Chi erano le streghe: caratteristiche e ruolo sociale
Quando si parla di streghe, è fondamentale distinguere tra il personaggio mitico tramandato dalla cultura popolare e la figura storica perseguitata nei secoli della caccia alle streghe, tra il XV e il XVIII secolo. Le streghe non erano, come spesso raffigurate nell’immaginario comune, creature dai poteri soprannaturali con cappelli a punta e calderoni, bensì donne in carne e ossa, spesso appartenenti alle classi sociali più povere, accusate – quasi sempre ingiustamente – di praticare la magia o di aver stretto un patto con il diavolo.
Capire chi erano le streghe significa entrare nel cuore di una società che, tra paura, ignoranza e necessità di controllo, proiettava su determinate figure femminili le proprie angosce e tensioni.
- Le streghe nella società: donne ai margini
- Caratteristiche attribuite alle streghe
- Streghe e genere: un’accusa costruita sul corpo femminile
- Esistevano anche stregoni?
Le streghe nella società: donne ai margini
La maggior parte delle persone accusate di stregoneria erano donne, in particolare anziane, vedove, povere o sole, che vivevano ai margini della comunità. Si trattava spesso di levatrici, erboriste, guaritrici, dotate di un sapere tradizionale, tramandato oralmente, basato sull’uso di piante medicinali, rituali popolari e conoscenze del corpo femminile.
Queste donne avevano un ruolo ambivalente: da un lato erano utili, perché assistevano nelle nascite, curavano con rimedi naturali e offrivano consigli spirituali; dall’altro erano temute, perché si credeva che potessero causare malattie, sventure o malocchi. In tempi di carestie, epidemie o morti improvvise, diventavano capri espiatori perfetti, accusate di aver causato il male con i loro poteri occulti.
Caratteristiche attribuite alle streghe
Le streghe venivano identificate attraverso caratteristiche stereotipate, create e consolidate dalla cultura religiosa e popolare. Le autorità e i manuali di inquisizione descrivevano le streghe come persone che avevano fatto un patto con il diavolo, spesso suggellato da un “marchio” impresso sul corpo, e che partecipavano a sabba notturni, durante i quali avrebbero adorato Satana, compiuto atti osceni e ricevuto istruzioni malvagie.
Alcuni tratti ritenuti “tipici” delle streghe erano:
- la conoscenza di erbe medicinali e veleni
- il possesso di animali ritenuti familiari del diavolo, come gatti, rospi o corvi
- l’aspetto fisico non conforme: denti guasti, capelli arruffati, cicatrici
- l’abitudine a vivere isolate o fuori dal villaggio
- un carattere scontroso, indipendente o ribelle, soprattutto nelle donne
A volte bastava un litigio con un vicino, la morte improvvisa di un bambino o il fallimento di un raccolto per far cadere il sospetto di stregoneria su una donna considerata “diversa” o “scomoda”.
Streghe e genere: un’accusa costruita sul corpo femminile
Il fenomeno della stregoneria fu anche una questione di genere. Secondo molti studiosi, la figura della strega rappresenta la paura maschile dell’autonomia femminile. In una società patriarcale e profondamente religiosa, il corpo della donna – soprattutto se non controllato dal marito o dalla Chiesa – diventava sede di sospetto. La sessualità femminile, la capacità di procreare, la conoscenza del sangue mestruale e del parto erano viste con timore e mistero.
Le donne accusate di stregoneria erano spesso non conformi ai ruoli tradizionali, ovvero non erano madri o mogli sottomesse, ma figure indipendenti, vedove, donne senza figli o senza un uomo accanto. Questo le rendeva più vulnerabili alle accuse. La caccia alle streghe, in questo senso, fu anche un meccanismo di repressione del dissenso femminile e di riaffermazione dell’ordine sociale dominante.
Esistevano anche stregoni?
Sebbene la stragrande maggioranza delle vittime fosse costituita da donne, esistevano anche stregoni o maghi. Gli uomini accusati di stregoneria erano spesso medici, alchimisti, astrologi o figure di rilievo locale, ma erano perseguitati con minore frequenza. In alcune regioni dell’Europa centrale, soprattutto in Germania, anche gli uomini furono accusati e giustiziati, soprattutto durante le ondate più violente di processi.
Tuttavia, il simbolo della strega rimane legato soprattutto alla figura femminile: il volto della donna pericolosa, oscura, seduttrice, connessa alle forze del male. Un simbolo che riflette più i pregiudizi dell’epoca che la realtà dei fatti.