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Carme 51 di Catullo: testo, traduzione e figure retoriche

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Il Carme 51 di Catullo è una delle sue poesie più celebri e rappresenta un momento significativo nella letteratura latina. In questo componimento, il poeta esprime le intense emozioni suscitate dalla presenza dell’amata Lesbia, descrivendo le reazioni fisiche e psicologiche che l’amore provoca in lui. Il carme è particolarmente noto per essere una traduzione o adattamento di un’ode della poetessa greca Saffo, evidenziando così l’influenza della lirica greca sulla poesia latina.

Carme 51 Catullo: il testo

Ille mi par esse deo videtur,
ille, si fas est, superare digos,
qui sedens adversus identidem te
spectat et audid
dulce videntem, misero quod omnis
elidit sensus mihi: non simul te,
Lesbia aspexi, mihi est super mi
vocis in ore;
lingua sed torpet, tenuis sub ertus
clon demovet, sonitu suopte
tintinant aures,
genita teguntur
lumina nocte.
Otium Catulle tibi molestum est,
otio exultasminiumque gestis;
otium et veges prius et beatos
perdidit urbes.

Carme 51 Catullo: la traduzione

Egli mi sembra pari a un dio,
egli, se è lecito, superiore agli dei,
colui che sedendo di fronte a te
ti guarda e ti ascolta
mentre ridi dolcemente, cosa che a me, misero,
strappa tutti i sensi: infatti, non appena ti ho visto,
Lesbia, nulla mi rimane
di voce in bocca;
ma la lingua si intorpidisce, una sottile fiamma
scorre sotto le mie membra, con il loro suono
tintinnano le orecchie, gli occhi
sono coperti da una doppia notte.
L’ozio, Catullo, ti è molesto:
nell’ozio esulti e ti agiti troppo;
l’ozio prima ha rovinato re
e città felici.

L’analisi del carme

Il Carme 51 è un componimento di straordinaria importanza nella produzione poetica di Catullo, non solo per la sua bellezza intrinseca, ma anche per le profonde implicazioni letterarie e culturali che porta con sé. Esso rappresenta un punto di incontro tra la tradizione lirica greca e quella latina, evidenziando l’abilità di Catullo nel fondere influenze esterne con la propria voce poetica distintiva.

Struttura e metrica

Il carme è composto da quattro strofe di quattro versi ciascuna, scritte in strofe saffiche. Questo schema metrico, tipico della poetessa greca Saffo, è caratterizzato da tre versi endecasillabi seguiti da un adonio. L’adozione di questa metrica non è casuale: Catullo, infatti, sta rendendo omaggio a Saffo, traducendo e adattando il suo celebre Frammento 31. La scelta della strofa saffica conferisce al componimento un ritmo melodico e cadenzato, riflettendo la musicalità della poesia greca.

Temi principali

Il carme affronta diversi temi centrali nella poetica catulliana:

  • Amore e desiderio: Catullo descrive l’intensità del suo sentimento per Lesbia, evidenziando come la sua presenza susciti in lui una serie di reazioni fisiche e psicologiche. L’amore è presentato come una forza travolgente, capace di alterare i sensi e la percezione del poeta.
  • Gelosia: la figura dell’uomo che siede di fronte a Lesbia, osservandola e ascoltandola, provoca in Catullo una profonda gelosia. Egli percepisce questo individuo come “pari a un dio” per la sua vicinanza all’amata, sottolineando il proprio senso di esclusione e sofferenza.
  • Ozio: nell’ultima strofa, Catullo riflette sull’ozio (otium), considerandolo una condizione pericolosa che porta all’eccesso e alla rovina. Egli ammonisce se stesso, riconoscendo che l’ozio ha distrutto in passato re e città prospere, suggerendo una connessione tra l’inattività e la corruzione morale.

Figure retoriche

Catullo arricchisce il Carme 51 con una serie di figure retoriche che contribuiscono a enfatizzare l’intensità delle sue emozioni e a rendere il componimento particolarmente espressivo. La anafora, presente nella ripetizione del pronome “ille” all’inizio dei primi due versi, mette in risalto la figura dell’uomo che, osservando e ascoltando Lesbia, suscita la gelosia del poeta. Questo elemento strutturale non solo rafforza il contrasto tra Catullo e il suo rivale, ma sottolinea l’ossessione del poeta per la scena che si svolge davanti ai suoi occhi.

L’allitterazione dei suoni “s” e “t”, evidente nell’espressione “spectat et audit”, crea un effetto sonoro particolarmente evocativo, attirando l’attenzione sul gesto del rivale e contribuendo a una maggiore drammaticità del momento. Il suono ripetuto sembra quasi scandire la scena con un ritmo insistente, accentuando la sofferenza e l’ansia del poeta.

Un’altra figura retorica significativa è l’onomatopea, che compare nel verso “tintinant aures”. Il verbo “tintinant”, che significa “tintinnano”, riproduce fonicamente il suono del ronzio nelle orecchie, dando corpo all’intensa reazione fisica che l’emozione provoca in Catullo. Grazie a questa scelta stilistica, il lettore può quasi percepire il disorientamento del poeta, che perde progressivamente il controllo dei propri sensi.

