Le citazioni di: Vladimir Lenin

Vladimir Lenin, statista rivoluzionario

Vladimir Lenin, all’anagrafe Vladimir Il’ič Ul’janov, nasce a Simbirsk il 22 aprile 1870. È un rivoluzionario, un politico e un politologo russo e, successivamente, sovietico. Talvolta viene citato come Nicolaj Lenin. Figlio di un ispettore scolastico, la sua vita viene segnata da un fatto traumatico: il fratello viene arrestato e impiccato nel 1887 per aver partecipato a un attentato ai danni di Alessandro III.

Espulso lo stesso anno dall’università di Kazan′ – per poi laurearsi in Giurisprudenza nel 1891 a Pietroburgo – si avvicina alla dottrina marxista. Polemico contro i populisti, scrive Che cosa sono gli amici del popolo e come lottano contro i socialdemocratici?. Nel 1895 fonda il circolo Emancipazione del lavoro per riunire i vari gruppi rivoluzionari, ma viene arrestato. Dopo 14 mesi esce dal carcere e va in esilio in Siberia. Sposa Nadežda Konstantinovna Krupskaja.

Studia economia e storia, scrive Lo sviluppo del capitalismo in Russia. Nel 1900 è costretto a trasferirsi a Monaco di Baviera e poi a Zurigo. Fonda un periodico di ispirazione politica, ma ben presto deve fare i conti con contrasti di carattere strategico e organizzativo. Da una parte ci sono i bolscevichi guidati da Vladimir Lenin, rivoluzionari di professione, dall’altro i menscevichi minoritari. Non sono d’accordo sul ruolo della classe operaia nella rivoluzione russa, per i secondi meno importante.

La rivoluzione del 1905 rafforza il potere di Lenin. Quando scoppia la Prima Guerra Mondiale, proclama il fallimento dell’Internazionale e contribuisce alla costituzione delle conferenze di Zimmerwald e Kienthal. È necessario edificare un nuovo internazionalismo socialista.

Scoppia la rivoluzione di febbraio e raggiunge la Russia nel 1917. L’obiettivo è porre fine al Governo Kerenskij. Scappa in Finlandia per non farsi arrestare e scrive Stato e rivoluzione, sviluppando le teorie di Karl Marx in merito alla dittatura del proletariato e alla trasformazione rivoluzionaria dello Stato in autogoverno dei produttori.

Vladimir Lenin spinge per la formazione dell’Internazionale comunista (1919), che separa definitivamente comunisti e socialisti. Il futuro della rivoluzione dipende dagli sviluppi internazionali. Nel 1921 lancia la Nuova Politica Economica (NEP), che si basa sull’iniziativa privata nell’agricoltura e nel commercio. Una paralisi lo segna nel 1922, si fa curare a Gorki e continua a seguire gli sviluppi politici del Paese. Non si riprenderà mai del tutto e morirà a Mosca il 27 febbraio del 1939.