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La fuga di Angelica nell'Orlando Furioso: riassunto e analisi

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Tra i tanti fili narrativi che si intrecciano nell’Orlando Furioso, la fuga di Angelica rappresenta uno degli episodi più celebri e caratterizzanti dell’intero poema. La principessa del Cataio è una figura ambigua, affascinante e sfuggente, il cui ruolo, pur apparentemente marginale rispetto alla guerra tra cristiani e saraceni, diventa centrale nel movimentare l’intreccio. Angelica, infatti, è l’oggetto del desiderio di numerosi cavalieri, e la sua fuga diventa una metafora dell’amore idealizzato, dell’ossessione erotica, ma anche della libertà femminile.

La figura di Angelica attraversa il poema come una presenza seducente e irraggiungibile, capace di trasformare ogni incontro in un nuovo snodo narrativo. Ariosto, con il suo stile ironico e raffinato, ne fa una vera e propria forza centrifuga che disgrega gli ordini precostituiti, sovverte gerarchie e obblighi cavallereschi, e mette in crisi l’identità stessa dei personaggi maschili, a cominciare da Orlando.

Riassunto: l’inizio della fuga e le sue tappe

Angelica compare già nel Orlando Innamorato di Boiardo, ma è nel Furioso che la sua figura acquista spessore narrativo e autonomia. Quando il poema di Ariosto si apre, la principessa è già in fuga: approfittando del caos generato dalla guerra e dalla dispersione dei cavalieri, si allontana e comincia un lunghissimo viaggio solitario, ricco di incontri, pericoli e colpi di scena.

La sua fuga è continuamente ostacolata da cavalieri che la inseguono per amore o per interesse. Tra questi spiccano Orlando, che perde progressivamente il senno per lei, e Rinaldo, suo rivale in amore. La fuga di Angelica è una vera e propria odissea erotica e cavalleresca, che la porta a incontrare personaggi come Sacripante, Ferraù, Astolfo, Brunello, Medoro, e altri ancora.

In questo vagabondare, Angelica cambia status: da oggetto passivo del desiderio maschile a soggetto attivo, che sceglie, rifiuta, inganna, si nasconde, si salva da sola. Culmine simbolico del suo percorso è l’episodio in cui, legata a una roccia in riva al mare come una nuova Andromeda, viene salvata da Ruggero. Ma il vero colpo di scena si ha più avanti, quando Angelica s’innamora di Medoro, un semplice fante saraceno, rompendo tutte le aspettative eroiche e idealizzanti costruite intorno alla sua figura.

Angelica e il desiderio maschile: simbolo o soggetto?

Nel mondo cavalleresco del Furioso, la donna è spesso ridotta a premio da conquistare, oggetto di contesa tra uomini valorosi. Angelica, però, sfugge sistematicamente a questa logica. Ariosto la rappresenta come consapevole del proprio fascino, ma non per questo passiva. Anzi, la sua fuga è un atto di resistenza e autonomia: Angelica rifiuta di essere una pedina e si muove secondo la propria volontà, incurante dei desideri e delle aspettative maschili.

Il poeta gioca con i codici del romanzo cortese: Angelica è bellissima, pura, inaccessibile, e proprio per questo scatena l’ossessione dei cavalieri. Ma allo stesso tempo, Ariosto sovverte questi stereotipi, mostrando che l’eroina può scegliere, può innamorarsi di un umile soldato e sottrarsi al destino imposto dal codice cavalleresco. Angelica diventa così una figura antieroica e moderna, simbolo della libertà individuale.

Il suo rifiuto delle convenzioni è evidente già dalle prime scene: invece di chiedere protezione, Angelica sfrutta le debolezze degli uomini, li inganna con astuzia, scompare quando è in pericolo. In un mondo dominato da valori maschili, il suo comportamento appare tanto scandaloso quanto affascinante.

L’ironia di Ariosto e il rovesciamento del mito cortese

Uno degli elementi più raffinati dell’episodio della fuga di Angelica è l’ironia narrativa. Ariosto non si limita a raccontare la vicenda in modo lineare, ma gioca continuamente con le aspettative del lettore. Il poeta sa bene che, secondo la tradizione, una figura come Angelica dovrebbe essere salvata, protetta, adorata, magari destinata a un eroe valoroso. Ma nel Furioso, nulla va come previsto.

