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Rinascimento: contesto, temi e autori

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

Il Rinascimento è un periodo storico e culturale che ebbe origine in Italia durante la fine del XIV secolo e si estese fino al XVII secolo, segnando una transizione dall’età medievale all’epoca moderna. Questa fase rappresenta una vera e propria “rinascita" in vari ambiti, dall’arte alla scienza, dalla filosofia alla politica. Esso è caratterizzato da una rinnovata enfasi sull’individuo e sul mondo naturale, in contrasto con la visione teocentrica e collettiva dell’epoca medievale. La riscoperta dei classici greci e romani ispirò un nuovo modo di pensare, facendo emergere l’umanesimo come corrente filosofica dominante.

In questa lezione lezione approfondiremo il Rinascimento, un’epoca di rinnovamento culturale e artistico che ha segnato profondamente l’Europa tra il XIV e il XVI secolo. Attraverso un viaggio nel contesto storico, i temi centrali e gli autori influenti di questo periodo, ci immergeremo in un’era di cambiamento e scoperta. Cominciamo!

Il contesto storico del Rinascimento

Il Rinascimento è emerso come risposta alle sfide e alle trasformazioni sociali, politiche ed economiche dell’epoca. Dopo il lungo periodo del Medioevo, l’Europa si trovava di fronte a nuove opportunità e a un diverso modo di vedere il mondo. L’ascesa della borghesia, il rinnovamento delle città e lo sviluppo delle attività commerciali hanno creato un ambiente favorevole alla crescita dell’arte, della letteratura e della scienza.

Non c’è una data precisa di inizio e di fine del Rinascimento, ma i limiti variano a seconda dei luoghi e delle discipline. Il Rinascimento è un’età di rinnovamento e progresso che estende le idee dell’Umanesimo al di fuori dell’ambito letterario per interessare anche le arti figurative e la mentalità corrente. È l’epoca delle scoperte geografiche e la scoperta dell’America del 1492 segna il passaggio dal Medioevo all’Età Moderna.

Il Rinascimento prende le mosse dalla riscoperta dei classici greci e latini già iniziata da Petrarca e dagli umanisti per poi diffondersi in tutte le discipline, dalla letteratura all’arte, dalla scienza alla filosofia, dalla politica alla musica, non solo in Italia, ma anche in Europa, con personalità del livello di Leonardo, Raffaello e Michelangelo.

L’età delle scoperte geografiche, a cavallo tra XV e XVI secolo, contribuisce al rinnovamento della mentalità dell’uomo che si sente artefice del proprio destino (homo faber ipsius fortunae), segnando una rinascita rispetto ai cosiddetti “secoli bui" del Medioevo.

Rinascimento: i temi principali e gli autori

Il Rinascimento vede l’affermarsi in poesia del:

  • Petrarchismo, che imita i contenuti e lo stile del Canzoniere di Petrarca,
  • del poema cavalleresco, che ha nell’Orlando furioso di Ariosto il suo massimo esempio,
  • del teatro vive una stagione fertile, in particolare per la commedia.

In prosa si afferma invece il genere del trattato in volgare affrontando diversi argomenti, dalla questione della lingua nelle Prose della volgar lingua di Bembo alla morale nel Cortegiano e nel Galateo, alla politica ne Il principe di Machiavelli.

Il contesto geografico del Rinascimento

Le città-stato italiane, come Firenze, Venezia e Roma, sono state tra i principali centri del Rinascimento, grazie al loro ruolo di snodo commerciale e culturale.

In particolare, Firenze, sotto la guida dei Medici, ha svolto un ruolo cruciale nel promuovere le arti e le scienze, diventando un autentico laboratorio di idee innovative. La scoperta di manoscritti antichi, grazie all’opera dei cosiddetti umanisti, ha permesso un riscoperta dei classici e una rielaborazione critica dei testi antichi. Questo ha alimentato una fervente ricerca di conoscenza, portando a una riaffermazione del valore dell’uomo e delle sue capacità creative.

Il Rinascimento non è stato solo un fenomeno italiano, ma si è diffuso in tutta Europa, influenzando artisti, scrittori e pensatori di diversi paesi. Attraverso la circolazione di opere d’arte, testi letterari e conoscenze scientifiche, il movimento rinascimentale ha contribuito a creare una rete di scambi culturali che ha superato i confini nazionali.

