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Anna Karenina: trama e commento dell'opera

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Lev Tolstoj, uno dei più grandi autori della letteratura russa e mondiale, ha scritto Anna Karenina, un capolavoro che esplora le complessità delle relazioni umane, dell’amore e della società. Pubblicato per la prima volta nel 1877, questo romanzo è una straordinaria fusione di dramma personale e riflessione sociale, ambientata nella Russia aristocratica del XIX secolo.

Al centro della vicenda c’è la figura tragica di Anna Karenina, una donna divisa tra il desiderio di passione e la moralità imposta dalla società. Anna Karenina non è solo una storia d’amore, ma una profonda indagine sui conflitti interiori e sulle conseguenze delle scelte individuali in una società rigidamente strutturata.

Anna Karenina: trama e riassunto

Il romanzo si apre con una delle frasi più celebri della letteratura: “Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”. Questa frase introduce uno dei temi principali del romanzo: la vita familiare e i problemi legati al matrimonio e alle relazioni affettive. Al centro della storia ci sono due vicende parallele: da un lato quella di Anna Karenina, dall’altro quella di Konstantin Levin, un proprietario terriero alla ricerca del significato della vita e dell’amore.

Anna Karenina è sposata con Aleksej Aleksandrovič Karenin, un uomo freddo e rigido che ricopre un’importante carica governativa. Sebbene il loro matrimonio sia rispettabile e rispettato dalla società, manca di vera passione e intimità. Durante un viaggio a Mosca per tentare di risolvere i problemi matrimoniali del fratello Stepan, Anna incontra il conte Aleksej Vronskij, un giovane ufficiale affascinante e carismatico. Tra Anna e Vronskij scoppia una passione travolgente che porta Anna a mettere in discussione tutto ciò che ha sempre considerato importante: il matrimonio, la famiglia e il suo ruolo nella società.

La relazione tra Anna e Vronskij diventa rapidamente un argomento di scandalo per la società russa dell’epoca. Anna, combattuta tra l’amore per Vronskij e la responsabilità verso il marito e il figlio, decide di abbandonare la sua vita precedente, sfidando le rigide convenzioni sociali. Tuttavia, il prezzo di questa scelta è altissimo: Anna viene progressivamente isolata dalla società, e la sua relazione con Vronskij, pur essendo inizialmente appassionata e romantica, comincia a deteriorarsi sotto il peso del giudizio sociale e delle aspettative reciproche.

Parallelamente alla storia di Anna, il romanzo segue la vicenda di Levin, un uomo che rappresenta l’altro lato della ricerca della felicità. Levin è profondamente innamorato di Kitty Ščerbackaja, ma la sua proposta di matrimonio viene inizialmente rifiutata a causa dell’interesse di Kitty per Vronskij. Dopo molte riflessioni e difficoltà, Levin riesce finalmente a sposare Kitty e cerca di costruire una vita felice basata sull’amore sincero e su una vita agricola semplice e onesta.

Il romanzo culmina con la tragica fine di Anna, che, oppressa dal peso dell’isolamento e dalla crescente insoddisfazione nella sua relazione con Vronskij, decide di togliersi la vita gettandosi sotto un treno. Mentre la sua vicenda termina in tragedia, la storia di Levin si conclude con una nota più positiva: egli trova una sorta di pace interiore attraverso la sua famiglia e il lavoro agricolo, pur continuando a riflettere sulle grandi domande esistenziali.

Analisi e commento di Anna Karenina

Anna Karenina è un romanzo che affronta temi profondi e complessi come la passione amorosa, la moralità sociale e la ricerca della felicità. La figura di Anna rappresenta la donna che osa sfidare le norme di una società rigidamente patriarcale, in cui il ruolo della donna è definito e limitato. Anna cerca di inseguire un amore autentico e passionale, ma questa ricerca la porta in conflitto con una società che non è pronta ad accettare il suo desiderio di indipendenza e libertà. Il tradimento di Anna non è solo verso il marito, ma verso l’intera struttura sociale che impone alle donne ruoli rigidi e soffocanti.

Tolstoj esplora anche la dicotomia tra amore e dovere, tra la passione individuale e le responsabilità sociali. Anna è lacerata tra il suo amore per Vronskij e l’affetto per il figlio Sergej, che è costretta ad abbandonare per poter vivere la sua storia d’amore. Il suo desiderio di vivere una vita pienamente autentica si scontra con il giudizio spietato della società russa, che la isola e la condanna. Tolstoj mostra come le convenzioni sociali possano essere spietate e opprimenti, e come chi osa sfidarle rischi di pagare un prezzo altissimo.

Dall’altra parte, la figura di Levin rappresenta un percorso diverso. Levin cerca la verità e la felicità non attraverso la passione, ma attraverso una vita semplice, fatta di lavoro e famiglia. Il suo viaggio è uno di introspezione e ricerca spirituale. Attraverso Levin, Tolstoj esprime le sue riflessioni sulla fede, sull’esistenza e sul senso della vita. A differenza di Anna, che cerca una felicità immediata e passionale, Levin trova la sua soddisfazione in un percorso più lungo e riflessivo, in cui il senso del dovere e la responsabilità verso gli altri giocano un ruolo fondamentale.

Un altro aspetto cruciale del romanzo è la rappresentazione della società russa del XIX secolo. Tolstoj dipinge un quadro dettagliato dell’aristocrazia russa, con tutte le sue ipocrisie e contraddizioni. Mentre i personaggi maschili, come Vronskij e Karenin, sono in grado di mantenere una certa rispettabilità anche di fronte a relazioni extraconiugali, le donne come Anna sono soggette a un doppio standard morale, e la loro trasgressione viene punita con l’ostracismo sociale. Tolstoj critica questa disparità, evidenziando le ingiustizie che derivano da una struttura sociale basata su valori conservatori e patriarcali.

La tragedia di Anna Karenina risiede nella sua incapacità di trovare una soluzione al conflitto tra la sua identità individuale e i ruoli che la società le impone. Il suo desiderio di essere amata per ciò che è, e non per ciò che dovrebbe rappresentare, la porta alla rovina. Il suicidio di Anna è la manifestazione estrema della sua alienazione: non riesce a conciliare le sue aspirazioni personali con le aspettative sociali, e, alla fine, non vede altra via d’uscita.