Chi è il professore italiano chiamato per ricostruire Notre-Dame
Ecco chi è l'unico architetto italiano che ha diretto i lavori di ricostruzione della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi, risorta dopo l'incendio
Il 7 dicembre 2024 la Cattedrale di Notre-Dame è risorta ufficialmente dalle proprie ceneri, dopo che un devastante incendio, avvenuto tra il 15 e il 16 aprile 2019, l’aveva profondamente danneggiata. Sono serviti 5 anni di lavori di ricostruzione per portarla a nuova vita, un impegno che ha richiesto il lavoro di migliaia di persone. Tra queste, spicca l’unico architetto italiano chiamato dalla Francia per entrare a far parte del gruppo di progettazione e direzione lavori. Vediamo chi è e cosa ha dichiarato.
- Chi è Carlo Blasi
- Perché gli italiani sono i "migliori in tutto il mondo"
- Notre-Dame è risorta dalle ceneri: i lavori di restauro
Chi è Carlo Blasi
L’unico architetto non francese chiamato per ricostruire Notre-Dame è stato il fiorentino Carlo Blasi, professore di restauro oggi in pensione, che vanta una grande competenza in fatto di monumenti danneggiati. In un gruppo di 1.200 persone tra tecnici, restauratori e ingegneri (anche italiani) è l’unico architetto dello Stivale che è entrato a far parte del gruppo di progettazione e direzione lavori per far tornare a splendere il principale luogo di culto cattolico e simbolo inconfondibile di Parigi.
Il 1° maggio 2019, solo 15 giorni dopo il devastante incendio della cattedrale che ha lasciato il mondo con il fiato sospeso, Blasi era già all’opera, nel cantiere che rimarrà nella storia, per assicurare la stabilità all’edificio. Ma perché hanno chiamato proprio lui?
La sua decennale esperienza in merito a strutture antiche e monumenti danneggiati lo rende un grande esperto, già conosciuto in Francia per i suoi lavori al Pantheon di Parigi, quando cadevano pietre dal soffitto, e per il restauro della cattedrale di Clermont Ferrand che sta attualmente seguendo.
In Italia, sono numerosi i suoi interventi: ha progettato la ricostruzione del Petruzzelli di Bari, ha lavorato alla cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze e sta terminando i lavori alla basilica di San Benedetto a Norcia. Nel resto del mondo, si è occupato anche di ricostruire monumenti danneggiati dalle guerre, come il ponte di Mostar in Bosnia Erzegovina.
Perché gli italiani sono i “migliori in tutto il mondo”
Carlo Blasi è stato chiamato per far tornare agli antichi splendori Notre-Dame anche perché è italiano. Nel restauro delle strutture antiche, infatti, gli italiani sono considerati i migliori.
Lo ha spiegato bene lo stesso architetto fiorentino in un’intervista a ‘La Repubblica’: “Il fatto è che l’Italia ha tantissimi monumenti e tanti terremoti, quindi i tecnici si fanno molta esperienza di ricostruzione e stabilità. La nostra conoscenza nel settore delle opere murarie antiche è la maggiore in tutto il mondo”.
Blasi, collaborando per ricostruire Notre-Dame, ha ha portato tre architecte en chef del team a visitare la cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze, che ha un sistema di monitoraggio considerato un unicum: “Non c’è un altro monumento controllato da tanti anni come la cupola fiorentina, interessata da grosse spaccature, larghe 7 centimetri, che costituiscono da sempre una preoccupazione. Già negli anni ’50 Nervi installò una strumentazione di controllo meccanica, oggi sostituita da un sistema automatico elettronico”, ha chiarito Blasi.
È stato essenziale conoscere il capolavoro di Brunelleschi “perché ora per Notre Dame c’è in programma un sistema di controllo, non solo antincendio, ma anche strutturale”, ha aggiunto l’architetto.
Notre-Dame è risorta dalle ceneri: i lavori di restauro
“Il primo sentimento che provo è la rabbia. Ma come è possibile, mi domando, che gli uomini non riescano a proteggere adeguatamente opere di valore inestimabile? Poi dopo la rabbia, mi metto a lavoro”, sono le parole di Blasi nel descrivere i suoi sentimenti di fronte alla notizia dell’incendio a Notre-Dame di 5 anni fa.
Un lavoro, quello di ricostruzione e restauro, che si è svolto nel corso del periodo Covid e che non è stato privo di difficoltà: c’era infatti il “pericolo del piombo dei tetti che si era sciolto, e le cui polveri si erano depositate dappertutto”, ha dichiarato. Gli addetti ai lavori dovevano quindi indossare una tuta speciale e maschere anche ad agosto, con temperature poco piacevoli. Nonostante questo, “c’è stato un grande entusiasmo fino alla fine”, ha aggiunto, anche se in realtà non è ancora finita qui perché di vorranno altri 4 anni di lavori: “Non abbiamo finito. C’è da sistemare il giardino esterno, il coro, gli archi rampanti. Cinque anni per restaurare la cattedrale sono bastati perché Macron ha affidato la ricostruzione ad un ente con poteri speciali. Altrimenti ci sarebbe voluto il doppio del tempo”.
Prima dell’inaugurazione ufficiale, il 29 novembre, Macron si è recato in cattedrale per salutare il gruppo di migliaia di operai che hanno reso possibile la rinascita di Notre-Dame. Blasi ha raccontato: “Io sono stato presentato come l’italiano. È stato un bel momento”.