Salta al contenuto
Che scuola ha fatto Paola Minaccioni: le imitazioni e gli inizi Fonte foto: Ansa

Che scuola ha fatto Paola Minaccioni: dalle imitazioni al cinema

Paola Minaccioni è la famosa attrice e comica italiana., ma che scuola ha fatto e qual è stata la formazione scolastica prima di approdare al cinema

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Paola Minaccioni è la simpaticissima e ironica attrice e comica che non si può non conoscere. È stata concorrente del programma “Lol 4”, oltre ad aver preso parte a tantissimi show e ad aver recitato con importanti registi come Ferzan Ozpetek in “Magnifica presenza” e in “Allacciate le cinture”. Per quest’ultimo film ha ottenuto anche il Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista e una nomination ai David di Donatello nella stessa categoria. Brillante, loquace e con un talento eccezionale per le imitazioni, che scuola ha fatto e quali sono stati i primi passi di Paola nel mondo dello spettacolo?

Gli studi di Paola Minaccioni

In un’intervista a ‘Il Corriere della Sera’ Paola Minaccioni si è messa a nudo e ha raccontato tantissimi dettagli della sua vita, in particolare prima di diventare famosa. Proveniente da una famiglia che lei definisce “tragicomica” con un rapporto un po’ conflittuale con la madre e un’adorazione per il padre, all’epoca massaggiatore della Roma, l’attrice ha raccontato di essere stata salvata dal teatro.

Ma il suo talento risale all’adolescenza, già negli anni del liceo si era fatta notare per la sua grande capacità di fare imitazioni. Paola ha frequentato il liceo sperimentale, indirizzo linguistico. “Ero complessatissima, iniziai a osservare gli altri perché volevo essere altro. Osservavo, imparavo. E poi facevo spettacolo”, ha raccontato.

“Imitavo la prof di matematica, di inglese, a volte anche davanti a loro – ha aggiunto – o nelle riunioni di istituto, alle cene di classe… Io imitavo e tutti ridevano. Ho cominciato a sentirmi vista. Non era un progetto, lo facevo e basta. Quando sono salita su un palcoscenico la prima volta ero talmente un groviglio di complessi, domande, confusione mentale, che non potevo certo visualizzare il mio futuro”.

La prima volta sul palco di Paola Minaccioni

Alla domanda su quando si è esibita per la prima volta davanti a un pubblico, l’attrice ha ricordato che aveva 18 anni ed era alla festa estiva di Ronciglione, vicino Viterbo, dove passava tutte le estati. “C’era in ballo l’elezione della miss; selezionarono le mie amiche, mia sorella Roberta, le mie cugine. Quando arrivò il mio turno mi scartarono: “No, tu facce ride”. Credo che qualcuno avesse detto in giro che facevo imitazioni”, ha spiegato.

“Ho risposto: va bene! Ho chiamato un amico mio che mi facesse un po’ da spalla – ha proseguito Minaccioni – e ho fatto quel che ricordavo a memoria dello spettacolo di Anna Marchesini con Solenghi e Lopez. Imitavo la Marchesini, capisce? Ci saranno state un migliaio di persone. E ridevano. Alla fine sono venuti a dirmi: sei brava, vuoi fare l’attrice? E io: sì, certo. Come se avessi le idee chiare”.

L’università e il cinema: il racconto di Paola Minaccioni

Dopo le scuole superiori, nonostante avesse già iniziato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo, Paola si era iscritta all’università per studiare giurisprudenza “ma non era la mia strada”, ha chiarito per poi aggiungere: “Allora mi sono iscritta a Lettere indirizzo spettacolo: mi piaceva moltissimo. Nel frattempo avevo fatto un esame al Centro sperimentale di cinematografia. Mi hanno presa e tutto il resto è scomparso. Sono atterrata in un mondo fantastico; sovrappeso, piena di complessi e vergine fra fighi che vivevano al massimo della potenzialità. Così quando salivo sul palcoscenico ero una bomba, potevo essere tutto”.

Infine è arrivato anche il grande schermo. “Con il cinema ho iniziato tardi – ha svelato – e mi ritengo fortunatissima. In Italia non ci sono tanti ruoli per una come me. Mi chiamano perché pensano che io possa far bene il lavoro e sono molto grata a questa cosa. C’è da dire che spesso rendo plausibili personaggi grotteschi. Per esempio in Baciato dalla fortuna, con Salemme, facevo la moglie ossessionata dalla morte, che amava le bare, i funerali, i cimiteri… qualsiasi attrice sarebbe scappata a gambe levate. Io l’ho fatta”.

Eppure sono diversi i titoli in cui è apparsa come “Notte prima degli esami”, “Ex”, “Natale a 5 stelle”, “Lockdown all’italiana”, un talento straordinario capace di strappare una risata anche ai personaggi più seri.