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disgrafia Fonte foto: Envato

Disgrafia: cos'è e come gestirla a scuola

Maria Taverna

Maria Taverna

PSICOLOGA CLINICA E DINAMICA

Psicologa clinica e dinamica, esperta nell'uso di tecniche cognitivo-comportamentali e profonda conoscitrice dei processi di comunicazione efficace. La sua esperienza pluridecennale nel campo delle disabilità le ha permesso di sviluppare una predisposizione all'individuazione e al trattamento degli stati di burnout, ansia e difficoltà nelle relazioni. Lo sviluppo ed il potenziamento delle sfere più personali dell'io individuale, attraverso il superamento di stati di blocco o difficoltà emotive, costituisce il nucleo centrale dei suoi trattamenti, che siano individuali, di coppia o di gruppo.

La disgrafia è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) che colpisce la capacità di scrittura a mano, compromettendo la leggibilità e la fluidità della scrittura stessa. Chi soffre di disgrafia può avere difficoltà nel controllare i movimenti necessari per scrivere in modo ordinato, presentando un tratto spesso irregolare e disorganizzato.

Questo disturbo non influisce sulle capacità intellettive generali, ma può ostacolare il percorso scolastico e creare frustrazione in chi ne è affetto, poiché la scrittura manuale è una competenza essenziale nei contesti educativi. Comprendere cos’è la disgrafia e come riconoscerne i sintomi è il primo passo per fornire supporto adeguato e migliorare la qualità della vita scolastica dei bambini che ne soffrono.

Che cos’è la disgrafia

La disgrafia è un disturbo legato alla componente motoria della scrittura. Nonostante sia un disturbo legato alla sfera motoria, non va confusa con difficoltà generiche di movimento. La disgrafia riguarda la capacità di trasformare i pensieri in simboli scritti attraverso un processo di coordinazione motoria fine. Si tratta di una difficoltà specifica che può manifestarsi a vari livelli, rendendo complicato scrivere in maniera leggibile e fluida, con un conseguente rallentamento nel completamento di compiti scritti.

Chi soffre di disgrafia può avere problemi nel mantenere una dimensione regolare delle lettere, spazi uniformi tra parole o righe dritte. Questa difficoltà, che si manifesta già nei primi anni di scuola, non è dovuta a mancanza di pratica, ma dipende da un’alterazione della funzione motoria fine. I bambini con disgrafia spesso faticano a seguire il ritmo delle lezioni, poiché la scrittura richiede loro un maggiore sforzo e concentrazione. Di conseguenza, il disturbo può portare a una sensazione di frustrazione e demotivazione, soprattutto se non viene riconosciuto e trattato correttamente.

La disgrafia è quindi una difficoltà di origine neurobiologica che, se non trattata adeguatamente, può avere un impatto significativo sull’apprendimento scolastico. Tuttavia, con una diagnosi precoce e il giusto supporto, chi ne è affetto può migliorare significativamente la propria capacità di scrivere e gestire meglio le attività scolastiche.

I sintomi della disgrafia

I sintomi della disgrafia possono variare da individuo a individuo e si manifestano principalmente nella qualità e nella fluidità della scrittura. La difficoltà di chi è disgrafico non si limita soltanto alla forma delle lettere, ma coinvolge l’intero processo di scrittura, dalla coordinazione motoria fine alla pianificazione del movimento necessario per tracciare lettere e parole. Ecco alcuni dei sintomi più comuni della disgrafia:

