Niccolò Machiavelli nasce a Firenze il 3 maggio 1469. Scrittore, filosofo e politico, la sua vita può essere suddivisa in maniera netta in due parti ben distinte. Fino al 1512 è dedito agli affari pubblici e ricopre diverse cariche pubbliche. Successivamente si concentra sulla produzione artistica e letteraria, dopo l’esclusione dalla vita pubblica dovuta al ritorno al potere dei Medici. Grazie alla sua opera fondamentale, Il Principe, può essere considerato tra i fondatori della moderna scienza politica.
Niccolò Machiavelli proviene da una famiglia borghese, di media cultura. Si dedica agli studi umanistici, anche se non impara mai il greco. Fin dalla giovane età si avvicina all’attività politica. Nel 1498, dopo la caduta di Savonarola, nei confronti del quale Machiavelli si è sempre dimostrato critico, viene nominato segretario della seconda cancelleria e successivamente segretario dei Dieci, organo preposto alla politica estera. Nel 1501 sposa Marietta Corsini, dalla quale ha sei figli. Fino al 1512 riceve altri incarichi pubblici, risultando il principale collaboratore del gonfaloniere Pier Soderini.
Durante la sua intensa attività politica, Machiavelli è autore di alcuni scritti politici, seppur minori rispetto alle opere successive. Si tratta in parte di rapporti e relazioni legate alle sue cariche politiche, ma non mancano spunti di riflessione personale, come nel poemetto Il Decennale del 1504 (composto in terzine) e nei Ghiribizzi del 1506. La svolta nella produzione letteraria di Machiavelli arriva nel 1512, quando è costretto al ritiro dall’impegno pubblico.
Nel 1513, dopo aver subito un arresto ed essere stato torturato con l’accusa di aver fomentato una rivolta antimedicea, compone quello che è considerato universalmente il suo capolavoro, Il Principe. Si tratta di un vero e proprio trattato di scienza politica, difficilmente inquadrabile in un genere letterario. Da questa opera è possibile ricavare l’essenza del pensiero politico machiavelliano: la morale del sovrano (il principe) deriva dal successo della sua azione politica, che coincide con la sorte stessa dello Stato. Ne consegue una visione materialistica del mondo e dell’uomo, che mette da parte ogni aspetto trascendente e fideistico.
Questa visione politica ha generato, in senso negativo, il termine machiavellico (celebre la formula “il fine giustifica i mezzi”, parole tra l’altro mai presenti negli scritti di Machiavelli). L’opera, dedicata a Lorenzo de Medici, ha un’ampia diffusione in Europa, anche se verrà pubblicata solo nel 1532, anni dopo la morte dell’autore. Dopo Il Principe, altra opera di rilievo sono i Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio, altra opera dall’ampio respiro politico.
Il genio di Machiavelli tocca anche la produzione teatrale: scrive la commedia Clizia e la più celebre Mandragola. Nel 1525 ha la possibilità di tornare alla vita politica, ma ne viene presto nuovamente escluso. Muore il 21 giugno 1527: viene sepolto nella tomba di famiglia nella Basilica di Santa Croce di Firenze.