La fuga di Angelica è un rovesciamento dei valori cortesi: la donna non è più passiva, il cavaliere non è più lucido, l’amore non è più nobile. L’esempio più eclatante è Orlando, il paladino modello della cristianità, che perde completamente la ragione proprio a causa dell’amore per Angelica. L’ossessione lo disumanizza, lo trasforma in un selvaggio che vaga nudo e folle per le foreste.

Questa trasformazione è tanto comica quanto tragica, e Ariosto la descrive con umorismo sottile e profonda pietà umana. Il contrasto tra la nobiltà del personaggio e la sua degradazione per amore mostra quanto l’amore stesso sia una forza irrazionale, capace di distruggere la razionalità e il decoro.

Il viaggio e la metamorfosi: dalla principessa al soggetto amoroso

Il lungo percorso di Angelica all’interno del poema può essere letto come un viaggio di trasformazione. All’inizio, è la classica figura di bellezza contesa, una sorta di trofeo. Ma nel corso del poema, attraverso le fughe, gli incontri e le scelte, Angelica diventa un soggetto pienamente autonomo.

L’episodio della fuga è un percorso di emancipazione, che culmina con la scelta di Medoro. Questo amore è un vero scandalo per il mondo cavalleresco: non solo perché Medoro è un semplice soldato, ma anche perché Angelica, invece di cedere all’amore eroico, si ferma, si sposa, abbandona la corsa, sceglie una vita privata lontana dagli ideali epici.

Il poeta sottolinea questo passaggio con un tono dolce, quasi malinconico. Angelica e Medoro si amano lontano dai riflettori, in una dimensione domestica e campestre che contrasta con l’epica dei cavalieri. Questo amore semplice, tenero, quotidiano, è profondamente umano, ed è proprio per questo che risulta rivoluzionario nel contesto del poema.

Angelica e Medoro: un amore scandaloso

La scelta di Angelica di amare Medoro ha conseguenze narrative enormi. Non solo provoca la follia di Orlando, ma rompe anche con il sistema dei valori cortesi e aristocratici. Medoro non è un eroe, non è un paladino, non è nemmeno un personaggio centrale: è un giovane umile, ferito, che Angelica cura e ama.

La storia d’amore tra i due è raccontata con uno stile lirico e delicato, che si distingue dal tono epico del resto del poema. I due incidono i propri nomi sugli alberi, si baciano all’ombra, vivono giorni felici in una capanna. È un amore semplice, ma reso eterno dal contrasto con il mondo circostante, tutto fondato sulla gloria e sull’orgoglio.

La scena in cui Orlando scopre l’amore di Angelica leggendo le iscrizioni sugli alberi è una delle più potenti del poema. Le parole incise nel legno diventano prova tangibile di una realtà che Orlando non può accettare, e che lo conduce alla perdita della ragione. Angelica, che sembrava destinata a essere la sua dama ideale, si è sottratta al suo destino epico, scegliendo un amore terreno e pacifico.

Il significato allegorico della fuga

Oltre alla dimensione narrativa e psicologica, la fuga di Angelica possiede anche un forte valore allegorico. La principessa rappresenta il desiderio umano, sempre inseguito ma mai afferrato. I cavalieri che la rincorrono non cercano solo una donna, ma una chimera, un sogno, un’idea di perfezione che si dissolve ogni volta che sembra vicina.

Ariosto mostra così l’insensatezza della brama incontrollata, del possesso amoroso, dell’ossessione idealizzante. Angelica fugge perché non vuole essere una conquista, ma una persona libera di scegliere. E nel momento in cui lo fa, rompendo le regole del gioco epico, diventa finalmente reale.

Il lettore comprende allora che il vero oggetto della satira ariostesca non è Angelica, ma la cavalleria, con i suoi codici rigidi, i suoi miti superati, la sua incapacità di accettare la complessità dell’essere umano.

La fuga di Angelica è uno dei passaggi più emblematici dell’Orlando Furioso, non solo per la trama, ma soprattutto per il significato profondo che veicola. Angelica non è solo una donna inseguita: è un simbolo vivente della libertà, del diritto all’autodeterminazione, della forza dell’amore vissuto fuori dagli schemi.

Attraverso questo episodio, Ariosto propone una visione del mondo fluida, ironica, umana, in cui la verità non è mai assoluta, i valori sono in continuo movimento, e le apparenze possono ingannare. La fuga di Angelica diventa così una fuga dalle convenzioni, un invito alla riflessione, un atto di poesia che si fa pensiero.

In un’opera così ricca di avventure, duelli, incantesimi e viaggi, la fuga di una donna che sceglie di amare chi vuole diventa, forse, il gesto più eroico di tutti.