Ultimo canto di Saffo di Leopardi: analisi e commento
L’“Ultimo canto di Saffo” è una delle opere più intense e significative di Giacomo Leopardi, in cui il poeta presta la sua voce alla leggendaria poetessa greca Saffo, immaginando il suo monologo interiore prima del suicidio. Attraverso questo componimento, Leopardi esplora temi universali come la sofferenza, l’emarginazione e la ricerca di senso nell’esistenza umana.
Composto nel maggio del 1822, l'”Ultimo canto di Saffo” si inserisce in un periodo particolarmente prolifico per Leopardi, durante il quale egli approfondisce tematiche esistenziali e riflette sulla condizione umana. La scelta di Saffo come protagonista non è casuale: la poetessa di Lesbo, vissuta tra il VII e il VI secolo a.C., è celebre per la sua sensibilità e per la leggenda che la vede suicida a causa di un amore non corrisposto per il giovane Faone. Leopardi si identifica con Saffo, condividendo con lei sentimenti di emarginazione e sofferenza derivanti dalla consapevolezza della propria diversità e dalla mancata corrispondenza tra l’interiorità e l’esteriorità.
- Riassunto del componimento
- Struttura, metrica e tematiche dell'Ultimo canto di Saffo
- Il significato della poesia
Riassunto del componimento
Nella prima strofa, Saffo si rivolge alla notte serena e al pudico raggio della luna calante, nonché al pianeta Venere che annuncia il giorno. Queste immagini, un tempo fonte di gioia, non riescono più a consolarla, poiché ora è preda delle Erinni (le furie della passione) e del Fato avverso. La natura, un tempo amica, appare ora indifferente al suo dolore. Nella seconda strofa, Saffo contempla la bellezza del cielo e della terra, lamentando che nessuna parte di essa le sia stata concessa. Si sente un’ospite sgradita nel regno della Natura, una amante disprezzata che invano cerca di connettersi con le forme vezzose che la circondano.
Nella terza strofa, riflette sulla sua condizione di donna dotata di un animo nobile e sensibile, ma intrappolata in un corpo brutto e giovane. Si chiede perché, pur avendo un cuore ardente e una mente elevata, le sia stato negato l’amore e la felicità. Accusa la Natura di averla creata solo per il dolore, rendendola oggetto di scherno e disprezzo. Nella quarta e ultima strofa, Saffo si congeda dalla vita, augurando al suo amato Faone una felicità che a lei è stata negata. Accetta il suo destino di morte, vedendo in essa l’unica via di fuga dalla sofferenza. Conclude affermando che, per lei, tutte le speranze e le illusioni sono svanite, lasciandola sola nell’oscurità.
Struttura, metrica e tematiche dell’Ultimo canto di Saffo
Il componimento è una canzone libera composta da quattro strofe di diciotto versi ciascuna. I primi sedici versi di ogni strofa sono endecasillabi sciolti, seguiti da un settenario che rima con l’ultimo endecasillabo. Questa struttura conferisce al testo un ritmo solenne e meditativo, adatto alla profondità dei temi trattati.
L'”Ultimo canto di Saffo” affronta temi profondamente legati alla condizione umana e alla sensibilità leopardiana. La sofferenza derivante dalla disarmonia tra l’interiorità e l’esteriorità è centrale: Saffo possiede un’anima nobile e sensibile, ma è imprigionata in un corpo che la società considera brutto, causando emarginazione e dolore. La Natura è rappresentata come una matrigna indifferente, che crea esseri destinati alla sofferenza senza alcuna pietà. Saffo si sente tradita dalla Natura, che l’ha dotata di un animo elevato ma le ha negato le gioie dell’amore e della bellezza. Il tema del suicidio emerge come ultima risorsa per sfuggire a un’esistenza insopportabile. Saffo vede nella morte l’unica via di liberazione dal dolore e dall’emarginazione, accettando il suo destino con una sorta di rassegnata dignità.
Il significato della poesia
Attraverso la figura di Saffo, Leopardi esprime il proprio senso di alienazione e sofferenza. La poetessa diventa un alter ego del poeta, entrambi dotati di una sensibilità straordinaria ma condannati a soffrire a causa della loro diversità e della crudeltà della Natura. Il componimento può essere letto come una riflessione sulla condizione dell’artista, spesso incompreso e isolato, e sulla tensione tra l’ideale e il reale. Saffo rappresenta l’anima elevata che aspira alla bellezza e all’amore, ma che si scontra con la dura realtà dell’esistenza, trovando nella morte l’unica soluzione al proprio tormento.
L'”Ultimo canto di Saffo” è un’opera di straordinaria profondità emotiva e filosofica, in cui Leopardi esplora temi universali attraverso la voce di una figura leggendaria. La canzone offre una meditazione intensa sulla sofferenza, l’emarginazione e la ricerca di senso, riflettendo al contempo le esperienze personali del poeta e le sue riflessioni sulla condizione umana.