L’uso della metafora si manifesta in modo evidente nell’espressione “gemina teguntur lumina nocte”, che descrive la sensazione di cecità causata dalla forte emozione. L’oscuramento della vista non è solo una reazione fisica, ma simboleggia anche la perdita della lucidità mentale del poeta, completamente sopraffatto dalla passione e dall’angoscia. L’immagine della “doppia notte” suggerisce un senso di soffocamento e impotenza, quasi un preludio alla disperazione.

Infine, la struttura del carme segue un climax, ossia una progressione delle sensazioni fisiche che culminano nella totale perdita di controllo. Catullo descrive dapprima il torpore della lingua, poi la fiamma che si diffonde nel corpo, il ronzio nelle orecchie e infine l’oscuramento della vista. Questo crescendo enfatizza l’impatto devastante della passione amorosa su di lui, rendendolo incapace non solo di parlare, ma persino di percepire chiaramente la realtà che lo circonda. L’insieme di queste figure retoriche trasforma il Carme 51 in una rappresentazione vivida e intensa del tumulto interiore provocato dall’amore e dalla gelosia.

Il legame con Saffo: traduzione o rielaborazione?

Uno degli aspetti più affascinanti del Carme 51 è il suo legame con il Frammento 31 di Saffo, una delle più celebri poesie della letteratura greca. Il testo originale greco descrive le reazioni fisiche ed emotive di una donna che osserva un’altra donna mentre conversa con un uomo, suscitando in lei un senso di perdita e desiderio inespresso.

Catullo non si limita a tradurre il componimento di Saffo, ma lo riadatta in chiave personale, trasformando il punto di vista e introducendo elementi della sua poetica. Nella versione latina, il poeta inserisce il nome di Lesbia, la donna amata, rendendo il testo una dichiarazione d’amore più diretta e autobiografica. Inoltre, mentre Saffo si concentra esclusivamente sulle emozioni dell’io lirico, Catullo introduce un elemento di riflessione con l’ultima strofa dedicata all’otium, che non è presente nell’originale greco.

Questa aggiunta finale segna una svolta importante nella lirica catulliana. Se nei versi precedenti il poeta si abbandona alle emozioni amorose, nell’ultima strofa assume un tono più riflessivo e quasi filosofico. L’ozio, infatti, non è soltanto il tempo libero, ma rappresenta uno stato di inerzia e decadenza, che conduce alla rovina sia personale che politica. Questo concetto si rifà alla concezione romana dell’otium come contrario del negotium, ovvero l’attività pubblica e il dovere civico. Il riferimento ai re e alle città distrutte dall’ozio potrebbe riflettere una critica più ampia alla società romana e ai suoi costumi.

Il ruolo dell’ozio nella poetica di Catullo

L’ultimo passaggio del carme offre una prospettiva nuova sul ruolo dell’otium nella vita di Catullo. Se da un lato l’otium permette al poeta di dedicarsi alla scrittura e alla contemplazione amorosa, dall’altro diventa una forza distruttiva che amplifica le sue sofferenze e lo allontana dall’equilibrio interiore. Questo tema è ricorrente nella sua produzione: l’otium non è solo la condizione che gli permette di esprimere il suo amore per Lesbia, ma anche la causa della sua angoscia e della sua rovina emotiva.

L’idea che l’otium porti alla decadenza è fortemente radicata nel pensiero romano. Secondo la mentalità repubblicana, il cittadino ideale doveva essere attivo nella politica e nella vita pubblica, mentre l’inattività era vista con sospetto, poiché poteva portare alla corruzione dei costumi e al declino delle istituzioni. In questo senso, il riferimento finale alla distruzione dei re e delle città può essere letto come un monito non solo personale, ma anche sociale e politico.

Il Carme 51 è una delle poesie più influenti della letteratura latina, sia per la sua forma che per i suoi contenuti. La sua struttura in strofe saffiche e l’adozione di uno stile ispirato alla poesia greca lo rendono un modello per i poeti successivi, specialmente per Orazio, che riprenderà questa metrica nelle sue Odi.

Inoltre, il tema della passione amorosa come forza travolgente e incontrollabile diventerà un leitmotiv nella poesia elegiaca romana, influenzando autori come Properzio, Tibullo e Ovidio. La descrizione fisica dell’innamoramento, con il progressivo annullamento dei sensi, sarà ripresa più volte nella tradizione letteraria successiva, diventando un topos della poesia amorosa.

La capacità di Catullo di fondere elementi della tradizione greca con la sua esperienza personale conferisce al carme un carattere innovativo, che lo distingue dalle semplici traduzioni. Il gioco di contrasti tra estasi amorosa e consapevolezza della propria fragilità, tra desiderio e riflessione morale, tra emozione pura e critica sociale, ne fa un testo di straordinaria modernità.

Ancora oggi, il Carme 51 continua a essere oggetto di studio e riflessione, dimostrando la forza senza tempo della poesia catulliana e la sua capacità di parlare alle emozioni più profonde dell’animo umano.