Nelson Rolihlahla Mandela nasce a Mvezo il 18 luglio 1918, è un politico e attivista sudafricano, presidente del Sudafrica dal 1994 al 1999. Negli anni è diventato il grande simbolo del Sudafrica, colui che ha passato tutta la sua vita nella lotta contro l’Apartheid, per la conquista della libertà del suo popolo. Un personaggio storico, una leggenda, uomo dall’immensa statura morale, che ha vissuto l’intera sua esistenza in favore degli altri.
Nelson Mandela è figlio di un capo della tribù Thembu, studia nelle scuole sudafricane per studenti neri, si laurea in giurisprudenza, e nel 1944, a 26 anni, entra nella politica attiva del suo Paese. Diviene membro dell’ANC (African National Congress), per anni è a capo di campagne pacifiche contro l’apartheid, il regime politico che in quell’epoca favorisce i bianchi, a discapito dei neri, sia sul piano giuridico che legale, ma anche sociale.
Il leader nero, così possiamo definire Nelson Mandela, vive nel 1960 l’esperienza che cambia la sua vita per sempre. Durante quello che viene chiamato massacro di Sharpeville, il regime di Pretoria elimina 69 militanti dell’ANC volontariamente, con un’operazione a tradimento, e mette così al bando tutta l’associazione, ritenendola fuorilegge. Nelson Mandela sopravvive alla strage, fugge e forma una frangia militarista pronta a difendersi con le armi. Nel 1963 viene arrestato e condannato all’ergastolo.
Il discorso che l’uomo pronuncia davanti ai giudici in tribunale è la maggiore testimonianza di quello che è il suo impegno politico e sociale. Nonostante sia infatti consapevole di quanto sia duro il carcere africano per chi lotta contro la discriminazione, come lui ha fatto per tutta la vita, dichiara che può “distrarre me né altri come me dal sentiero che ho intrapreso. Per gli uomini, la libertà nella propria terra è l’apice delle proprie aspirazioni”.
L’immagine di Nelson Mandela continua a crescere negli anni, nonostante il leader nero sia costretto in carcere; è lui infatti il simbolo della lotta, della ribellione contro le ingiustizie subite dal popolo nero. Nel 1985, il presidente sudafricano Botha, consapevole che Mandela sia diventato un simbolo intoccabile, gli offre la libertà, ma in cambio chiede all’uomo di rinnegare la guerriglia. Nelson Mandela decide di restare in prigione, rifiutando l’offerta.
L’uomo viene poi liberato nel 1990, grazie a forti pressioni internazionali e al mancato appoggio degli USA al regime segregazionista. L’anno dopo il leader è eletto presidente dell’ANC e nel 1993 vince il premio Nobel per la pace. Nel 1994, durante le prime elezioni a cui possono prendere parte anche i cittadini neri, viene eletto Presidente della Repubblica del Sudafrica e capo del governo, in carica fino al 1998.
Un’altra battaglia importante caratterizza la vita di Mandela, accusato da ben 39 case farmaceutiche di aver promulgato nel 1997 il “Medical Act”, legge che consente al Governo del Sudafrica di importare e produrre medicine per la cura dell’AIDS a prezzi sostenibili. Tante le proteste internazionali, per cui le multinazionali hanno deciso di non continuare quella battaglia legale.
Mandela si ritira dalla vita pubblica nel giugno 2004, all’età di 85 anni, e un mese dopo ottiene il Freedom of the City da parte della città di Johannesburg, la più alta onorificenza cittadina. A 95 anni il leader muore, è il 5 dicembre del 2013.