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Adhd Fonte foto: iStock - Professor25

Come riconoscere i bambini iperattivi

Tutto quel che c'è da sapere sui bambini iperattivi e su come riconoscerli.

Danila Franzone

Danila Franzone

ESPERTA DI EDUCAZIONE

Amante della scrittura a tutto tondo, lavoro da anni come web content editor e writer con un’attenzione particolare alla scuola, alla crescita personale e ai bambini con bisogni speciali. Nel tempo libero amo leggere libri di ogni genere e scrivere per progetti legati alla cucina e al benessere in tutte le sue forme.

Riconoscere i bambini iperattivi è sicuramente un buon modo per mettere in atto da subito le giuste proposte di intervento, avvisando anche la scuola ed evitando che questa sia motivo di tensioni o di momenti difficili da vivere.

Si tratta, quindi, di una problematica che è sempre più importante portare all’attenzione di tutti, al fine di migliorare la vita dei bambini sia a scuola che in generale.

Cosa si intende per bambini iperattivi

Oggi, si sente parlare sempre più spesso di bambini iperattivi. E ciò avviene con una modalità che spesso confonde sia i genitori che gli insegnanti. Per capire a fondo cosa significa ‘bambino iperattivo’ è quindi indispensabile partire subito dalla precisazione che questo termine non ha nulla a che fare con i bambini vivaci, come si pensava un tempo.

L’iperattività, nota anche come ipercinesia infantile, è infatti un disturbo neurobiologico che coinvolge sia fattori genetici che ambientali e che, pertanto, deve essere affrontato con le giuste conoscenze di base. I bambini iperattivi, infatti, hanno un vero e proprio disturbo alla corteccia pre-frontale che può essere identificato da uno specialista.

Quali sono i sintomi dei bambini iperattivi

Ovviamente, l’iperattività porta con sé tutta una serie di sintomi che è molto utile riconoscere, al fine di capire il prima possibile se è o meno il caso di rivolgersi a un medico per ottenere una diagnosi certa del problema. Come già accennato, per iperattività non si intende la semplice vivacità, ma tutta una serie di sintomi che si mescolano insieme tra loro e che se agli occhi di chi non ha mai sentito parlare del problema possono essere confusi con estrema vivacità e sbadataggine, rappresentano invece un chiaro campanello d’allarme che è molto importante saper cogliere il più presto possibile. Andando ai sintomi più noti ed evidenti ci sono:

  • Mancanza di concentrazione;
  • Vivacità;
  • Bisogno di stare sempre in movimento;
  • Difficoltà nel compiere esercizi o giochi tranquilli;
  • Incapacità di concentrarsi a lungo su una sola attività;
  • Parole continue;
  • Difficoltà a comprendere le istruzioni ricevute;
  • Mancanza di ascolto;
  • Cambiamento di regole nei giochi o nei compiti assegnati;
  • Irruenza nei modi di fare;
  • Assenza del senso del pericoloso;
  • Dimenticanza di cose o di concetti;
  • Incapacità di autoregolarsi;
  • Disorganizzazione.

Com’è facile immaginare, i bambini iperattivi hanno spesso problemi nel socializzare con gli altri. E questo perché il loro modo di fare può dare fastidio ai coetanei. Ciò può portare a problemi di isolamento o di incomprensione che il bambino vive con estrema sofferenza andando incontro a depressione, ritardo nell’apprendimento, tic, difficoltà nel linguaggio e ansia.

È quindi molto importante che dinanzi a uno o più sintomi tra quelli sopra riportati i genitori o gli insegnanti chiedano prontamente l’aiuto di una persona esperta.

