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Anno bisestile: cos’è e ogni quanto cade

Valeria Biotti

Valeria Biotti

SCRITTRICE, GIORNALISTA, SOCIOLOGA

Sono scrittrice, giornalista, sociologa, autrice teatrale, speaker radiofonica, vignettista, mi occupo di Pedagogia Familiare. Di me è stato detto:“È una delle promesse della satira italiana” (Stefano Disegni); “È una scrittrice umoristica davvero divertente” (Stefano Benni).

L’anno astronomico identifica il tempo che la Terra impiega per completare la sua orbita attorno al Sole. Tale intervallo dura circa 365 giorni.
Circa, appunto. Perché, a voler essere precisi, la durata dell’intera orbita è pari a 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 9,54 secondi.

Ecco, allora, che la convenzione che identifica l’anno solare con un numero intero di giorni (365, appunto) non fa che accumulare un piccolo – ma non impercettibile – sfasamento: una sorta di anticipo, in realtà.

A conti fatti, senza alcun intervento compensativo, in soli 100 anni si andrebbe a creare un gap tra anno solare e anno tropico (o astronomico) pari a circa 24 giorni.

Le conseguenze, anche dal punto di vista dell’identificazione convenzionale delle stagioni in corrispondenza di determinati mesi dell’anno, appaiono immediatamente evidenti.

Come fare, allora, ad allineare il calendario civile a quello naturale?

Chiedetelo a Giulio Cesare

Fu proprio Cesare, nel 46 a.C., ad affidarsi ai calcoli dell’astronomo Sosigene di Alessandria e a introdurre nel calendario un giorno in più, a compensazione, ogni 4 anni.

Lo inserì dopo il 24 di febbraio, ovvero dopo il “sexto die ante Kalendas Martias”. Il giorno ulteriore divenne dunque il “bis sexto die”, da cui oggi deriva la denominazione “bisestile”.

Fu quindi Ottaviano Augusto a regolarizzare l’applicazione degli anni bisestili, a partire dall’8 d.C.

Oggi i giorni del mese di febbraio sono enumerati a partire da 1 fino a 28, pertanto è pacifico che il giorno aggiunto ogni 4 anni sia il 29.

Solo in Svezia il 1712 fu un anno doppiamente bisestile – cioè con un 29 e un 30 febbraio – mentre ancor differente è il caso del 30 febbraio nel Calendario Rivoluzionario Sovietico, in vigore dal 1929 al 1940 in URSS.

Ma mica finisce qui!

Alla lunga, infatti, anche la soluzione introdotta da Giulio Cesare e perfezionata da Augusto avrebbe prodotto uno scostamento dal calendario astronomico; questa volta per eccesso.

La necessità, dunque, era quella di ri-bilanciare il gap con interventi ancor più una tantum.

Fu Papa Gregorio XIII a porre mano alla questione. E, con la Bolla “Inter gravissimas”, eliminò 3 anni bisestili ogni 400, a inizio secolo.

Dal 1582 con il Calendario Gregoriano, dunque, la regola per evincere se un anno sia bisestile diventa relativamente semplice:

– E’ bisestile un anno il cui numero è divisibile per 4
– Fanno eccezione gli anni secolari (ovvero quelli divisibili per 100) che non siano divisibili per 400.

Esempio concreto: non è stato bisestile il 1900, così come non lo sarà il 2100. Lo è stato, invece, il 2000.

E i calendari non solari?

Niente paura, anche i Calendari lunari – come ad esempio quello islamico – hanno previsto accorgimenti affini ai nostri per evitare il gap tra natura e cultura. In particolare, con l’accorgimento di mantenere l’allineamento dell’inizio di ogni mese con le fasi lunari.

I Calendari lunisolari, poi – come quello ebraico – combinano entrambi gli accorgimenti, aggiungendo la finezza di inserire un mese intercalare per mantenere fissa la stagionalità dei mesi.

Gli anni bisestili nell’immaginario popolare

Come tutto ciò che è atipico, raro, anche l’anno bisestile è stato spesso oggetto di una immeritata reputazione sinistra. Dalla comune ritrosia per ciò che non è consueto, infatti, deriva il detto “anno bisesto, anno funesto”, di antica derivazione popolana.

In altri luoghi del mondo, però, l’anno bisestile perde la connotazione negativa, evocando invece semplicemente una sorta di originalità.

Il 29 febbraio, ad esempio, in Irlanda si celebra il “Bachelor’s day”: il giorno dello scapolo. In quell’occasione, le donne possono chiedere in sposo uno scapolo che – nel caso rifiuti – ha l’obbligo di regalare alla donzella un paio di guanti o un abito, per sanare l’imbarazzo del diniego.

Ad Aurora, in Illinois, le donne nubili possono arrestare gli uomini celibi e multarli per “ben” 4 dollari.

Ad Anthony, in Texas, ogni 29 febbraio si organizza una mega-festa collettiva per tutti i nati il fatidico giorno.