Gianni Rodari, all’anagrafe Giovanni Francesco Rodari, nasce a Omegna il 23 ottobre 1920. È uno scrittore, un giornalista, un poeta, un autore televisivo e un pedagogista. La sua specialità letteraria, per cui viene molto apprezzato a livello internazionale, è la letteratura per l’infanzia. Inoltre, è l’unico italiano a vincere il Premio Hans Christian Andersen nel 1970. Celebre è la sua Grammatica della fantasia.
Figlio di Giuseppe, fornaio, e Maddalena Aricocchi, commessa, viene cresciuto da una balia. Nel 1931, per volere materno, entra in seminario a Milano. Presto cambia strada e si iscrive alle magistrali. Rodari ha la passione per la musica, il violino in particolare. Con alcuni amici forma un trio e suona nei cortili e nelle osterie. Precettore e insegnante, fonda la sua didattica sulla fantasia e l’originalità.
Viene esonerato dal servizio militare per colpa di una condizione di salute cagionevole, ma nel 1943 viene richiamato alle armi e perde due grandi amici. Il fratello viene portato in un campo di concentramento in Germania. Questi sono tutti fatti che lo segnano. Si unisce alla Resistenza lombarda e si avvicina al Partito Comunista italiano. Nel 1945 intraprende la carriera giornalistica. Scrive, fra gli altri, per l’Unità e La domenica dei piccoli. Nel 1950 si trasferisce da Milano a Roma. Fonda e dirige un giornale per ragazzi, Pioniere.
L’anno dopo pubblica il suo primo libro pedagogico, Il manuale del Pioniere, per nulla apprezzato della stampa cattolica. Nel 1953 sposa Maria Teresa Ferretti, segretaria del Gruppo Parlamentare del Fronte Democratico Popolare. Dalla loro unione, nel 1957, nasce Paola. Nello stesso anno fonda Avanguardia, giornale nazionale della FGCI.
Gianni Rodari collabora con la Rai e la BBC. È autore televisivo di programmi per ragazzi come Giocagiò. Va spesso in Unione Sovietica, dove i suoi libri sono di ispirazione per gli insegnanti. Sue mete sono anche Bulgaria e Cina.
Alcuni dei suoi testi pacifisti sono stati musicati da artisti del calibro di Sergio Endrigo. Nel 1980 viene sottoposto a un intervento chirurgico a causa di un’occlusione di una vena della gamba sinistra. Muore a Roma il 14 aprile, quattro giorni dopo, a causa di uno shock cardiogeno. Riposa al cimitero monumentale del Verano.
Fra le sue opere più importanti, Filastrocche in cielo e in terra, Il libro degli errori e Favole al Telefono. Da La freccia azzurra viene tratto un film d’animazione. I suoi cartoni animati hanno molto successo in Unione sovietica. Ne sono esempio Cipollino o Rassejannyj.