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La letteratura in Francia nel Medioevo

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Nel cuore del Medioevo, la letteratura francese attraversò un periodo di straordinaria fioritura, dando vita a generi e tematiche che hanno lasciato un segno indelebile nella storia culturale europea.

Tra il XII e il XIII secolo, in Francia si assistette all’ascesa dell’epica cavalleresca e della letteratura cortese, generi che esploravano, rispettivamente, le gesta eroiche dei cavalieri e l’ideale dell’amore cortese, con narrazioni che intrecciavano coraggio, lealtà e amore, riflettendo i valori e le aspirazioni della società medievale.

In questo articolo vedremo come questi generi letterari non solo hanno riflettuto, ma anche plasmato la cultura e i valori del loro tempo, offrendo ai lettori moderni uno sguardo sulle dinamiche sociali e culturali del Medioevo francese: un’epoca che, con le sue storie di eroi e amanti, continua a influenzare la letteratura e la cultura contemporanea.

Le lingue medioevali in Francia: lingua d’oil e lingua d’oc

L’epica cavalleresca francese fiorì in due distinti contesti linguistici e culturali: la lingua d’oil e la lingua d’oc, due varietà di volgare parlate rispettivamente nella Francia settentrionale e meridionale. Il nome deriva dalla diversa modalità in cui veniva espressa nelle due lingue l’affermazione “sì”. Il francese moderno deriva dalla lingua d’oil e infatti l’attuale “oui” viene proprio dall’antico oil.

  • Nel nord della Francia, la lingua d’oil era il veicolo attraverso cui venivano narrate le gesta eroiche dei cavalieri, come quelle di Carlo Magno e dei suoi paladini. Grazie al linguaggio vigoroso e diretto della lingua d’oïl, le “chansons de geste” esprimevano i valori cavallereschi dell’epoca, come il coraggio, la fedeltà feudale e il sacrificio eroico, influenzando profondamente la cultura e la letteratura europea.
  • Al contrario, nel sud della Francia, la lingua d’oc dava voce a una cultura letteraria distinta, conosciuta per la poesia lirica dei trovatori. Sebbene meno associata all’epica cavalleresca, la lingua d’oc contribuì significativamente al panorama letterario medievale, specialmente nell’ambito della lirica e del discorso amoroso.

La distinzione linguistica tra la lingua d’oil, utilizzata nelle chansons de geste, e la lingua d’oc, lingua dei trovatori, riflette anche una diversità tematica e stilistica che caratterizza la pluralità della letteratura medievale francese.

I generi della letteratura francese: l’epica cavalleresca

Nel panorama letterario medievale francese, l’epica cavalleresca rivestì un ruolo centrale, plasmando la cultura e i valori dell’epoca attraverso le celebri chansons de geste. Queste narrazioni, composte nella lingua d’oïl del nord della Francia, erano poemi epici che glorificavano le gesta di cavalieri ed eroi, spesso con forti connotazioni storiche e morali.

Al cuore di questo genere letterario si trova la Canzone di Orlando, considerata il capolavoro dell’epica francese e uno dei più antichi e significativi esempi di chansons de geste. Attraverso il racconto del sacrificio eroico di Orlando contro gli invasori saraceni a Roncisvalle, questo poema non solo esalta i valori della lealtà, del coraggio e dell’onore cavalleresco, ma riflette anche le tensioni e gli ideali dell’epoca, fungendo da potente strumento di coesione culturale e identitaria. La sua importanza nella letteratura francese è immensa, avendo influenzato generazioni di opere successive e contribuendo a forgiare l’immaginario collettivo intorno alla figura del cavaliere eroico.

La Canzone di Orlando: trama

La Canzone di Orlando, conosciuta anche come “Chanson de Roland“, rappresenta uno dei più antichi e illustri esempi di epica cavalleresca nella letteratura francese medievale. Composta alla fine del XI secolo, questa chanson de geste narra le gesta eroiche e la tragica fine di Orlando (Roland), paladino e nipote di Carlo Magno, durante la battaglia di Roncisvalle. Nonostante sia basata su eventi storici, la narrazione eleva la figura di Orlando a simbolo di virtù cavalleresca, coraggio e lealtà, trasformando la storia in un mito fondante dell’identità culturale francese.

La trama della Canzone di Orlando si focalizza sul tradimento di Gano di Maganza, che conduce l’arretrato dell’esercito franco in un’imboscata da parte dei Saraceni. Orlando, con il suo famoso olifante e la spada Durendal, combatte valorosamente ma è infine sopraffatto dal numero dei nemici. Il suo eroico sacrificio e la sua morte sono presentati come un’apoteosi delle virtù cavalleresche, sottolineando temi quali l’onore, il dovere e la fedeltà al sovrano. La narrazione, ricca di pathos e di momenti di alta tensione emotiva, culmina con l’intervento divino e la vendetta di Carlo Magno sui traditori e sugli invasori, sancendo la vittoria dei valori cristiani e cavallereschi.

