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Natalia Ginzburg, biografia e opere della scrittrice

Protagonista di un’esistenza difficile, vissuta a cavallo tra le due guerre, ha saputo riversare tutto il proprio dolore nelle sue intense pagine

Marco Netri

Marco Netri

GIORNALISTA E IMPRENDITORE

Ho iniziato a scrivere da giovanissimo e ne ho fatto il mio lavoro. Dopo la laurea in Scienze Politiche e il Master in Giornalismo conseguiti alla Luiss, ho associato la passione per la scrittura a quello per lo studio dedicandomi per anni al lavoro di ricercatore. Oggi sono imprenditore di me stesso.

Dall’attivismo politico, alla scrittura, al cinema, Natalia Ginzburg merita senza dubbio un posto d’onore tra le personalità culturali più influenti del turbolento Novecento. Nata in una famiglia vessata dalle leggi razziali, l’autrice ha riversato tutto il proprio dolore nelle sue pagine spesso disincantate, a tratti malinconiche, toccante testimonianze di una vita vissuta a cavallo tra le due Guerre.

Biografia

Natalia nasce a Palermo il 14 luglio del 1916 dallo scienziato ebreo Giuseppe Levi e da Lidia Tanzi, cattolica, ma trascorre l’intera gioventù a Torino, ricevendo un’educazione atea, che la porta a crescere in solitudine e a trovare nella scrittura e nella lettura due fedeli compagne, che la accompagneranno per tutta la vita. Conseguita la licenza media, frequenta il Liceo Vittorio Alfieri e inizia a dedicarsi alle opere di prosa. Iscrittasi all’Università, abbandona senza laurearsi la Facoltà di Letteratura preferendo cominciare a lavorare a contatto con il mondo editoriale e a impegnarsi nella lotta all’antifascismo. Nel 1933, pubblica il suo primo racconto, intanto si distingue anche come traduttrice di Proust.

Nel 1938 Natalia sposa Leone Ginzburg, co-fondatore della casa editrice Einaudi, dal quale avrà tre figli, Andrea, Alessandro e Carlo. Nel 1940, però, il marito viene esiliato da Torino per motivi razziali e i due trovano rifugio in Abruzzo, dove scriverà “La strada che va in città”, firmandolo con lo pseudonimo di Alessandra Tornimparte. Al termine dell’esilio, Leone viene nuovamente arrestato con l’accusa di editoria clandestina e recluso per diversi mesi al Regina Coeli, dove sarà torturato a morte.

Rimasta sola e con tre figli da accudire, Natalia Ginzburg fa ritorno a Torino, viene assunta da Einaudi e nel 1947 pubblica “È stato così”, il racconto della sua vita sotto il regime di Benito Mussolini.

Nel 1950, sposa il docente di letteratura inglese Gabriele Baldini e ha altri due figli, Susanna e Antonio, che muoiono però prematuramente. Trasferitasi a Roma, stringe una sincera amicizia con Cesare Pavese, debutta nel cinema con “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini e scrive opere di successo come “Tutti i nostri ieri” e “Lessico famigliare”, che nel 1963 le vale il prestigioso Premio Strega.

La sua vita però non ha pace e anche Gabriele Baldini perde la vita tragicamente, vittima della strage di Piazza Fontana. E’ l’evento che porta la scrittrice a dedicare gli anni successivi alla ricerca della verità sull’attentato e all’attivismo politico, che culmina nel 1983, quando diventa esponente del Partito Comunista. Muore il 7 ottobre del 1991.

Opere

Il miglior modo per approcciarsi alle opere di Natalia Ginzburg ed apprezzarne lo sviluppo della scrittura, è quello di seguire un ordine cronologico. La prolifica autrice ha ricalcato nei suoi libri uno spaccato drammatico di storia italiana, accompagnandolo con elementi autobiografici di rara intensità.

La strada che va in città, inizialmente firmata utilizzando uno pseudonimo, è la prima opera della Ginzburg. La protagonista del racconto è una ragazza di provincia cresciuta in campagna e desiderosa di trasferirsi in una grande città: per riuscirci è disposta a tutto, anche a contrarre un matrimonio di convenienza.

È stato così, è un piccolo romanzo, in cui la Ginzburg racconta ciò che davvero è stato, per lei, vivere sotto il regime fascista da donna.

Le voci della sera, è ambientato nella campagna piemontese e tutte le vicende dei personaggi ruotano attorno a un unico elemento, la fabbrica.

Lessico famigliare, rappresenta il punto più alto della produzione della Ginzburg, tradotto in diverse lingue e premiato con lo Strega. L’autrice ripercorre la vita quotidiana della sua famiglia e in particolare del padre Giuseppe, sottolineandone i gesti, le parole e i conflitti.

La famiglia Manzoni, è una delle ultime opere della Ginzburg, che offre una nuova versione dell’autore de I Promessi Sposi, non più celebrato come sommo poeta, ma solo come un umano peccatore e pessimo padre.