Cloridano e Medoro nell'Orlando Furioso: riassunto e analisi
L’episodio di Cloridano e Medoro nell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto rappresenta uno dei momenti più intensi e significativi del poema. Attraverso la narrazione delle vicende di questi due giovani saraceni, Ariosto esplora temi come l’amicizia, la lealtà e il sacrificio, offrendo al contempo una riflessione sulla complessità delle relazioni umane e sulle sfumature dell’eroismo.
- Cloridano e Medoro: il riassunto
- Personaggi
- Struttura e analisi
- Figure retoriche
- L'episodio come rielaborazione dell'epica classica
- Il ruolo centrale dell’amore
- La bellezza come valore destabilizzante
- L’episodio come anticipazione della follia di Orlando
Cloridano e Medoro: il riassunto
Nel Canto XVIII dell’Orlando Furioso, Cloridano e Medoro, due giovani guerrieri saraceni, sono profondamente addolorati per la morte del loro re Dardinello, caduto in battaglia contro le forze cristiane. Decidono quindi di avventurarsi di notte nel campo nemico per recuperare il corpo del sovrano e offrirgli una degna sepoltura. Approfittando dell’oscurità e del sonno dei nemici, compiono una strage silenziosa tra i soldati cristiani addormentati.
Dopo aver individuato il cadavere di Dardinello, lo sollevano per portarlo via, ma vengono scoperti da una pattuglia guidata da Zerbino, principe di Scozia. Nello scontro che segue, Cloridano viene ucciso mentre tenta di difendere l’amico, e Medoro, gravemente ferito, viene catturato. Successivamente, nel Canto XIX, Medoro viene soccorso da Angelica, principessa del Catai, che, mossa a compassione, cura le sue ferite. Durante la convalescenza, tra i due nasce un profondo amore che culmina nel loro matrimonio. Questo legame avrà conseguenze significative nel prosieguo del poema, in particolare per le reazioni di Orlando.
Personaggi
Cloridano: guerriero saraceno di umili origini, descritto come un abile cacciatore e uomo d’azione. La sua lealtà verso Medoro e Dardinello è incondizionata, e il suo coraggio lo porta a sacrificare la propria vita nel tentativo di salvare l’amico. Cloridano incarna l’ideale dell’amicizia virile e del senso del dovere.
Medoro: giovane scudiero di straordinaria bellezza, caratterizzato da una pelle chiara e capelli biondi, tratti inusuali per un saraceno. La sua devozione per Dardinello lo spinge a rischiare la vita per recuperare il corpo del re. La sua storia d’amore con Angelica lo trasforma da semplice scudiero a figura centrale nelle dinamiche del poema.
Dardinello: re saraceno e comandante rispettato, la cui morte in battaglia rappresenta il motore delle azioni di Cloridano e Medoro. La sua figura simboleggia l’onore e il rispetto che i suoi sottoposti nutrono nei suoi confronti.
Zerbino: principe di Scozia, comandante delle truppe cristiane. Dopo aver catturato Medoro, mostra inizialmente intenzioni ostili, ma, colpito dalla bellezza e dalla giovinezza del prigioniero, decide di risparmiarlo, evidenziando un lato compassionevole.
Angelica: principessa del Catai, figura femminile centrale nell’Orlando Furioso. La sua compassione la porta a salvare e innamorarsi di Medoro, evento che scatena una serie di conseguenze, tra cui la follia di Orlando.
Struttura e analisi
L’episodio di Cloridano e Medoro si sviluppa tra il Canto XVIII e il Canto XIX dell’Orlando Furioso. Ariosto utilizza la ottava rima, una forma metrica composta da otto versi endecasillabi con schema ABABABCC, che conferisce al testo una musicalità armoniosa e facilita la narrazione fluida degli eventi.
La narrazione è caratterizzata da un’alternanza di toni epici e lirici. La missione notturna dei due giovani richiama episodi classici, come quello di Eurialo e Niso nell’Eneide di Virgilio, ma Ariosto introduce elementi originali che approfondiscono la psicologia dei personaggi e le loro motivazioni. La descrizione dettagliata delle emozioni e dei conflitti interiori di Cloridano e Medoro aggiunge profondità alla narrazione, rendendo i personaggi più umani e complessi.
Un aspetto tecnico rilevante è l’uso dell’entrelacement, una tecnica narrativa che intreccia diverse linee narrative, creando un racconto polifonico. In questo contesto, l’episodio di Cloridano e Medoro si collega ad altre vicende del poema, contribuendo alla coesione dell’opera e alla costruzione di un universo narrativo ricco e sfaccettato.
Figure retoriche
Ariosto fa ampio uso di figure retoriche per arricchire il testo e sottolineare i temi trattati. La similitudine è frequentemente utilizzata per creare immagini vivide e rafforzare le descrizioni. Ad esempio, la missione notturna di Cloridano e Medoro è paragonata all’azione furtiva di predatori notturni, enfatizzando la pericolosità e l’audacia dell’impresa.
La metafora è impiegata per rappresentare concetti astratti attraverso immagini concrete. La bellezza di Medoro è descritta come una luce che illumina l’oscurità, simboleggiando la purezza e l’innocenza del personaggio.
