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Cos'è l'ADHD: come riconoscerlo e trattarlo

Maria Taverna

Maria Taverna

PSICOLOGA CLINICA E DINAMICA

Psicologa clinica e dinamica, esperta nell'uso di tecniche cognitivo-comportamentali e profonda conoscitrice dei processi di comunicazione efficace. La sua esperienza pluridecennale nel campo delle disabilità le ha permesso di sviluppare una predisposizione all'individuazione e al trattamento degli stati di burnout, ansia e difficoltà nelle relazioni. Lo sviluppo ed il potenziamento delle sfere più personali dell'io individuale, attraverso il superamento di stati di blocco o difficoltà emotive, costituisce il nucleo centrale dei suoi trattamenti, che siano individuali, di coppia o di gruppo.

L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) è un disturbo neurobiologico che si manifesta con difficoltà di attenzione, iperattività e impulsività. Queste caratteristiche influenzano la capacità di chi ne soffre di concentrarsi, organizzarsi e regolare il proprio comportamento.

L’ADHD è particolarmente diffuso nei bambini, ma può persistere anche in età adulta, influenzando negativamente la vita scolastica, lavorativa e sociale. Conoscere cos’è l’ADHD e come si manifesta è fondamentale per fornire il giusto supporto a chi ne è affetto e creare ambienti di vita e apprendimento più inclusivi.

Che cos’è l’ADHD

L’ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è un disturbo del neurosviluppo che colpisce la capacità di regolare l’attenzione e il comportamento in modo appropriato rispetto alle richieste ambientali. Chi soffre di ADHD può avere difficoltà a mantenere la concentrazione su un compito, a organizzarsi, a completare attività senza distrarsi facilmente e a controllare l’impulsività. L’iperattività può essere presente, ma non è sempre il sintomo principale; in alcuni casi, soprattutto nelle ragazze, può manifestarsi una forma meno evidente, caratterizzata più da disattenzione che da agitazione motoria.

L’ADHD non è causato da cattive abitudini educative o da scarsa disciplina, bensì ha origini genetiche e neurobiologiche. È legato a un funzionamento atipico di alcune aree del cervello, in particolare quelle deputate al controllo dell’attenzione, della pianificazione e della regolazione delle emozioni. Questo disturbo è classificato in tre principali sottotipi:

  • ADHD con predominanza di disattenzione: i sintomi di disattenzione prevalgono su quelli di iperattività e impulsività.
  • ADHD con predominanza di iperattività e impulsività: i sintomi di iperattività e impulsività sono maggiormente evidenti.
  • ADHD combinato: sono presenti sia sintomi di disattenzione sia di iperattività e impulsività.

L’ADHD è uno dei disturbi più studiati in ambito pediatrico, e sebbene sia più frequente nei bambini, è riconosciuto che i sintomi possono persistere fino all’età adulta, sebbene si manifestino in forme differenti.

I sintomi dell’ADHD

I sintomi dell’ADHD possono variare in base all’età e al tipo di ADHD, ma sono generalmente suddivisi in due categorie principali: disattenzione e iperattività/impulsività. Questi sintomi possono interferire in modo significativo con la vita quotidiana e le relazioni sociali, soprattutto in contesti scolastici o lavorativi.

Sintomi di disattenzione:

  • Difficoltà a mantenere l’attenzione: le persone con ADHD trovano difficile concentrarsi su un compito per un lungo periodo di tempo. Questo può manifestarsi nell’incapacità di completare attività scolastiche o lavorative, o nella tendenza a distrarsi facilmente con stimoli esterni non pertinenti.
  • Errori di distrazione: spesso chi soffre di ADHD commette errori dovuti alla disattenzione, come saltare passaggi importanti o tralasciare dettagli cruciali in un compito.
  • Difficoltà a organizzarsi: l’organizzazione rappresenta una sfida importante per chi ha ADHD. La gestione del tempo, la pianificazione delle attività quotidiane e il mantenimento di una routine stabile sono difficili da gestire.
  • Dimenticanze frequenti: chi soffre di ADHD può dimenticare facilmente impegni, scadenze o oggetti personali, come compiti, appuntamenti o materiali scolastici.
  • Difficoltà a seguire istruzioni: chi ha l’ADHD spesso ha problemi a seguire istruzioni, soprattutto se sono composte da più fasi o se richiedono un lungo impegno mentale.

