Bertolt Brecht, all’anagrafe, Eugen Berthold Friedrich Brecht, è un drammaturgo, poeta, regista teatrale e saggista tedesco. Nasce il 10 febbraio 1898 ad Augusta, in Germania, da una benestante famiglia borghese (il padre è amministratore delegato di un’importante impresa industriale).
Si trasferisce a Monaco dove compie le prime esperienze teatrali, esibendosi come autore-attore. Il suo esordio, inoltre, è fortemente influenzato dall’Espressionismo.
Aderisce allo schieramento marxista e sviluppa la teoria del “teatro epico” in base a cui lo spettatore non deve immedesimarsi durante la rappresentazione, anzi, deve mantenere una distanza critica per riuscire a riflettere su quello che vede in scena. L’autore, invece, deve utilizzare canzoni, elementi parodistici e una sceneggiatura molto ben studiata per creare un effetto di estraniamento, un distacco critico.
Nel 1928 Brecht raggiunge un grande successo con Opera da tre soldi, un rifacimento del celebre dramma popolare inglese del ‘700 di J. Gay dove mette in scena una rappresentazione spettacolare, ricca di colpi di scena, con bellissime e graffianti canzoni e ballate scritte da Kurt Weill.
Un’opera in cui la differenza tra criminali e persone rispettabili sparisce del tutto. Sono i soldi a rendere le persone tutte uguali, cioè corrotte. Una critica, quindi, nei confronti della società del tempo.
Costretto a lasciare la Germania a causa della salita al potere del Nazismo, peregrina per 15 anni attraverso molti Paesi fino al 1941, anno in cui si stabilisce negli Stati Uniti. Al termine del secondo conflitto mondiale, diventato ormai sospetto dalle autorità americane per le sue polemiche politiche e sociali, lascia gli Stati Uniti e si trasferisce nella Repubblica Democratica Tedesca, a Berlino, dove fonda la compagnia teatrale del Berliner Ensemble, che possiamo definire il tentativo concreto di realizzare le sue idee. Compagnia teatrale che diventa, in seguito, una delle più affermate dell’epoca.
Bertolt Brecht muore a Berlino Est il 14 agosto 1956, all’età di 58 anni a causa di un infarto cardiaco. Quel che ci lascia in eredità è veramente molto, come una serie di poesie che possono considerarsi tra le più toccanti della lirica tedesca novecentesca. Del resto, la sua scrittura poetica è diretta e vuole essere utile, senza portare il lettore in mondi fantastici o particolarmente enigmatici.