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​La morte di Orlando: analisi e commento

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

La morte di Orlando rappresenta un episodio cruciale nella letteratura cavalleresca, in particolare nel ciclo carolingio. Sebbene Ludovico Ariosto, nel suo “Orlando Furioso”, non descriva direttamente la morte del paladino, questo evento è centrale in altre opere precedenti, come la “Chanson de Roland”. Esplorare questo tema permette di comprendere meglio l’evoluzione del personaggio di Orlando e il contesto letterario in cui Ariosto ha operato.​

La morte di Orlando: il riassunto

Nella “Chanson de Roland”, uno dei più antichi poemi epici francesi risalente all’XI secolo, la morte di Orlando è narrata in modo dettagliato. Durante la battaglia di Roncisvalle, Orlando, comandante della retroguardia dell’esercito di Carlo Magno, viene tradito da Gano di Maganza e attaccato dalle forze saracene.

Nonostante il suo eroismo e la sua forza sovrumana, Orlando e i suoi uomini vengono sopraffatti. In punto di morte, Orlando suona l’Olifante, il suo corno, con tale forza da spezzare le rocce circostanti, nel tentativo di richiamare l’attenzione di Carlo Magno. Prima di esalare l’ultimo respiro, cerca di distruggere la sua spada, Durendal, per impedirne la cattura da parte dei nemici, ma senza successo. Infine, si sdraia sotto un albero, rivolge il volto verso la Spagna e, confessando i suoi peccati, muore.​

L’analisi della morte di Orlando

La morte di Orlando nella “Chanson de Roland” simboleggia l’ideale del cavaliere cristiano che sacrifica la propria vita per la fede e l’onore. Questo evento rappresenta il culmine del tradimento e mette in luce temi come la lealtà, il coraggio e la devozione religiosa. La figura di Orlando diventa emblematica dell’eroe che affronta il destino con dignità, trasformandosi in un martire della cristianità.​

Nel contesto dell’Orlando furioso di Ariosto, la scelta di non rappresentare la morte di Orlando riflette un cambiamento nell’approccio alla narrativa cavalleresca. Ariosto si concentra più sulle avventure, le passioni e le follie dei suoi personaggi, offrendo una visione più umana e complessa dei cavalieri. Questo spostamento tematico indica una transizione dalla celebrazione dell’eroismo e del sacrificio alla rappresentazione delle debolezze e delle contraddizioni dell’animo umano.​

L’evoluzione del personaggio di Orlando

Il personaggio di Orlando ha subito una significativa evoluzione nel corso della letteratura. Dalla rappresentazione dell’eroe invincibile e martire nella “Chanson de Roland”, si passa a un Orlando più umano e vulnerabile nell’“Orlando furioso”. Ariosto presenta un cavaliere che, pur essendo il più valoroso, cade vittima della follia a causa dell’amore non corrisposto per Angelica. Questa trasformazione riflette un cambiamento nella sensibilità letteraria e culturale del Rinascimento, dove l’attenzione si sposta dall’ideale cavalleresco alla complessità dell’animo umano e alle sue contraddizioni.​

Inoltre, l’assenza della morte di Orlando nell’opera di Ariosto può essere interpretata come una scelta deliberata per mantenere il personaggio in una dimensione eterna, al di fuori del tempo e dello spazio definiti, permettendo al lettore di concentrarsi sulle sue avventure e sulle sue trasformazioni interiori piuttosto che sulla sua fine fisica.​

La morte di Orlando, sebbene non descritta nell’“Orlando furioso”, rappresenta un elemento fondamentale per comprendere l’evoluzione della figura del paladino nella letteratura. Dal martirio eroico della “Chanson de Roland” alla complessità psicologica delineata da Ariosto, Orlando incarna le trasformazioni dei valori e delle sensibilità attraverso i secoli, riflettendo le tensioni tra ideale e realtà, eroismo e umanità.