Sintomi di iperattività e impulsività:

  • Agitazione continua: la persona con ADHD, specialmente i bambini, possono apparire costantemente agitati, muovendosi di frequente, toccando oggetti o tamburellando con le dita. In ambito scolastico, questo può manifestarsi come una difficoltà a rimanere seduti o a restare fermi durante le lezioni.
  • Difficoltà a stare seduti: chi ha l’ADHD può avere difficoltà a rimanere fermo in situazioni che lo richiedono, come in classe o durante i pasti. Questo è uno dei sintomi più evidenti nei bambini con predominanza di iperattività.
  • Interruzioni e impulsività: l’impulsività si manifesta con l’incapacità di aspettare il proprio turno durante giochi o conversazioni, interrompendo gli altri o rispondendo alle domande prima che siano completate. Questo può creare difficoltà nelle interazioni sociali e portare a problemi di relazione con gli altri.
  • Comportamenti impulsivi e rischiosi: le persone con ADHD tendono a prendere decisioni senza riflettere sulle conseguenze, il che può portare a comportamenti rischiosi o imprudenti, come correre senza guardare la strada o agire d’istinto in situazioni pericolose.
  • Difficoltà a seguire le regole: le persone con ADHD, soprattutto i bambini, possono faticare a seguire regole o istruzioni, risultando a volte ribelli o disobbedienti, anche se la loro intenzione non è quella di infrangere le regole.

Come trattare l’ADHD

Il trattamento dell’ADHD richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge medici, specialisti dell’apprendimento, genitori e insegnanti. Non esiste una cura definitiva per l’ADHD, ma esistono diverse opzioni di trattamento che possono aiutare a gestire i sintomi e a migliorare la qualità della vita. Queste opzioni comprendono terapie comportamentali, farmaci e adattamenti ambientali. Il trattamento può variare a seconda dell’età del paziente, della gravità dei sintomi e delle necessità specifiche.

Terapia comportamentale:

  • La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è uno degli approcci più utilizzati per il trattamento dell’ADHD. Questa terapia si concentra sul modificare i modelli di pensiero e comportamento disfunzionali. I terapeuti lavorano con i pazienti per insegnare loro strategie per migliorare la concentrazione, gestire l’impulsività e organizzare meglio le attività quotidiane.
  • Interventi educativi: la scuola è spesso uno dei contesti in cui i sintomi dell’ADHD diventano più evidenti. È quindi importante che insegnanti e genitori lavorino insieme per adottare strategie educative mirate, come dare istruzioni chiare e suddividere i compiti in piccoli step gestibili. L’utilizzo di premi e rinforzi positivi per i comportamenti corretti può aiutare i bambini con ADHD a rimanere motivati e a concentrarsi.

Farmaci:

  • I farmaci stimolanti, come il metilfenidato e le anfetamine, sono tra i più efficaci nel trattamento dei sintomi dell’ADHD. Questi farmaci aiutano a migliorare la concentrazione e a ridurre l’impulsività e l’iperattività. Funzionano aumentando l’attività di alcuni neurotrasmettitori, come la dopamina, che svolgono un ruolo chiave nella regolazione dell’attenzione e del comportamento.
  • In alcuni casi, possono essere prescritti anche farmaci non stimolanti, come l’atomoxetina, che agiscono in modo diverso ma risultano comunque efficaci nel controllo dei sintomi. La decisione di utilizzare farmaci viene presa da uno specialista, in base alle esigenze del paziente e alla gravità dei sintomi.
  1. Supporto psicologico:
  • Il supporto psicologico è essenziale per aiutare i bambini e gli adulti con ADHD a gestire le difficoltà emotive e sociali legate al disturbo. La frustrazione, la bassa autostima e i problemi relazionali possono emergere nei contesti scolastici, lavorativi o familiari. Un intervento psicologico può aiutare a migliorare le competenze sociali e a sviluppare una maggiore fiducia in se stessi.

Adattamenti ambientali:

  • Gli adattamenti ambientali sono fondamentali per creare contesti favorevoli all’apprendimento e allo sviluppo delle persone con ADHD. Questo include la creazione di un ambiente strutturato e prevedibile, con routine chiare e compiti suddivisi in piccole fasi. Anche ridurre le distrazioni ambientali, come i rumori di sottofondo o i dispositivi elettronici, può migliorare significativamente la concentrazione.
  • Nel contesto scolastico, un supporto aggiuntivo come l’uso di strumenti visivi o l’accesso a insegnanti di sostegno può fare una grande differenza per gli studenti con ADHD. Questi adattamenti permettono di personalizzare l’esperienza di apprendimento, riducendo le difficoltà legate alla disattenzione e all’impulsività.

In conclusione, l’ADHD è un disturbo complesso che richiede un approccio globale e personalizzato. Con una diagnosi precoce e un trattamento adeguato, è possibile migliorare la qualità della vita di chi ne è affetto, aiutandolo a gestire meglio i sintomi e a vivere in modo più sereno e produttivo.