L'agronomo: chi è, cosa fa e quanto guadagna
L’agricoltura moderna si trova di fronte a sfide sempre più complesse, dalla sostenibilità ambientale all’ottimizzazione delle produzioni. In questo contesto, emerge una figura professionale di fondamentale importanza: l’agronomo. Questo esperto del settore agricolo svolge un ruolo cruciale nel guidare le aziende verso pratiche più efficienti e sostenibili, combinando conoscenze scientifiche, tecniche e gestionali. Ma cosa fa esattamente un agronomo e quali sono le sue responsabilità?
- Il ruolo dell'agronomo: formazione e competenze
- Dove può operare un agronomo
- Quanto guadagna in media un agronomo?
Il ruolo dell’agronomo: formazione e competenze
L’agronomo è molto più di un semplice esperto di coltivazioni, è un professionista poliedrico che si occupa di molteplici aspetti legati al mondo agricolo e agroalimentare. Il suo compito principale è quello di ottimizzare la produzione agricola, tenendo conto di fattori ambientali, economici e sociali.
Tra le principali responsabilità di un agronomo troviamo:
- Analisi e miglioramento delle tecniche di coltivazione;
- Gestione sostenibile delle risorse naturali;
- Consulenza alle aziende agricole su aspetti produttivi ed economici;
- Progettazione di interventi di miglioramento fondiario;
- Valutazione dell’impatto ambientale delle attività agricole.
L’agronomo collabora strettamente con agricoltori, allevatori e imprenditori del settore agroalimentare, fornendo loro le conoscenze e gli strumenti necessari per incrementare la produttività e la qualità dei prodotti, nel rispetto dell’ambiente e delle normative vigenti.
Per diventare agronomo è necessario seguire un percorso formativo specifico e acquisire un ampio bagaglio di competenze. La formazione di base prevede generalmente:
- Un diploma di scuola superiore;
- Una laurea triennale in scienze e tecnologie agrarie o affini;
- Una laurea magistrale in scienze e tecnologie agrarie o specializzazioni correlate;
- Il superamento dell’esame di stato per l’abilitazione professionale;
- L’iscrizione all’albo dei dottori agronomi e dottori forestali.
Il percorso universitario per diventare agronomo prevede lo studio di diverse discipline, che spaziano dall’agronomia e le coltivazioni erbacee e arboree alla zootecnia e all’alimentazione animale, dall’economia e la gestione aziendale alla chimica e biochimica agraria, dalla patologia vegetale e difesa delle colture all’ingegneria agraria e alla meccanizzazione, fino all’ecologia e alle scienze ambientali.
Oltre a queste competenze tecniche, un buon agronomo deve possedere anche capacità di problem-solving e pensiero analitico, abilità comunicative e relazionali, propensione all’innovazione e all’aggiornamento continuo e una spiccata sensibilità ambientale con un’attenzione particolare alla sostenibilità.
Dove può operare un agronomo
Come detto in precedenza, l’agronomo è un professionista altamente qualificato che svolge un ruolo fondamentale nel supportare le aziende agricole in ogni fase della produzione, dalla pianificazione delle colture alla gestione sostenibile delle risorse, dalla difesa delle colture all’innovazione tecnologica. Vediamo di seguito, in maniera più approfondita, alcuni degli aspetti principali del suo ruolo in supporto alle aziende:
Pianificazione delle colture e ottimizzazione delle tecniche
L’agronomo è una figura chiave per gli agricoltori, aiutandoli a scegliere le colture più adatte alle caratteristiche specifiche del loro terreno e del clima locale. Non si limita a considerare solo il tipo di suolo e la disponibilità di acqua, ma tiene anche conto della domanda del mercato e delle potenzialità di guadagno; inoltre, consiglia le migliori tecniche di coltivazione per ogni fase, dalla preparazione del terreno alla semina o al trapianto, dalla fertilizzazione all’irrigazione, fino al controllo delle infestanti e alla difesa delle piante da malattie e parassiti.
In tutto questo, l’agronomo incoraggia sempre l’adozione di pratiche agricole sostenibili, come l’agricoltura di precisione e le tecniche di agricoltura conservativa, per utilizzare al meglio le risorse idriche e limitare l’uso di fertilizzanti e fitofarmaci.
Difesa delle colture
La protezione delle colture da parassiti e malattie è un aspetto cruciale dell’agricoltura moderna. L’agronomo svolge un ruolo chiave in questo ambito, promuovendo un approccio integrato alla difesa fitosanitaria. Effettua regolari sopralluoghi in campo per identificare tempestivamente la presenza di patogeni o parassiti, valutare lo stato di salute delle colture e determinare la soglia di intervento. Basandosi sui principi della lotta integrata, suggerisce metodi di prevenzione (come le rotazioni colturali e l’utilizzo di varietà resistenti), tecniche di lotta biologica e l’impiego mirato e razionale di prodotti fitosanitari, aiutando gli agricoltori a prevenire l’insorgenza di resistenze ai fitofarmaci attraverso l’alternanza di principi attivi, l’utilizzo di prodotti con diverso meccanismo d’azione e l’adozione di strategie anti-resistenza.
Progettazione di interventi agronomici
Un’altra importante area di competenza dell’agronomo è la progettazione e direzione di interventi di miglioramento fondiario e infrastrutturale nelle aziende agricole. Questo include la progettazione di sistemazioni idraulico-agrarie per la regimazione delle acque superficiali, la prevenzione dell’erosione del suolo e il miglioramento del drenaggio.
L’agronomo si occupa anche del dimensionamento degli impianti irrigui, scegliendo i sistemi più efficienti (come l’irrigazione a goccia e la microirrigazione) e ottimizzando i turni irrigui. Inoltre, fornisce consulenza per la progettazione di impianti arborei, serre e tunnel, magazzini e strutture di stoccaggio, strade poderali e interpoderali.
Sostenibilità ambientale
Anche in questo caso, l’agronomo gioca un ruolo fondamentale nel promuovere pratiche agricole rispettose dell’ambiente. Supporta le aziende nella conversione al biologico, occupandosi della pianificazione della conversione, della scelta di tecniche colturali adeguate, della gestione della fertilità del suolo e del controllo biologico dei parassiti. Promuove l’adozione di tecniche di produzione integrata, che prevedono l’uso razionale di input chimici, l’integrazione di metodi di lotta biologica e l’ottimizzazione delle risorse naturali. Suggerisce pratiche per la conservazione del suolo, come la minima lavorazione o la semina su sodo, l’utilizzo di colture di copertura e la gestione sostenibile dei residui colturali.
Infine, promuove azioni per il mantenimento di aree naturali in azienda, la creazione di corridoi ecologici e la valorizzazione dei servizi ecosistemici.
Quanto guadagna in media un agronomo?
Lo stipendio di un agronomo in Italia può variare in base a diversi fattori, tra cui l’esperienza, il tipo di impiego (pubblico o privato), la zona geografica e le mansioni svolte. In generale, un agronomo neo-laureato può aspettarsi uno stipendio iniziale intorno ai 1.400-1.800 euro lordi al mese. Con l’aumentare dell’esperienza e delle responsabilità, la retribuzione può crescere fino a raggiungere i 2.500-3.500 euro lordi mensili per i professionisti più esperti e qualificati.
Per riassumere, l’agronomo si configura come una figura professionale chiave per guidare il settore agricolo verso un futuro più sostenibile, produttivo e resiliente. La sua capacità di integrare conoscenze scientifiche, competenze tecniche e visione strategica lo rende un partner indispensabile per le aziende agricole moderne, chiamate a produrre di più e meglio con meno risorse.