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The Lamb e The Tyger Blake

Nei Songs of Innocence e nei Songs of Experience, il poeta inglese mette in contrapposizione i due stati dell’esistenza umana, identificandoli nei due animali, simboli diversi della stessa creazione divina

Alessio Abbruzzese

Alessio Abbruzzese

GIORNALISTA

Nato e cresciuto a Roma, mi appassiono fin da piccolissimo al mondo classico e a quello sport, dicotomia che ancora oggi fa inevitabilmente parte della mia vita. Potete leggermi sulle pagine de Il cuoio sul Corriere dello Sport, e online sul sito del Guerin Sportivo. Mi interesso di numerosissime altre cose, ma di quelle di solito non scrivo.

Precursore non solo del romanticismo inglese, ma anche di quello europeo, William Blake è stato uno dei primi artisti del futuro movimento dello Sturm und Drang ad associare in maniera poliedrica testo e immagine, con lo scopo di fornire un corrispettivo visivo a quanto descritto nel testo. Depositario del concetto di “sublime” come terrificante e fonte di piacere assoluto allo stesso tempo, ed influenzato da religione e misticismo, Blake si dedicherà a nuove tecniche di stampa a colori e lavorerà ad importanti illustrazioni, quali quelle per il Paradiso perduto di Milton, per il Libro di Giobbe, considerato il suo capolavoro, e per la Divina Commedia di Dante.

Ritenuto un “folle” dai suoi contemporanei a causa di una personalità alternativa e ribelle, Blake si infervorerà per le rivoluzioni americana e francese, si opporrà alla Chiesa d’Inghilterra e litigherà con l’editore, perdendo l’occasione di illustrare i celebri Racconti di Canterbury di Geoffrey Caucher, padre della letteratura inglese. Sarà però riabilitato successivamente dal simbolismo e dal movimento della contestazione degli anni ’60 del Novecento.

Songs of Innocence e Songs of Experience

Tutta l’opera di Blake risulta estremamente complessa da comprendere, perché tutti i suoi testi si prestano ad una lettura stratificata ed una interpretazione che svela piani metaforici e simbolici. D’altro canto il testo di riferimento del poeta inglese è la Bibbia, da cui trarre ispirazione per visioni oniriche e ambigue.

Nei Songs of Innocence e nei successivi Songs of Experience, come evidenziato dagli stessi titoli, appare evidente la contrapposizione tra i due stati dell’esistenza umana, l’innocenza e l’esperienza. La prima si identifica in un mondo che ha le fattezze di un giardino dell’Eden, colmo di gioia e felicità e popolato da immagini simboliche di Cristo, come agnelli e fanciulli, mentre la seconda si contrappone a questa realtà paradisiaca, che in realtà è solo apparenza, e si riconosce nella dura realtà del mondo. Questo dualismo è quello che contraddistingue le due raccolte, anche se in realtà queste due condizioni esistenziali, sono complementari, come il bene e il male. Se nei “Songs of Innocence” infatti Blake vagheggia di uno stato ideale, cioè non ancora corrotto, consapevole però che la realtà rappresentata è solamente illusoria, perché come diventa evidente nei “Songs of Experience” è segnata da egoismo, crudeltà e ingiustizie sociali. Così Blake mette in contrapposizione la figura pura e incorrotta dell’agnello, in The Lamb, a quella inquietante della tigre in The Tyger.

The Tyger e The Lamb: analisi e confronto

“The Lamb” e “The Tiger” sono due poesie strutturate in maniera simile e basate sulle domande senza risposta del poeta su chi sia il creatore dei due animali, se sia veramente lo stesso. E questo perché la presenza dell’agnello presuppone l’esistenza della tigre, che a sua volta esiste solamente in quanto controparte dell’agnello.

Blake dunque richiama l’attenzione del lettore sul potere evocativo dell’agnello e della tigre. L’uno è una chiara immagine biblica, simbolo di purezza e innocenza, ma allo stesso tempo del calvario di Cristo, che si immola per salvare l’umanità dal peccato originale. Rappresenta però anche il “poeta fanciullo”, che come l’agnello ha una “tender voice” ed è “meek and mild”, e dunque si riferisce alla condizione umana dell’innocenza. Al contrario, la seconda è una creatura temibile e spaventosa, lontana dalla simbologia cristiana, i cui occhi di fuoco ne richiamano la natura satanica e che incarna il lato oscuro e demoniaco dell’uomo.

Sono ben tredici su ventiquattro versi totali le domande senza risposta di Blake collegate alla tigre, simbolo della sofferenza scaturita dall’esperienza umana: il poeta si interroga invano sulla natura e l’identità di questa creatura e poi esplicitamente la mette a paragone con l’agnello, chiedendole “Did he who made the Lamb make thee”, ovverosia “chi ha creato l’agnello ha creato anche te?”.

Blake, insomma, si tormenta cercando di comprendere come sia possibile che il principio del Bene e quello del Male siano entrambi stati generati dallo stesso Dio.

D’altro canto, però, “The Lamb” e “The Tyger” sono esemplificativi della concezione di realtà dell’autore, convinto che il mondo andasse letto come un libro scritto da Dio e che in ogni aspetto della vita terrena potessero essere colti i segni della presenza divina. Sono solo fede e intuito a rivelarsi strumenti in grado di garantire una conoscenza vera e profonda, mentre è l’immaginazione che consente all’uomo di vedere al di là della realtà fisica. In Blake anzi, l’immaginazione rappresenta lo stesso stato di esistenza dell’uomo.

Struttura stile, infine, sono volutamente semplici e lineari, mentre il lessico presenta solo alcuni arcaicismi, rifuggendo latinismi e termini particolarmente aulici, ma è l’uso di simbologie e immagini particolarmente complesse a rendere difficoltosa l’interpretazione dei testi.