferres, invita Andrea ad accompagnarla in carrozza e lo bacia intensamente. Sperelli, però, dopo una riflessione interiore che lo porta a definirsi «camaleontico, chimerico, incoerente, inconsistente», decide di dedicarsi a Maria, ormai profondamente innamorata. Se il libro si chiude con i due che si baciano, il IV si apre con il protagonista che viene respinto con durezza da Elena. Nel frattempo, viene a sapere che il marito di Maria, sorpreso mentre barava al gioco, è in rovina e la donna, costretta a partire, pur mostrandosi forte per l’imminente distacco da Andrea, gli promette fedeltà. Quest’ultimo, invece, ha sempre più difficoltà a nascondere il suo doppio gioco: infatti, nell’ultima notte d’amore con l’amante, pronuncia per errore il nome “Elena”, venendo così scacciato e scaricato. Il 20 giugno, quindi, all’asta dei mobili appartenuti ai Ferres, Sperelli vive con ribrezzo e nausea il senso del «dissolvimento del suo cuore». Dopo essere fuggito alla vista di Elena e degli amici, rientra nelle stanze dove Maria aveva vissuto, ora vuote e percorse dai facchini. Il romanzo si conclude con Andrea che, dietro agli scaricatori che trasportano l’armadio da lui appena comprato, sale amaramente le scale «di gradino in gradino, fin dentro la casa».
Il piacere di D’Annunzio: il commento
‘Il piacere’ è un romanzo che Gabriele D’Annunzio ha scritto nella seconda metà del 1888 a Francavilla al Mare e che è stato pubblicato l’anno seguente dai Fratelli Treves. A partire dal 1895, poi, recherà il soprattitolo ‘I romanzi della Rosa’, formando una trilogia con ‘L’innocente’ e ‘Il trionfo della morte’. La struttura dell’opera risente del naturalismo, del verismo e del simbolismo, distaccandosene al contempo, introducendo così alcuni elementi della letteratura decadente antinaturalista. Per quanto riguarda il lessico – aulico, elaborato e ricco di arcaismi, soprattutto nella descrizione degli ambienti, dei pensieri più reconditi e degli stati d’animo, con molteplici riferimenti a opere letterarie e artistiche e l’utilizzo di vocaboli in inglese, greco, tedesco, francese e latino – ben si sposa con il personaggio del nobile esteta Andrea Sperelli, seppur eloquenza e ricercatezza tendano, talvolta, soprattutto per via delle numerose metafore, ad appiattire il registro verbale. La sintassi, invece, è prettamente paratattica, ed è quindi in grado di rafforzare il frequente ricorso ad elencazioni, comparazioni ed anafore, all’interno di una prosa allusiva e musicale, che assume una funzione più espressiva che non comunicativa. Il racconto in senso stretto, poi, è affidato a un narratore onnisciente in terza persona, che alterna il suo punto di vista critico con quello interno del protagonista. Altri elementi di novità sono l’attenzione per le emozioni e i sentimenti e la semplificazione della trama, basata più sull’interiorità dei personaggi che sui fatti, con particolare importanza dedicata alle sensazioni suscitate dai luoghi e dagli oggetti. Da qui deriva anche l’uso del flashback che, di fatto, rompe lo schema lineare della narrazione, perseguendo piuttosto i moti interiori dei personaggi.