  • Scrittura illeggibile o irregolare: uno dei sintomi più evidenti della disgrafia è una scrittura che risulta poco leggibile. Le lettere possono essere di dimensioni disomogenee, i tratti irregolari, e le parole spesso non sono ben separate tra loro. Questo rende il testo difficile da decifrare, sia per chi lo scrive che per chi lo legge.
  • Difficoltà nel mantenere la coerenza nella forma delle lettere: le lettere possono risultare mal formate, con alcune troppo grandi o troppo piccole rispetto alle altre. La scrittura può apparire inclinata o disorganizzata, con linee che tendono a salire o scendere rispetto al rigo. Spesso, le lettere sembrano "ballare" sul foglio, risultando sbilanciate.
  • Affaticamento durante la scrittura: scrivere richiede un notevole sforzo fisico per chi soffre di disgrafia. Questo può portare a una sensazione di stanchezza muscolare nelle mani o nei polsi anche dopo aver scritto per brevi periodi. In molti casi, chi soffre di disgrafia tende a stringere troppo la penna o a utilizzare una pressione eccessiva sul foglio, rendendo l’atto della scrittura ancora più faticoso.
  • Difficoltà nella gestione dello spazio sul foglio: la capacità di organizzare lo spazio sul foglio è spesso compromessa. Le parole possono essere troppo ravvicinate o troppo distanti tra loro, i margini possono essere ignorati, e il testo potrebbe risultare caotico e disorganizzato. Questo sintomo rende particolarmente difficile scrivere all’interno di righe o griglie predefinite, come ad esempio nei quaderni a quadretti.
  • Lentezza nella scrittura: il processo di scrittura è spesso più lento rispetto alla media. Chi è affetto da disgrafia può impiegare molto più tempo per completare compiti scritti, poiché la formazione delle lettere richiede maggiore concentrazione e sforzo. La lentezza può diventare un ostacolo significativo, soprattutto durante i compiti scolastici o gli esami.
  • Inversioni o omissioni di lettere: anche se meno comune rispetto ad altri sintomi, in alcuni casi le persone con disgrafia possono confondere l’ordine delle lettere all’interno di una parola, o addirittura ometterne alcune. Questo aspetto è più frequente quando la disgrafia si manifesta insieme a disturbi come la dislessia.
  • Mancanza di fluidità nei movimenti della scrittura: la scrittura di chi soffre di disgrafia tende a essere rigida e priva di fluidità. I movimenti necessari per scrivere una parola non scorrono in modo naturale, rendendo l’atto della scrittura frammentato e difficile da gestire.

È importante sottolineare che la disgrafia non è legata alla comprensione del linguaggio o al contenuto del testo, ma riguarda esclusivamente il processo di scrittura a mano. Spesso, infatti, i bambini disgrafici hanno idee e pensieri chiari e ben strutturati, ma trovano difficoltoso esprimerli in forma scritta.

Come trattare la disgrafia

Il trattamento della disgrafia si basa su un approccio personalizzato e multidisciplinare, che coinvolge insegnanti, genitori, e specialisti del settore. L’obiettivo del trattamento è migliorare la capacità di scrivere a mano, riducendo l’affaticamento e la frustrazione associati alla scrittura. Ecco alcuni dei principali metodi utilizzati per trattare la disgrafia:

  • Terapia psicomotoria: uno dei trattamenti più comuni per la disgrafia è la terapia psicomotoria, che mira a migliorare la coordinazione motoria fine. Attraverso esercizi specifici, il bambino può apprendere come controllare meglio i movimenti delle mani e delle dita, migliorando così la qualità della scrittura. La psicomotricità aiuta anche a ridurre la tensione muscolare e a rendere i movimenti più fluidi e coordinati.
  • Logopedia: in alcuni casi, la logopedia può essere utile, soprattutto quando la disgrafia è associata ad altri disturbi del linguaggio o della scrittura, come la disortografia. Il logopedista lavora per migliorare la consapevolezza fonologica e la pianificazione linguistica, aiutando il bambino a scrivere in modo più fluido e coerente.
  • Strumenti compensativi: l’utilizzo di strumenti compensativi è fondamentale nel trattamento della disgrafia. Questi strumenti includono l’uso di tastiere e computer, che permettono al bambino di bypassare le difficoltà legate alla scrittura manuale. Anche l’uso di penne speciali o quaderni con righe o spazi più grandi può facilitare la scrittura.
  • Esercizi specifici di scrittura: gli insegnanti e i genitori possono incoraggiare il bambino a svolgere esercizi specifici di scrittura, mirati a migliorare la leggibilità e la fluidità del tratto. Questi esercizi includono attività di copiatura, giochi che richiedono il controllo motorio e compiti che aiutano a migliorare la precisione nei movimenti.
  • Supporto psicologico: oltre agli interventi motori, è importante considerare anche l’aspetto emotivo del trattamento. La disgrafia può causare frustrazione e senso di inadeguatezza nei bambini, soprattutto in ambito scolastico. Il supporto psicologico, attraverso tecniche come la terapia cognitivo-comportamentale, può aiutare il bambino a sviluppare una maggiore fiducia nelle proprie capacità e a gestire meglio le situazioni di stress legate alla scrittura.
  • Adattamenti scolastici: infine, un aspetto fondamentale è l’adozione di adattamenti scolastici che permettano al bambino di partecipare pienamente alle attività scolastiche senza essere penalizzato per le sue difficoltà di scrittura. Questi adattamenti possono includere tempi extra per completare i compiti scritti, l’uso di strumenti digitali, e la possibilità di presentare lavori in forma orale anziché scritta.