Pietro Bembo: il precursore del Rinascimento italiano

Pietro Bembo, figura cardinale del Rinascimento italiano, ha rivestito un ruolo fondamentale non solo come poeta e letterato, ma anche come custode e innovatore della lingua italiana. Nato nel 1470 a Venezia, Bembo si distinse rapidamente nel panorama intellettuale italiano grazie alla sua profonda erudizione, combinata con un gusto estetico raffinato e una notevole capacità di sintesi tra tradizione e innovazione.

Il suo pensiero e la sua opera riflettono una tensione continua tra la celebrazione dell’antichità classica e la valorizzazione della nascente letteratura volgare italiana. Questa dualità è evidente nella sua opera principale, Prose della volgar lingua, in cui Bembo stabilisce le basi per una norma linguistica basata sull’opera di Dante, Petrarca e Boccaccio. Promuovendo il toscano come modello ideale per la prosa e la poesia italiane, Bembo ha contribuito a dare forma e direzione alla lingua italiana, consolidando il suo status e influenzando generazioni di scrittori e poeti.

Anche le sue opere poetiche, in particolare i suoi sonetti in stile petrarchesco, sono testimoni del suo profondo amore per la bellezza e della sua aspirazione a raggiungere una forma di perfezione stilistica. In questi versi, Bembo esplora temi universali come l’amore, la bellezza e la transitorietà della vita, con una sensibilità che anticipa le tensioni e le innovazioni del Barocco.

Oltre alla sua attività letteraria, Bembo fu anche un influente uomo di corte, servendo come segretario papale e, successivamente, come cardinale. Questi ruoli gli permisero di agire come mecenate e promotore delle arti, sostenendo artisti e intellettuali del calibro di Manuzio e Raffaello.

In sintesi, il pensiero e l’opera di Pietro Bembo rappresentano un ponte cruciale tra il Medioevo e il Rinascimento, tra la tradizione letteraria e le nuove correnti culturali. La sua capacità di integrare l’eredità classica con le emergenti forme artistiche italiane ha fatto di lui uno dei pilastri della letteratura rinascimentale e un punto di riferimento per la cultura italiana nei secoli a venire.

Baldassarre Castiglione e l’ideale rinascimentale del cortigiano

Nel fiorire del Rinascimento, Baldassarre Castiglione emerge come una figura centrale, incarnando e delineando gli ideali e i valori che definiscono questa epoca d’oro della cultura italiana. Nato in una nobile famiglia di Casatico, Castiglione divenne ben presto un punto di riferimento nella società rinascimentale, grazie alle sue profonde riflessioni sulla natura dell’aristocrazia e sul ruolo del cortigiano.

Il suo trattato più celebre, Il Cortigiano, va oltre una semplice descrizione della vita di corte. È un’indagine approfondita su ciò che costituisce il vero valore e la virtù in un’epoca di rapidi cambiamenti e scoperte. Castiglione vi delinea il ritratto dell’uomo ideale del Rinascimento: un individuo non solo dotato di abilità fisiche e militari, ma anche di profonda erudizione, spirito artistico e capacità oratoria. Fondamentale in quest’opera è il concetto di “sprezzatura", che indica l’arte di compiere atti di grande abilità con apparente nonchalance, senza mostrare sforzo.

Nel contesto del Rinascimento, Castiglione enfatizza l’importanza dell’educazione, dell’apprendimento e del dibattito intellettuale. Vede l’ideale del cortigiano non come un mero servitore, ma come un mediatore culturale, un ponte tra la tradizione e l’innovazione. Questo riflette chiaramente il pensiero rinascimentale, con il suo enfasi sulla riscoperta dei classici e sull’avanzamento delle arti e delle scienze.

Oltre a Il Cortigiano, Castiglione ha prodotto una serie di altre opere che testimoniano la sua versatilità come scrittore e la sua profonda immersione negli ideali del Rinascimento. Dalle sue poesie alle lettere, ogni testo riflette una mente acutamente consapevole del suo tempo, desiderosa di definire e perfezionare la cultura emergente. Il suo contributo al Rinascimento, quindi, non può essere sottovalutato, poiché ha fornito una fondamenta solida su cui si sono costruiti successivi sviluppi culturali e intellettuali.

Federico da Montefeltro e la sua trasformazione di Urbino nel Rinascimento

Il duca Federico da Montefeltro trasformò Urbino in un importantissimo centro artistico e culturale, secondo solo alla corte di Lorenzo il Magnifico a Firenze. Suo grande rivale fu Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini. I contrasti tra le due casate avevano origini antiche e si protrassero fino alla definitiva sconfitta di Sigismondo nel 1462.

