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William Blake e “London”: la critica sociale in versi 

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

La poesia London di William Blake svela la realtà contraddittoria della città, mettendo in luce le disuguaglianze sociali e l’oppressione esercitata dalle istituzioni. La sua voce si solleva contro l’inerzia di un potere che ignora la sofferenza dei più deboli, usando immagini incisive e un linguaggio capace di scuotere profondamente la sensibilità di chi legge.

L’Inghilterra della Rivoluzione Industriale

L’epoca in cui Blake compone London è segnata da importanti trasformazioni sociali ed economiche. La Rivoluzione Industriale sta modificando rapidamente il volto dell’Inghilterra: le città si affollano, le fabbriche sorgono a ridosso dei quartieri poveri e la manodopera a basso costo diventa un elemento fondamentale del nuovo assetto economico. Questo scenario contrappone l’idea di progresso tecnico a una condizione di disagio sociale spesso ignorata o sottovalutata.

Il costo umano di questa metamorfosi è alto. Le istituzioni politiche e religiose partecipano a questo processo di rapida crescita, ma si trovano impreparate di fronte all’emergere di sacche di miseria. Il contrasto tra la ricchezza dei commercianti e la povertà di chi non ha mezzi si fa ancora più forte all’interno di una città come Londra, simbolo per eccellenza del cambiamento industriale.

Blake osserva queste dinamiche con uno sguardo profondamente critico. Il suo interesse per la condizione umana lo porta a prendere le distanze dall’ottimismo illimitato verso il progresso materiale, sottolineando piuttosto la necessità di un rinnovamento etico che metta al centro la dignità di ogni individuo.

La poetica di Blake all’interno di Songs of Experience

Le liriche di William Blake sono raccolte in diversi volumi, fra cui Songs of Innocence e Songs of Experience. Il primo si concentra sulla purezza dell’infanzia e sulla percezione ingenua e luminosa del mondo. Il secondo mostra, invece, il volto che la realtà assume quando la perdita dell’innocenza diventa esperienza dolorosa. Proprio in Songs of Experience compare London, un testo che incarna lo sguardo disincantato del poeta di fronte alle miserie e alle ingiustizie della società.

La poetica di Blake, nella cornice di Songs of Experience, si caratterizza per la presenza di simboli potenti: la città diventa lo specchio di una condizione esistenziale in cui l’individuo si trova incatenato da vincoli sociali e morali. Le catene di cui Blake parla sono allo stesso tempo reali e metaforiche, riflettendo la presenza di norme e istituzioni che opprimono la libertà e il potenziale creativo della persona. Il suo linguaggio, privo di retorica superflua, denuncia la fine di qualsiasi speranza di elevazione spirituale in un mondo che sembra prigioniero delle proprie convenzioni.

Testo e traduzione della poesia “London”

La poesia apparve per la prima volta in Songs of Experience (1794). Ecco il testo in inglese e una sua traduzione in italiano:

“London” (da Songs of Experience, 1794)

I wander thro’ each charter’d street,
Near where the charter’d Thames does flow,
And mark in every face I meet
Marks of weakness, marks of woe.

In every cry of every Man,
In every Infant’s cry of fear,
In every voice: in every ban,
The mind-forg’d manacles I hear

How the Chimney-sweeper’s cry
Every black’ning Church appalls;
And the hapless Soldier’s sigh
Runs in blood down Palace walls

But most thro’ midnight streets I hear
How the youthful Harlot’s curse
Blasts the new-born Infant’s tear,
And blights with plagues the Marriage hearse

Traduzione italiana

Vago attraverso ogni strada sorvegliata,
Vicino a dove scorre sorvegliato il Tamigi,
E in ogni volto che incontro
Vedo segni di debolezza e dolore.

In ogni grido di ogni uomo,
Nel pianto di paura di ogni bambino,
In ogni voce, in ogni divieto,
Sento le catene forgiate dalla mente.

E come il grido dello spazzacamino
Spaventa ogni Chiesa che annerisce;
E il sospiro dello sventurato Soldato
Diventa sangue sui muri dei Palazzi.

Ma soprattutto, attraverso le strade nella notte,
Sento la maledizione della giovane Prostituta
Che spegne le lacrime del neonato,
E infetta con pestilenze il carro funebre del Matrimonio.