Iperattività e ADHD, cosa è importante sapere

Negli ultimi anni l’iperattività è stata spesso associata all’ADHD e questo perché quest’etichetta è quella usata dall’associazione degli psichiatri americani per riassumere il disturbo di attenzione unito all’iperattività. Più in generale, l’organizzazione mondiale della sanità tende ancora a usare il termine di sindrome ipercinetica, dividendola tra sindrome ipercinetica della condotta e disturbo dell’attività e dell’attenzione. Termini che si stanno sempre più fondendo tra loro e che, probabilmente, con il passare del tempo, rientreranno sotto la formula di ADHD.

Detto ciò, è importante sottolineare che i bambini iperattivi e con deficit dell’attenzione non hanno problemi di tipo cognitivo. Anzi, sono spesso particolarmente intelligenti e brillanti e dotati di un’energia e di una fantasia che, però, faticano a veicolare nel modo corretto. Per questo motivo, in base alla gravità della situazione, lo specialista potrà optare per la terapia comportamentale, fatta di esercizi, tabelle di marcia e regole da seguire e per quella farmacologica. Terapie che spesso si interfacciano tra loro per offrire il meglio ai bambini iperattivi.

Come avviene la diagnosi di ADHD

Abbiamo già considerato come in caso di problemi o di segnali che lasciano sospettare un’iperattività sia importante rivolgersi a uno specialista. A tal riguardo è altrettanto importante sottolineare che per ottenere una diagnosi servono tutta una serie di parametri che sono molto precisi e che rendono, quindi, difficile che un’estrema vivacità venga effettivamente confusa con altro.

Tra le caratteristiche richieste c’è quella dei sintomi (già indicati sopra) che devono manifestarsi prima dei sette anni di età e che devono essere presenti almeno da 6 mesi consecutivi. Ci devono essere, inoltre, almeno 8 tra i 14 segni considerati rivelatori dell’ADHD in atto e che riportiamo in modo più specifico e da considerare proprio per la diagnosi. Nel totale, questi si possono riassumere così:

  • Agitazione frequente di mani e piedi;
  • Difficoltà nello stare seduti;
  • Risposte date di getto e frettolosamente;
  • Difficoltà nel mantenere i turni nei giochi;
  • Distrazione continua;
  • Difficoltà nel seguire le istruzioni;
  • Continuo passare da un’attività all’altra;
  • Difficoltà nel mantenere l’attenzione durante un gioco o un’attività;
  • Parlantina estremamente vivace;
  • Intrusione nelle attività di altri bambini;
  • Difficoltà a giocare con tranquillità;
  • Mancanza di ascolto;
  • Perdita di cose necessarie;
  • Pratica di attività pericolose.

Quando almeno otto tra questi sintomi sono ben evidenti e più marcati di altri, lo specialista, dopo aver valutato altri parametri, può emettere la diagnosi che deve essere trasmessa a scuola in modo da far sì che il bambino sia seguito nel modo appropriato.

Cosa fare dopo una diagnosi di iperattività

Ora che abbiamo visto come riconoscere e ottenere un’eventuale diagnosi di iperattività è importante capire come trattare con questi bambini in modo da rendere la loro vita il più semplice possibile. Come già sappiamo ci sono terapie sia comportamentali che farmacologiche. A queste, si dovrebbe sempre associare uno stile di vita tranquillo e sereno, un’alimentazione il più sana possibile e la regolamentazione degli stimoli da sottoporre giornalmente al bambino.

Il semplice mettere a punto delle regole, già da solo, consente di far sì che non ci siano situazioni destabilizzanti e quindi in grado di aggravare i sintomi. Esistono poi dei giochi che più di altri possono aiutare a sollecitare la capacità di organizzazione, l’autocontrollo o altri elementi che solitamente mancano in chi ha l’ADHD. Ciò che conta è che la famiglia così come la scuola, sia adeguatamente formata su tutte le tecniche da mettere in atto e che con il passare del tempo possono costituire una vera e propria rete di sicurezza entro la quale i bambini iperattivi possono muoversi, imparando a gestirsi sempre di più e non perdendo le tante importanti occasioni per socializzare con gli altri.