La letteratura cortese in Francia

Nello stesso periodo si sviluppa nelle corti feudali la letteratura cortese che si distingue in due filoni:

  • il romanzo cavalleresco, che riprende le leggende del ciclo bretone (come quella dei cavalieri della Tavola Rotonda e di re Artù), scritto in lingua d’oil, la lingua della Francia del Nord;
  • la lirica provenzale, scritta in lingua d’oc, parlata nella Francia del Sud, con due stili, uno più chiaro (trobar leu) e uno più oscuro (trobar clus).

A differenza dell’epica, focalizzata su battaglie e gesta eroiche, la letteratura cortese si concentra sull’individuo, i suoi sentimenti e le sue relazioni interpersonali, incarnando un ideale di raffinatezza e decoro.

Il romanzo cavalleresco

Il romanzo cavalleresco, uno dei due pilastri della letteratura cortese, intreccia avventure e queste eroiche a trame amorose complesse, dove il cavaliere, oltre alla forza fisica, deve dimostrare saggezza, cortesia, galanteria e lealtà nei confronti della dama amata. Opere come “Lancelot” o “Il Romanzo della Rosa” esemplificano questa nuova visione, dove l’amore diviene motore di azioni e riflessioni profonde.

Fiorito nel contesto culturale della lingua d’oil del nord della Francia, il romanzo cavalleresco rappresenta una delle manifestazioni letterarie più raffinate del Medioevo. Caratterizzato da una narrazione in versi, questo genere letterario si distingue per la sua capacità di intrecciare le gesta eroiche dei cavalieri con intricate trame amorose, all’interno di un universo narrativo dove l’ideale cavalleresco si fonde con elementi fantastici e avventure mirabolanti.

Un elemento distintivo del romanzo cavalleresco è la sua profonda connessione con il ciclo bretone, una raccolta di leggende e miti che ruotano attorno alla figura di Re Artù, ai cavalieri della Tavola Rotonda e al magico regno di Camelot: queste storie, permeate di magia, amore cortese e sfide eroiche, non solo arricchiscono il tessuto narrativo del romanzo cavalleresco, ma contribuiscono anche a definirne l’estetica e i valori, proponendo modelli e virtù ideali che avrebbero influenzato la letteratura e la cultura europea nei secoli a venire.

La lirica provenzale

L’altro pilastro della letteratura cortese, la lirica provenzale, fiorita nel Sud della Francia e scritta nella lingua d’oc, arricchisce ulteriormente la letteratura cortese con la sua poesia d’amore, dove i trovatori cantano le lodi dell’amore cortese, elevandolo a massimo ideale di vita e comportamento.

La lirica provenzale rappresenta un capitolo fondamentale della letteratura medievale, grazie all’opera dei trovatori, poeti e musicisti itineranti che celebravano l’amore cortese e le virtù cavalleresche. Questi artisti del verbo, provenienti da diverse classi sociali, dalla nobiltà ai ceti più umili, diffondevano i loro componimenti da una corte all’altra, influenzando profondamente la cultura e l’estetica del tempo.

All’interno della lirica trovadorica si distinguono principalmente due correnti stilistiche, il “trobar leu” e il “trobar clus”:

  • Il trobar leu, letteralmente “poetare chiaro”, si caratterizza per la sua chiarezza espressiva, la semplicità formale e tematica, rendendolo accessibile a un vasto pubblico. Questa forma poetica spesso esplora temi dell’amore cortese, della natura e delle qualità del buon cavaliere, con uno stile diretto e un linguaggio ricco di immagini vivide e comprensibili.
  • Al contrario, il trobar clus, o “poetare oscuro”, è noto per la sua complessità e oscurità, con versi densi di metafore, allusioni e giochi di parole che richiedono una profonda riflessione e una certa erudizione per essere pienamente apprezzati. Questo stile si rivolgeva a un pubblico più ristretto e colto, capace di cogliere le sfumature e le ambiguità poetiche celate dietro gli apparenti enigmi linguistici.

La distinzione tra “trobar leu” e “trobar clus” riflette la ricchezza e la varietà della lirica provenzale, testimoniando la capacità dei trovatori di adattare la loro arte alle diverse esigenze e gusti del loro pubblico, contribuendo così a plasmare l’evoluzione della poesia lirica europea.

La letteratura francese nel Medioevo: stampa la scheda

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