Analisi del testo: denuncia sociale e simbolismo

I versi di London si sviluppano in modo da creare un’atmosfera cupa e soffocante, in cui ogni parola sembra testimoniare la mancanza di libertà e di speranza. Il poeta si presenta come un osservatore solitario, un vagabondo che non trova ristoro nelle strade di Londra, poiché quelle stesse strade sono “sorvegliate” o “charter’d,” un termine che suggerisce un controllo rigido esercitato dalle autorità.

Le immagini evocate ruotano attorno a figure simboliche forti: il Chimney-sweeper che denuncia la Chiesa, il Soldato che macchia con il suo sangue i muri del palazzo reale, la Prostituta che maledice la sua stessa prole. In ognuno di questi elementi si coglie il contrasto tra il potere delle istituzioni e la disperazione dei singoli.

La città come prigione di corruzione e disperazione

Il richiamo alle “mind-forg’d manacles” sottolinea la presenza di catene non solo fisiche, ma soprattutto mentali, create da una società che rende l’uomo prigioniero di convenzioni e paure. Le strade di Londra sono descritte come uno spazio chiuso in cui regnano sofferenza e silenzio imposto, dove persino il fiume, simbolo di perenne movimento, appare soggetto a norme che ne limitano la libertà.

Il senso di prigionia sembra legato a tutte le fasce della popolazione, dai bambini ai soldati, dalle donne costrette alla prostituzione a chi è schiacciato dal proprio ruolo istituzionale. Non c’è possibilità di redenzione se persino la Chiesa, rappresentante ufficiale dell’etica cristiana, si mostra immobile e incapace di provare compassione di fronte al grido dello spazzacamino. L’intera realtà urbana si tramuta in un labirinto di disperazione, in cui lo sguardo del poeta individua solo immagini di dolore e colpa.

Chiesa, Stato e potere: la responsabilità delle istituzioni

Blake non risparmia critiche alle massime istituzioni della società. La Chiesa appare “annerita” dal grido di chi soffre, segnale che la sua dimensione spirituale è contaminata dall’ipocrisia e dalla negligenza verso i bisognosi. Il Palazzo reale, simbolo di autorità e di potere politico, si macchia del sangue dei soldati, a indicare che il prezzo delle guerre e delle politiche sbagliate ricade sulle vite più fragili. La Prostituta, inoltre, maledice l’innocenza del neonato e diventa un tramite di malattie e morte nel momento che dovrebbe celebrare l’unione e la vita, ossia il matrimonio.

In questa visione, ogni istituzione si rivela corresponsabile della degenerazione morale e del degrado che regna in città. La responsabilità non è mai di un singolo individuo, ma di un sistema che ignora la sofferenza e perpetua relazioni di potere inique. La denuncia poetica diventa, quindi, un invito a riflettere su come la collettività possa auto-incatenarsi attraverso il consenso passivo a norme ingiuste.

L’eredità di “London” nella letteratura moderna

La forza evocativa dei versi di Blake dimostra quanto la poesia possa diventare veicolo di critica e strumento di trasformazione. La rappresentazione cruda e quasi visionaria della città di cui ha scritto Blake, ha influenzato varie generazioni di scrittori e artisti, in particolare coloro che si sono occupati di temi sociali e hanno rappresentato le tensioni e gli squilibri della vita cittadina.

Nel Novecento, la risonanza di Blake si è rivelata in movimenti letterari e poetici che riconoscevano nell’autore un precursore di una forma d’arte tesa a smascherare le ipocrisie. La sua attenzione per gli ultimi, per le vittime dell’apparente progresso, anticipa riflessioni che torneranno prepotentemente durante le grandi rivoluzioni sociali, politiche e culturali del secolo scorso. Ancora oggi, la lettura di “London” offre uno strumento per riflettere sull’effetto delle strutture di potere sulle vite quotidiane e sulle coscienze individuali. Il poema mette in guardia contro la tentazione di confinare l’essere umano entro regole che finiscono per opprimerlo e contro l’indifferenza di chi vede, ma preferisce non agire.

Blake, con il suo stile diretto e immaginifico, spinge a prendere atto della sofferenza urbana, a discernere fra reale e apparente, e a non scindere mai l’aspetto spirituale da quello sociale. Una prospettiva che rimane sorprendentemente moderna, segno di una lungimiranza che affonda le radici in una sensibilità autentica e coraggiosa.