
Come riconoscere la dislessia: segnali, età e quando intervenire
Riconoscere tempestivamente la dislessia è fondamentale per offrire ai bambini e ai ragazzi il supporto necessario a scuola e nella vita quotidiana. La dislessia è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) che riguarda la difficoltà nella lettura: chi ne è affetto ha problemi nel decifrare, comprendere e automatizzare i meccanismi del linguaggio scritto, pur avendo intelligenza nella norma e accesso all’istruzione.
Ma come si può capire se un bambino è dislessico? Esistono dei segnali precoci che possono aiutare genitori e insegnanti a intervenire già nella scuola dell’infanzia o nei primi anni della primaria? Vediamolo insieme.
- Che cos’è la dislessia
- Quando si possono notare i primi segnali?
- Quando è il momento di chiedere una valutazione
- Come comportarsi in caso di sospetto dislessia
Che cos’è la dislessia
La dislessia è una condizione neurobiologica che compromette in modo specifico la capacità di leggere in maniera fluente e corretta. Si manifesta con difficoltà nella decodifica del testo scritto, nella velocità di lettura e spesso anche nella comprensione. È importante sottolineare che non è una malattia, non dipende da pigrizia o svogliatezza, e non si “guarisce”, ma si può gestire efficacemente con strategie mirate.
La dislessia può manifestarsi da sola o insieme ad altri DSA, come la disortografia (difficoltà nella scrittura), la disgrafia (difficoltà nella grafia) o la discalculia (difficoltà con i numeri e il calcolo).
Quando si possono notare i primi segnali?
I segnali della dislessia possono emergere già nella scuola dell’infanzia, ma diventano più evidenti durante la scuola primaria, quando iniziano le attività di lettura e scrittura. Non sempre è facile distinguere tra una normale difficoltà di apprendimento e un disturbo specifico, per questo è importante osservare con attenzione e valutare la persistenza delle difficoltà nel tempo.
Ecco una panoramica dei segnali più comuni, suddivisi per fascia d’età:
Segnali nella scuola dell’infanzia (3-5 anni)
In questa fase, è difficile parlare di dislessia in senso stretto, ma è possibile notare alcune difficoltà nello sviluppo del linguaggio e delle abilità di base che possono essere considerate campanelli d’allarme.
- Linguaggio povero o ritardato rispetto ai coetanei.
- Difficoltà nel pronunciare correttamente le parole o nel ricordare parole già apprese.
- Problemi nel riconoscere rime, suoni iniziali o sillabe (consapevolezza fonologica).
- Scarsa memoria uditiva e visiva, soprattutto per sequenze (giorni della settimana, colori, numeri).
- Difficoltà nella coordinazione motoria fine (disegnare, ritagliare, usare le forbici).
Segnali nei primi anni della scuola primaria (6-8 anni)
È in questa fascia d’età che la dislessia inizia a manifestarsi in modo più chiaro, soprattutto attraverso errori persistenti nella lettura e una lentezza nell’acquisizione delle abilità scolastiche di base.
- Lettura lenta e poco fluente, anche su testi semplici.
- Numerosi errori di lettura: salti di sillabe, inversioni di lettere, omissioni o aggiunte.
- Difficoltà nel riconoscere le lettere simili (es. “b” e “d”, “m” e “n”).
- Comprensione compromessa, perché la lettura richiede troppa attenzione alla decodifica.
- Stanchezza, frustrazione, rifiuto della lettura o dei compiti.
Segnali nelle classi successive (dalla terza in poi)
Quando le richieste scolastiche diventano più complesse, lo studente dislessico può incontrare difficoltà crescenti, non solo nella lettura, ma anche nella comprensione, nello studio e nell’organizzazione del lavoro scolastico.
- Persistente lentezza nella lettura, nonostante l’impegno.
- Scarsa comprensione dei testi scritti, soprattutto se lunghi o complessi.
- Difficoltà a studiare in autonomia, a prendere appunti o a rielaborare le informazioni lette.
- Uso di strategie di evitamento: lo studente prova a evitare letture ad alta voce o si mostra svogliato.
- Autostima scolastica molto bassa e ansia da prestazione.
Quando è il momento di chiedere una valutazione
Se le difficoltà persistono per almeno sei mesi, nonostante l’intervento degli insegnanti e il supporto familiare, è consigliabile rivolgersi a un servizio di neuropsichiatria infantile del Servizio Sanitario Nazionale o a un centro specializzato privato per una valutazione diagnostica.
Una diagnosi precoce consente di attivare tempestivamente:
- Strumenti compensativi (sintesi vocale, mappe concettuali, audiolibri).
- Misure dispensative (esonero dalla lettura ad alta voce, riduzione dei compiti scritti).
- Piano Didattico Personalizzato (PDP), redatto dalla scuola per garantire pari opportunità.
Come comportarsi in caso di sospetto dislessia
Il primo passo è osservare il bambino senza giudicare, ma con attenzione. Parlarne con gli insegnanti è fondamentale: spesso a scuola le difficoltà emergono in modo più evidente. Se anche i docenti confermano i segnali, è importante avviare un percorso di valutazione.
Nel frattempo, a casa e a scuola si possono adottare alcune strategie di supporto:
- Favorire la lettura condivisa, senza pressione, leggendo insieme e alternando le voci.
- Utilizzare testi semplificati o ad alta leggibilità, con caratteri grandi e spaziatura ampia.
- Incoraggiare l’ascolto di audiolibri per favorire la comprensione e il piacere della lettura.
- Valorizzare l’impegno più che il risultato, rinforzando la fiducia nelle proprie capacità.
Riconoscere la dislessia è il primo passo per costruire un percorso scolastico e personale sereno e positivo. Più si interviene precocemente, più è possibile aiutare il bambino a sviluppare strategie di compensazione efficaci, evitando vissuti di frustrazione, ansia e insuccesso.
Ogni bambino ha diritto a imparare con i suoi tempi e i suoi strumenti: sapere cosa osservare, come intervenire e a chi rivolgersi fa davvero la differenza nel suo cammino educativo e nella sua autostima.