Federico da Montefeltro aveva avviato un ambizioso progetto di ristrutturazione, con l’obiettivo di far diventare la città un modello di urbanistica e un simbolo di potere e raffinatezza. Il cuore di questa trasformazione fu la costruzione del Palazzo Ducale, che divenne non solo la residenza di Federico, ma anche un emblema dell’ideale rinascimentale di perfezione e armonia.

La progettazione del palazzo riflette l’aspirazione del duca a combinare la funzionalità militare con lo splendore cortese. Mentre le sue robuste fortificazioni esterne ne mostrano la funzione difensiva, l’interno rivela una raffinatezza senza pari, con cortili armoniosi, sale decorate con intarsi finemente lavorati e una celebre “studiolo" ricoperto di intarsi in legno, testimonianza della passione del duca per l’arte e la cultura.

Attorno al palazzo, la città stessa fu modellata secondo principi rinascimentali, con vie e piazze progettate per riflettere l’ordine e la proporzione. Federico attirò a Urbino artisti, architetti e intellettuali di fama, tra cui Piero della Francesca, Leon Battista Alberti e Luciano Laurana, contribuendo a creare un ambiente in cui le arti e le scienze fiorivano in simbiosi.

Tuttavia, il lavoro di Federico da Montefeltro a Urbino non fu solo un esercizio di grandiosità estetica. Rifletteva un desiderio più profondo di creare un ambiente in cui il potere politico e militare si combinasse con gli ideali umanistici, in cui un governante potesse essere sia un guerriero sia un patrono delle arti. La ristrutturazione di Urbino sotto la sua guida rimane un brillante esempio di come l’ambizione, la visione e la dedizione possano trasformare un intero paesaggio urbano, cementando la reputazione di una città nella storia e nell’immaginario collettivo come culla della cultura rinascimentale.

Piero della Francesca è stato anche autore del ritratto di Federico: il duca si faceva raffigurare sempre dal profilo sinistro a causa della perdita dell’occhio destro. Alcuni attribuiscono a Piero della Francesca anche il dipinto della Città ideale, una delle opere simbolo del Rinascimento. Il quadro vide sicuramente la luce nella raffinata corte urbinate di Federico da Montefeltro, ma l’autore è sconosciuto: sappiamo solo che fu realizzato tra il 1470 e il 1490 e oggi è conservato nella Galleria Nazionale delle Marche a Urbino.

Le Vite di Giorgio Vasari

Giorgio Vasari fu pittore e architetto, ma è ricordato soprattutto per la sua opera storiografica: le Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri, un punto di riferimento per lo studio della storia dell’arte.

La prima edizione è del 1550, la seconda rivista e ampliata del 1568.

Questa raccolta di biografie è un canone degli artisti italiani che hanno fatto la storia dell’arte e Vasari attribuisce un ruolo di spicco ai toscani e in particolare ai fiorentini, da Cimabue a Michelangelo, passando per Brunelleschi e Botticelli. Fu proprio Vasari a coniare il termine “rinascita" per descrivere quello che oggi chiamiamo Rinascimento, il cui nome è indissolubilmente legato alla città di Firenze.

È considerata la prima opera significativa di storia dell’arte, e la sua struttura e narrazione hanno gettato le basi per il moderno critico d’arte. Nel contesto rinascimentale in cui Vasari viveva e operava, Le Vite si rivelò rivoluzionaria in quanto offriva non solo descrizioni dettagliate delle opere d’arte, ma anche un’analisi del contesto in cui queste opere furono create e delle vite degli artisti che le produssero.

Vasari, lui stesso un artista e architetto di talento, presentò le biografie di numerosi artisti, da Cimabue a Michelangelo, organizzandole in modo cronologico e offrendo un’analisi evolutiva della crescita artistica durante il Rinascimento. Le sue descrizioni non si limitano a semplici elenchi di opere, ma offrono spunti sulle tecniche utilizzate, le innovazioni introdotte e la personalità degli artisti stessi.

Tuttavia, è importante sottolineare che, pur essendo una fonte inestimabile, Le Vite riflette anche i pregiudizi e le inclinazioni personali di Vasari. Ad esempio, egli mostrò una marcata preferenza per gli artisti fiorentini, sostenendo che Firenze fosse il vero cuore del Rinascimento. Inoltre, la sua interpretazione dell’evoluzione artistica tendeva a presentare una progressione lineare, culminante nella figura di Michelangelo, che per Vasari rappresentava l’apice dell’arte rinascimentale.

Mappa del Rinascimento da stampare

Se vuoi stampare la mappa mentale con le principali informazioni da ricordare a proposito del Rinascimento, scarica il pdf in bianco e nero qui:

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