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Canto 23 dell'Orlando furioso: riassunto, analisi e significato

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

​Il ventitreesimo canto dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto rappresenta un momento cruciale nel poema, segnando l’apice della tensione emotiva e narrativa. In questo canto, l’autore esplora profondamente i temi dell’amore, della gelosia e della follia, attraverso la drammatica scoperta di Orlando dell’amore tra Angelica e Medoro. Questo evento scatena una serie di reazioni che culminano nella celebre pazzia di Orlando, offrendo al lettore una riflessione sulla fragilità della mente umana di fronte alle passioni.​

Il riassunto del canto 23

Il canto si apre con Orlando che, dopo giorni di ricerca incessante di Angelica, giunge in una radura idilliaca descritta come un locus amoenus, caratterizzato da un ruscello cristallino e una vegetazione rigogliosa. Qui, il paladino nota incisioni sugli alberi che celebrano l’amore tra Angelica e Medoro. Inizialmente, Orlando cerca di negare l’evidenza, convincendosi che “Medoro” sia un soprannome attribuito a lui stesso da Angelica. Tuttavia, ulteriori prove, come poesie incise in arabo all’interno di una grotta, rendono innegabile la realtà: Angelica ha sposato Medoro, un semplice fante saraceno.​

La conferma definitiva giunge quando Orlando, ospitato da un pastore del luogo, riconosce un bracciale che egli stesso aveva donato ad Angelica, ora in possesso del pastore come segno di gratitudine per l’ospitalità offerta ai due amanti. Di fronte a questa realtà, Orlando è sopraffatto dal dolore e dalla gelosia, sentimenti che lo conducono alla follia. In preda alla pazzia, il paladino distrugge tutto ciò che lo circonda, spogliandosi della sua armatura e abbandonandosi a una furia cieca che lo porta a devastare il paesaggio circostante.​

Struttura e analisi

Il canto è strutturato in ottave in rima ABABABCC, una forma metrica che conferisce al poema un ritmo armonioso e musicale, permettendo ad Ariosto di alternare momenti epici a passaggi più intimi e riflessivi. Il linguaggio adottato è ricco di immagini vivide e figure retoriche, che amplificano l’impatto emotivo del racconto.

L’ironia è uno degli elementi distintivi dello stile ariostesco: nonostante la drammaticità degli eventi narrati, l’autore mantiene un tono ironico che evidenzia la contraddizione tra l’ideale cavalleresco e la realtà delle passioni umane, sottolineando l’assurdità di alcune situazioni. L’uso dell’iperbole enfatizza la follia di Orlando, con descrizioni esagerate delle sue reazioni che mettono in luce l’intensità della sua sofferenza e la devastazione che ne consegue.

Le metafore e le allegorie arricchiscono ulteriormente il significato del canto: la natura, inizialmente serena e accogliente, si trasforma in uno scenario di distruzione e caos, rispecchiando il tormento interiore del protagonista e la sua perdita dell’armonia mentale ed emotiva.

Ariosto dimostra una profonda comprensione della psicologia umana, descrivendo con precisione il processo di autoinganno di Orlando, la sua resistenza ad accettare la realtà e la successiva esplosione di follia quando la verità diventa innegabile. Questo crescendo emotivo è reso attraverso una narrazione dettagliata e coinvolgente, che porta il lettore a empatizzare con il protagonista e a riflettere sulla fragilità della mente umana.​

Le tematiche principali

Questo canto affronta temi universali e profondamente umani:​

  • La fragilità dell’eroe: Orlando, nonostante la sua forza sovrumana e il suo valore in battaglia, si dimostra vulnerabile di fronte al dolore amoroso. Ariosto destruttura la figura del paladino perfetto, mostrando che anche il più grande degli eroi può essere sconfitto non dalla spada, ma dalle proprie emozioni.
  • L’amore come forza distruttiva: il sentimento amoroso, che in altre parti del poema è celebrato come fonte di ispirazione e nobiltà, qui assume una dimensione negativa. L’amore non corrisposto o tradito diventa motivo di rovina per Orlando, trasformando il paladino in una creatura irrazionale e selvaggia.
  • La perdita dell’identità: con la sua pazzia, Orlando non è più il cavaliere valoroso e razionale che tutti conoscono. Il gesto simbolico di spogliarsi dell’armatura rappresenta la perdita della sua essenza e del ruolo che aveva ricoperto fino a quel momento.
  • L’opposizione tra realtà e illusione: il protagonista passa dalla fase dell’illusione, in cui si convince che Angelica lo ami ancora, alla dura presa di coscienza della realtà. Questo tema richiama la concezione rinascimentale della vita come un susseguirsi di illusioni che, quando svelate, possono generare sofferenza e disorientamento.

Il linguaggio e lo stile di Ariosto

Ariosto utilizza uno stile raffinato ed estremamente espressivo, capace di trasmettere il dramma interiore di Orlando attraverso un sapiente uso delle figure retoriche. L’alternanza tra descrizioni dettagliate, riflessioni filosofiche e passaggi d’azione conferisce alla narrazione un ritmo dinamico e coinvolgente. Le immagini forti e suggestive contribuiscono a creare un effetto visivo potente: la natura, inizialmente rigogliosa e armoniosa, viene devastata dalla furia di Orlando, riflettendo il caos interiore che lo ha sopraffatto.

Nonostante la tragicità della vicenda, Ariosto mantiene un certo distacco narrativo, utilizzando l’ironia per smorzare la tensione e quasi giocare con il lettore, lasciando emergere un senso di amara fatalità. Il ritmo incalzante del canto è reso possibile dalla scelta dell’ottava rima, una struttura metrica che dona musicalità e fluidità al testo, permettendo di alternare momenti lirici e descrittivi con scene d’azione intense, senza mai appesantire la narrazione.

Il Canto 23 dell’Orlando furioso segna una svolta nell’opera, trasformando il protagonista da paladino invincibile a uomo devastato dal dolore. Con straordinaria maestria, Ariosto racconta il crollo psicologico di Orlando, rendendolo uno degli episodi più memorabili della letteratura. Il tema dell’amore come forza incontrollabile e la riflessione sulla fragilità dell’identità umana continuano a essere attuali, dimostrando la modernità del pensiero ariostesco.

Questo canto rappresenta un punto di non ritorno nella vicenda del protagonista e nell’intero poema, anticipando il viaggio che lo condurrà, attraverso varie peripezie, alla riacquisizione della ragione. Tuttavia, il segno della sua follia rimarrà impresso nell’immaginario collettivo come uno dei momenti più intensi e drammatici della letteratura epica.