Emma Goldman è un’anarchica, attivista e saggista russa, naturalizzata statunitense. Ha diffuso il pensiero anarchico classico in Europa e Nordamerica. Nasce a Kovno il 27 giugno del 1869 e si trasferisce presto con la famiglia di origini ebree a San Pietroburgo.
La sua infanzia è difficile a causa di un padre autoritario e conformista e una società caratterizzata da un latente odio verso i giudei. A 15 anni si trasferisce negli Stati Uniti e qui entra in contatto con le idee anarchiche e il femminismo che caratterizzeranno i suoi anni futuri.
Conosce Johann Most, un anarchico tedesco che si occupa del periodico Freiheit (Libertà). L’uomo, conosciute le abilità oratorie di Emma, la spinge a tenere le prime conferenze in russo e in tedesco. Nello stesso periodo Goldman incontra Alexander Berkman, o Sasha, che diventa suo compagno di lotta e di vita per molti anni. Nel 1892 un proprietario di una fabbrica, Henry Clay Frick, riduce tutti i salari e minaccia di licenziare gli operai che non si sottomettono alla sua politica, infischiandosene dei sindacati.
Durante gli scioperi alcuni lavoratori, tra cui un ragazzo, restano uccisi dai crumiri armati e protetti dalle guardie. Goldman e Berkman decidono di vendicare la morte di quegli operai ed Emma si procura una pistola. Il 23 luglio di quello stesso anno Alexander Berkman entra nell’ufficio di Frick e gli spara a bruciapelo.
Il ventunenne attentatore viene arrestato, processato e condannato e all’interno del movimento anarchico negli Stati Uniti si apre una spaccatura tra chi esprime solidarietà a Berkman e chi se ne allontana. Tra chi prende le distanze c’è Most, e così Goldman decide di chiudere i rapporti con il tedesco. Mentre la polizia la pone sotto attenzione, Emma presiede ai più grandi comizi e fomenta le folle a sostenere la lotta contro il capitalismo.
Nel 1894 la donna viene arrestata per “incitamento alla sovversione” e resta in carcere un anno. Per i giornali diventa Red Emma, soprannome con la quale viene identificata dai media.
Nel 1906 esce di prigione anche Berkman e la coppia riprende insieme la lotta. Pubblicano il giornale anarchico Mother Earth e partecipano a diversi comizi. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, la loro battaglia si indirizza contro il militarismo e formano la lega anti coscrizione, spingendo i giovani chiamati a combattere a disertare.
Il governo americano decide quindi di espellerli e i due si trasferiscono in Russia per seguire il movimento rivoluzionario del Paese. Quello che si trovano davanti non è ciò che si aspettavano. La stessa Emma, nella sua autobiografia, racconterà di come fossero profonde le differenze tra il pensiero bolscevico e quello anarchico.
Dopo la rivolta di Kronštadt repressa dall’Armata Rossa di Lev Trotsky, Goldman e Berkman lasciano la Russia e vanno prima a Stoccolma, poi a Monaco e infine a Londra. Continuano la loro lotta anarchica tra difficoltà e arresti e, nel 1936, a Barcellona per il comizio internazionale anarchico di solidarietà con la rivoluzione spagnola, Emma aiuta Enrico Arrigoni a essere scarcerato.
Nel frattempo diventa promotrice delle idee femministe, in particolar modo sul controllo delle nascite, e scrive l’autobiografia in quattro volumi, Vivendo la mia vita. Emma Goldman muore colta da un malore durante un suo comizio a Toronto in Canada il 14 maggio del 1940, poco prima di compiere 71 anni.