Al liceo in cui è nata la Juventus serve una palestra: l'appello
La scuola dove nel 1897 è nata la Juventus non ha una palestra per l'educazione fisica degli alunni: la richiesta al preside e alla società bianconera
Le palestre delle scuole italiane si trovano in una situazione critica: in molti casi non sono a norma oppure sono addirittura mancanti. È il caso anche del liceo classico D’Azeglio di Torino, in cui non esistono spazi adeguati dedicati all’attività sportiva degli studenti. Non si tratta però di una scuola qualunque: il D’Azeglio è l’istituto nel quale è nata la Juventus.
“Per i ragazzi così è difficile fare educazione fisica”, ha dichiarato il professor Marco Curletti, docente di educazione fisica appena andato in pensione ed ex preparatore atletico della squadra bianconera. Vediamo il suo appello, rivolto al preside e alla società juventina.
La scuola dove è nata la Juventus ha bisogno di una nuova palestra
“Il liceo in cui è nata la Juventus ha bisogno di una palestra”. A parlare è il professor Marco Curletti, docente di educazione fisica in diverse scuole superiori di Torino e preparatore atletico nel calcio professionistico ad alti livelli a Coverciano e nella prima squadra della Juventus (per 12 anni).
Dopo diversi anni trascorsi insegnando nell’istituto torinese va ora in pensione, ma ci tiene a ricordare a coloro che restano l’importanza dell’attività fisica per i giovani e lanciando un appello per la realizzazione di una palestra che oggi è assente.
“Al D’Azeglio mancano spazi per l’attività sportiva – spiega il prof Curletti -. Gli allievi, per fare educazione fisica, sono obbligati a uscire dalla struttura e recarsi a piedi in altri istituti. C’è una palestra interna che si utilizza a rotazione. All’esterno, ci si appoggia a due palestre, una al Collegio San Giuseppe, molto bella ma scomoda da raggiungere, l’altra al Convitto Umberto I, molto brutta, mi spiace dirlo”.
Abbiamo detto che non è una scuola qualunque: all’interno dell’edificio storico del liceo D’Azeglio di Torino, nel 1897, tre studenti fondarono una società sportiva di football chiamandola con il nome latino Juventus, che significa “gioventù”.
Il prof di educazione fisica chiarisce che “è necessario dotare il D’Azeglio di una seconda palestra interna, per rendere onore anche alla storia del calcio che è stata scritta tra queste mura da un gruppo di allievi”, riferendosi alla nascita della squadra bianconera.
L’appello alla Juventus per la realizzazione di una nuova palestra
Un appello, quello di Curletti, che si rivolge al dirigente scolastico, Franco Francavilla, alla vicepreside Chiara Fornaro, ma che si allarga anche alla società calcistica juventina e al presidente Gianluca Ferrero: “Nell’ala nuova, il blocco della palestra e della sala insegnanti si potrebbe sopraelevare per ricavarne una palestra eventualmente dotata di ampie vetrate, ma occorrono le risorse che forse Juventus può mettere in campo”, spiega il docente di educazione fisica ed ex preparatore atletico.
“Penso che, come il laboratorio di chimica intitolato a Primo Levi, che fu studente al D’Azeglio, la nuova palestra si potrebbe intitolare ai tre studenti che tra una lezione e l’altra diedero vita alla società bianconera”, aggiunge, chiarendo anche l’importanza di far conoscere la storia di questo istituto, dove non tutti sanno che è nata la celebre squadra di serie A. “Nonostante l’importante narrazione che viene fatta da parte della società, come ad esempio nella mostra al J Museum, deve essere maggiormente raccontata”, conclude Curletti, che lasciato l’insegnamento al D’Azeglio continuerà come docente di teoria e metodologia dell’allenamento ai corsi Uefa C della Federazione Calcio.
La situazione delle palestre nelle scuole italiane: mancanti o non a norma
Tutt’oggi, nonostante gli sforzi del CONI, che in passato ha destinato milioni di euro a progetti di supporto alle scuole, la situazione degli impianti sportivi scolastici italiani rimane critica: il 60% delle scuole dello Stivale non ha palestre nelle quali gli alunni possono seguire le lezioni di educazione fisica, e la metà di quelle esistenti non è a norma.
A spiegarlo è il presidente del CONI, Giovanni Malagò, durante la conferenza stampa Coni-Banca Ifis, il 6 dicembre, che ha presentato le borse di studio sostenute dall’Istituto di credito verso i medagliati azzurri juniores del 2024. Malagò sottolinea l’importanza di investire nel settore sportivo, considerando la scuola “la madre di tutte le battaglie” per lo sviluppo dello sport giovanile.