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Clitennestra: chi era la regina di Micene che uccise Agamennone

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Clitennestra, personaggio emblematico della mitologia greca, rappresenta uno dei ritratti femminili più complessi e controversi. Figura centrale della tragedia greca, la sua storia si intreccia con quella delle vicende della guerra di Troia, della famiglia degli Atridi e dei drammi familiari più intricati dell’antichità. La sua vita è segnata da tragedie, passioni e vendette che la portano a compiere atti memorabili e terribili, culminando nell’omicidio di Agamennone, suo marito.

Chi era Clitennestra, la regina di Micene

Clitennestra era la figlia di Tindaro, re di Sparta, e di Leda, la stessa Leda che, secondo il mito, fu sedotta da Zeus sotto forma di cigno. Questo rende Clitennestra sorella di personaggi illustri come Elena di Troia, Castore e Polluce. La sua ascendenza regale la pose in una posizione di grande rilievo nel mondo mitologico, e la sua vita si svolse nel contesto della città di Micene, dove regnava come regina accanto a suo marito, Agamennone.

Prima di sposare Agamennone, Clitennestra era la moglie di Tantalo, ma Agamennone, figlio di Atreo e re di Micene, lo uccise per prendere Clitennestra come sua sposa. Questo atto violento e crudele fu il primo di una lunga serie di tragedie che avrebbe segnato la vita della regina. Anche se costretta a sposare Agamennone, Clitennestra sembrava svolgere il suo ruolo di regina con dignità e potere, assumendo il controllo della città in assenza del marito durante la lunga campagna contro Troia.

Il regno di Clitennestra a Micene si svolse in un periodo di grandi tensioni, non solo politiche ma anche familiari. La casa degli Atridi, cui apparteneva Agamennone, era nota per essere segnata da maledizioni e tragedie, una famiglia che sembrava destinata a essere colpita da eventi fatali.

Clitennestra: perché uccise Agamennone

L’omicidio di Agamennone da parte di Clitennestra rappresenta uno degli atti più discussi della mitologia greca, ed è al centro di molte tragedie classiche, tra cui l’Orestea di Eschilo. Ma cosa spinse Clitennestra a commettere un atto così grave?

Uno dei motivi principali fu la decisione di Agamennone di sacrificare la loro figlia, Ifigenia, per placare l’ira della dea Artemide e ottenere venti favorevoli per navigare verso Troia. Questo sacrificio, avvenuto contro la volontà della madre, distrusse profondamente Clitennestra, che da quel momento covò un profondo odio nei confronti del marito. Ifigenia rappresentava tutto per Clitennestra, e la sua morte segnò l’inizio del desiderio di vendetta della regina.

Durante l’assenza di Agamennone, impegnato nella guerra di Troia, Clitennestra iniziò una relazione con Egisto, cugino di Agamennone e figlio di Tieste, anch’egli desideroso di vendetta contro la famiglia di Atreo. Egisto e Clitennestra trovarono un’alleanza nella loro comune volontà di eliminare Agamennone, sia per motivi personali che politici. Quando Agamennone tornò a Micene, dopo dieci anni di guerra, fu accolto da Clitennestra con parole gentili e un’apparente ospitalità. Tuttavia, quella stessa notte, Clitennestra, aiutata da Egisto, uccise il marito nel bagno, usando una spada o una scure.

Le motivazioni di Clitennestra furono complesse: da un lato c’era l’odio per il sacrificio di Ifigenia, dall’altro il desiderio di vendetta per l’umiliazione subita durante il matrimonio forzato con Agamennone. Infine, vi era anche la volontà di consolidare il potere a Micene insieme a Egisto, liberandosi di un marito assente e dispotico. Clitennestra non si limitò a essere una donna tradita, ma si eresse a figura vendicatrice, assumendo un ruolo attivo nella tragica spirale di violenza che segnava la sua famiglia.

L’atto di Clitennestra non fu però senza conseguenze. Il suo figlio Oreste, che era stato mandato in esilio per essere protetto dalle vendette incrociate della famiglia, tornò anni dopo per vendicare il padre. Incoraggiato dalla sorella Elettra e spinto dal dovere morale imposto dagli dèi, Oreste uccise sua madre, chiudendo così il ciclo di vendetta che aveva caratterizzato la casa degli Atridi.

Clitennestra, nella sua complessità, rimane una figura ambivalente: è una madre che soffre per la perdita di una figlia, una moglie tradita e forzata a un matrimonio indesiderato, ma anche una regina potente e una donna che sfida il patriarcato, assumendosi la responsabilità di azioni che vanno contro le norme stabilite. La sua storia continua a essere analizzata e interpretata come un potente simbolo di ribellione, dolore e vendetta.