La personificazione emerge nei momenti più lirici, soprattutto nella descrizione del dolore e dell’amore. Le emozioni non sono semplicemente vissute dai personaggi, ma agiscono su di loro come forze vive e quasi tangibili. In questo modo, Ariosto dà corpo al tormento emotivo che spinge i due giovani alla loro impresa notturna, rendendo la narrazione vibrante e coinvolgente.
L’anafora, ossia la ripetizione di una o più parole all’inizio di versi consecutivi, è impiegata per rafforzare l’enfasi emotiva in alcuni passaggi. Ad esempio, nella descrizione del lutto per Dardinello, la ripetizione accentua il dolore dei personaggi, quasi a riprodurre il battito incalzante del cuore che soffre.
Non mancano anche esempi di enallage, ovvero lo spostamento di una categoria grammaticale o semantica, usata da Ariosto per creare effetti ritmici e rendere più pregnante il significato. Questi giochi linguistici servono a vivacizzare il dettato poetico, donando alla narrazione un tono variegato, in cui lirismo e drammaticità si alternano con naturalezza.
Infine, la metonimia, con l’uso del nome del contenitore al posto del contenuto (o viceversa), contribuisce a intensificare certe immagini. Quando si parla di “sangue versato per onore”, si usa “sangue” non solo in senso fisico, ma come simbolo di fedeltà, sacrificio e identità.
L’episodio come rielaborazione dell’epica classica
Uno degli aspetti più affascinanti del racconto di Cloridano e Medoro è il suo dialogo con l’epica classica, in particolare con l’episodio di Eurialo e Niso nel Libro IX dell’Eneide di Virgilio. Anche lì, due giovani guerrieri affrontano un’incursione notturna nel campo nemico, animati da sentimenti di amicizia e coraggio, e anch’essi vengono sconfitti.
Ariosto riprende la struttura e i temi virgiliani, ma ne modifica il tono e l’esito. Il registro del Furioso è più lirico e umano rispetto alla solennità virgiliana. Cloridano e Medoro non sono eroi votati alla gloria eterna, ma giovani mossi dall’affetto e dal dolore. E, a differenza di Eurialo e Niso, la loro storia non finisce in tragedia completa: Medoro sopravvive, ed è proprio grazie a questa sopravvivenza che si innesta uno dei fili narrativi più importanti dell’intera opera, l’amore con Angelica.
Con questo, Ariosto umanizza l’epica, ne riprende gli stilemi ma li piega a una narrazione più sentimentale, più moderna, più ricca di sfumature emotive. L’eroismo viene rivisitato: non è solo gesto militare, ma anche lealtà, amore, compassione.
Il ruolo centrale dell’amore
Il tema dell’amore attraversa come un filo dorato tutto il poema di Ariosto, e trova nell’episodio di Cloridano e Medoro una delle sue espressioni più poetiche. Dopo la tragica morte di Cloridano, Medoro è salvato da Angelica, che lo cura e, lentamente, si innamora di lui. Si tratta di un amore semplice, privo di drammaticità, quasi bucolico, che si svolge lontano dai campi di battaglia, tra casupole e boschi.
Questo amore rappresenta una rottura del paradigma epico: Angelica, oggetto del desiderio di tutti i grandi cavalieri cristiani e saraceni, sceglie liberamente di amare un giovane scudiero, rompendo ogni schema cavalleresco e sociale. L’unione tra Medoro e Angelica è il motore dell’impazzimento di Orlando, ma è anche un momento di pacificazione, un’ode alla possibilità di un amore libero da vincoli e imposizioni.
Ariosto qui rivela tutta la modernità del suo sguardo, celebrando un sentimento che nasce senza eroismi, ma che è autentico, naturale, necessario.
La bellezza come valore destabilizzante
Medoro è descritto da Ariosto con tratti quasi angelici, tanto da suscitare la compassione e l’amore di Angelica. La bellezza diventa in questo episodio un valore che trascina, che muta il corso della narrazione, che spezza equilibri preesistenti. È proprio la bellezza di Medoro che determina il suo salvataggio e l’avvio della sua nuova vita.
Questo introduce una riflessione importante: nella poetica ariostesca, la bellezza non è mai neutra. Ha sempre una potenza trasformativa, e spesso anche sovversiva. Non è un premio, ma una forza che cambia le sorti dei personaggi, generando nuove dinamiche, nuovi drammi e nuove felicità.
L’episodio come anticipazione della follia di Orlando
Pur essendo concentrato su due personaggi “minori”, l’episodio di Cloridano e Medoro prepara uno dei momenti più celebri del poema: la perdita del senno di Orlando. Quando l’eroe scoprirà che Angelica, l’oggetto del suo amore idealizzato, si è unita a un giovane saraceno, perderà completamente la ragione.
In tal senso, l’episodio ha un valore strutturale fortissimo: serve da catalizzatore narrativo, da punto di svolta che porterà alla crisi dell’eroe. Ed è significativo che questa crisi non sia causata da una sconfitta in battaglia o da un tradimento, ma da un evento umano, emotivo, sentimentale.
Ariosto così continua il suo lavoro di de-costruzione dell’epica tradizionale: i grandi sconvolgimenti non avvengono più per volontà degli dèi o per guerre, ma per l’amore, la gelosia, la fragilità dell’animo umano.