
Comorbidità nei DSA: cosa significa e perché è importante
Quando si parla di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), è fondamentale considerare non solo le difficoltà legate alla lettura, alla scrittura o al calcolo, ma anche la possibile presenza di altre condizioni che possono coesistere con i DSA. Questo fenomeno è noto come comorbidità.
La comorbidità indica la presenza, nella stessa persona, di due o più disturbi che si manifestano contemporaneamente. Nei bambini e ragazzi con DSA, non è raro riscontrare anche difficoltà di attenzione, linguaggio, regolazione emotiva o comportamento. Comprendere la comorbidità è essenziale per offrire un supporto personalizzato ed efficace, evitando diagnosi parziali o interventi inefficaci.
- Cosa si intende per comorbidità nei DSA?
- Quali disturbi possono essere in comorbidità con i DSA?
- Perché è importante riconoscere la comorbidità
Cosa si intende per comorbidità nei DSA?
Con il termine comorbidità si fa riferimento alla compresenza di uno o più disturbi insieme al DSA principale (dislessia, disortografia, disgrafia o discalculia). Queste condizioni non sono causate l’una dall’altra, ma coesistono nello stesso individuo, influenzandone il funzionamento scolastico, relazionale ed emotivo.
La comorbidità può riguardare sia altri disturbi dell’apprendimento che disturbi cognitivi, comportamentali o emotivi. La loro presenza può complicare la diagnosi, rendere più faticoso l’apprendimento e richiedere un piano di intervento multidisciplinare.
Quali disturbi possono essere in comorbidità con i DSA?
I DSA possono coesistere con diverse condizioni neuropsicologiche, comportamentali ed emotive. La loro identificazione è cruciale per costruire un percorso di supporto realmente efficace. Di seguito trovi le principali comorbidità associate ai DSA.
1. Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD)
Una delle comorbidità più frequenti nei DSA è il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD). Si manifesta con difficoltà di attenzione, impulsività, irrequietezza motoria e scarsa capacità di autoregolazione.
Quando DSA e ADHD coesistono:
- Lo studente può faticare a mantenere la concentrazione durante la lettura o lo studio.
- È più probabile che presenti comportamenti impulsivi o oppositivi in classe.
- La difficoltà di apprendimento può essere accentuata da una bassa tolleranza alla frustrazione.
2. Disturbi del linguaggio
I disturbi del linguaggio (come il Disturbo del Linguaggio Evolutivo o DLE) possono precedere o coesistere con i DSA. Un bambino che ha avuto difficoltà a parlare, articolare suoni o arricchire il vocabolario può essere a rischio di sviluppare dislessia o disortografia.
Quando sono presenti entrambe le condizioni:
- Si riscontrano difficoltà nella comprensione dei testi, nella produzione scritta e nella gestione delle consegne scolastiche.
- Il vocabolario può essere limitato, rendendo più difficile la rielaborazione dei contenuti.
- La lettura è spesso lenta e poco automatica, con frequenti errori fonologici.
3. Disturbi d’ansia e dell’umore
I DSA non diagnosticati o non trattati possono generare, nel tempo, forme di ansia scolastica, ritiro sociale e calo dell’autostima. In alcuni casi, si sviluppano veri e propri disturbi d’ansia o dell’umore, che compromettono ulteriormente l’apprendimento e la partecipazione scolastica.
In presenza di queste comorbidità:
- Il bambino può evitare i compiti scolastici, mostrare disinteresse o isolamento.
- Sono frequenti crisi di pianto, somatizzazioni o blocchi emotivi durante lo studio.
- Il rendimento scolastico può peggiorare in modo significativo, nonostante l’uso di strumenti compensativi.
4. Disturbi della coordinazione motoria e disgrafia
La disgrafia (che rientra nei DSA) può essere associata a un Disturbo della Coordinazione Motoria (DCD), con ricadute sulla scrittura, sulla postura, sull’orientamento spaziale e sulla motricità fine.
In questi casi, si possono osservare:
- Grafia illeggibile, lentezza nell’atto di scrivere, dolore alla mano.
- Difficoltà con l’uso di righello, forbici o altri strumenti scolastici.
- Problemi nell’orientarsi nello spazio grafico, come nel mantenere il rigo o l’allineamento.
5. Altri disturbi associati
Tra le comorbidità meno frequenti ma comunque rilevanti, troviamo:
- Disturbi dello spettro autistico ad alto funzionamento, in cui le difficoltà sociali si sommano a quelle scolastiche.
- Disturbo oppositivo-provocatorio, con comportamenti di sfida che ostacolano l’intervento educativo.
- Disturbi dell’elaborazione uditiva o visiva, che rendono ancora più complessa la gestione della lettura e della scrittura.
Perché è importante riconoscere la comorbidità
Individuare la presenza di comorbidità nei DSA è fondamentale per evitare diagnosi parziali e per costruire un percorso di intervento realmente efficace e personalizzato. In presenza di più disturbi, le difficoltà possono sommarsi, generando situazioni complesse che richiedono interventi integrati e mirati.
Riconoscere la comorbidità permette di:
- Adattare gli strumenti compensativi in base alle esigenze reali dello studente.
- Attivare un’équipe multidisciplinare che coinvolga neuropsichiatri, psicologi, logopedisti, pedagogisti e insegnanti.
- Prevenire il disagio emotivo, il ritiro scolastico e l’abbandono precoce degli studi.
- Valorizzare i punti di forza e costruire percorsi di successo scolastico e personale.
La comorbidità nei DSA è un aspetto delicato e spesso sottovalutato, ma che può influenzare in modo significativo l’efficacia degli interventi educativi e terapeutici. Ogni studente ha una storia unica e può presentare una combinazione di difficoltà che richiede attenzione, ascolto e un lavoro di rete tra famiglia, scuola e specialisti.
Intervenire precocemente e in modo integrato non solo aiuta a ridurre l’impatto delle difficoltà, ma favorisce una crescita scolastica ed emotiva più serena, equilibrata e ricca di opportunità. Perché capire un bambino significa saperlo aiutare davvero.