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Come scrivere una tesi compilativa: modelli ed esempi

Come scrivere una tesi compilativa: modelli ed esempi

È fatta; beh, è quasi fatta. Sei alle battute finali del tuo attuale percorso formativo. E allora vediamo come strutturare la tua tesi compilativa in modo rigoroso, coerente ma anche originale, molto personale

Valeria Biotti

Valeria Biotti

SCRITTRICE, GIORNALISTA, SOCIOLOGA

Sono scrittrice, giornalista, sociologa, autrice teatrale, speaker radiofonica, vignettista, mi occupo di Pedagogia Familiare. Di me è stato detto:“È una delle promesse della satira italiana” (Stefano Disegni); “È una scrittrice umoristica davvero divertente” (Stefano Benni).

Cosa intendiamo per Tesi Compilativa

Innanzitutto, una tesi compilativa – detta anche teorica o curricolare – è un elaborato fondato su un importante lavoro di ricerca. Prevede una bibliografia ampia e profonda, selezionata in base al percorso argomentativo che si è deciso di delineare e seguire.
Per scrivere correttamente una tesi compilativa, i passi da seguire sono in numero ristretto ma, tutti, assolutamente fondamentali.

Primo passo: la scelta dell’argomento

Potrebbe apparire una banalità. Eppure, l’individuazione del tema da trattare non è così scontata. I criteri secondo cui privilegiare una opzione rispetto a un’altra sono molteplici:

  • scegliere un argomento che troviamo personalmente interessante. È particolarmente complicato riuscire a coinvolgere il nostro lettore se non siamo noi per primi affascinati da ciò di cui stiamo parlando. Ricordiamo che una tesi compilativa richiede un grosso studio dei testi di autori che hanno già trattato l’argomento. Come potremo lanciarci in una ricerca affamata e curiosa attraverso l’ampia offerta presente sul tema, se noi per primi non lo troviamo attraente? Anche lo stile espositivo del nostro elaborato risulterà senza dubbio più fluido, sicuro, ritmato, se saremo i primi a divorarne le pagine: in fase di scrittura come di editing e rilettura.
  • scegliere un argomento che sia supportato piacevolmente dalla presenza e collaborazione del nostro Relatore. Questo non significa farci “assegnare una tesi d’ufficio”, se non riteniamo il tema che ci viene proposto particolarmente attraente. Ma sicuramente – anche per evitare di essere lasciati soli in fase di elaborazione e magari ritrovarci criticati in sede di discussione – l’appoggio del titolare di Cattedra è un elemento di fondamentale importanza.
  • scegliere un ambito di indagine che possa rappresentare un trampolino – o almeno un elemento utile – per il nostro futuro professionale. Un po’ di senso pratico, insomma. Ma anche la volontà di immaginare noi stessi all’interno del mondo del lavoro.

Secondo passo: l’obiettivo della tesi

Altrimenti detto: cosa ci proponiamo di dimostrare, con il nostro elaborato?
Una tesi compilativa, infatti, non è un mero copia-incolla di altrui intuizioni sul tema da noi prescelto. Bensì la rielaborazione originale e personale che siamo in grado di presentare a seguito di un percorso ben preciso sull’argomento in oggetto.

Ciò che può accadere – niente paura, nel caso – è che, durante la raccolta bibliografica e l’analisi del materiale significativo, si debba “aggiustare il tiro” rispetto all’idea originaria.
È comune, infatti, venir sorpresi da elementi che non si era considerati all’inizio della progettazione della Tesi.
Questo perché il nostro obiettivo in relazione a noi stessi è diventare (con le dovute virgolette) “i massimi esperti sul tema”.

Terzo: raccogliere, raccogliere, raccogliere

La fase di reperimento del materiale è probabilmente lo scoglio più arduo. Spesso, infatti, si può incorrere in due problematiche opposte:

  • non sapere da dove iniziare, avere la sensazione di trovare poco materiale a disposizione
  • avvertire come di annegare in un mare di informazioni

In entrambi i casi, ricordiamo che non siamo soli: abbiamo un Relatore (e nessuna paura d’usarlo!!!).
Inoltre, possiamo “appoggiarci” alle bibliografie e ai riferimenti che hanno seguito e onorato (con menzioni in nota o in corso d’opera) gli autori che sappiamo essere stati interessanti e significativi sul tema.
Non ultima, ovviamente, abbiamo a nostra disposizione la ricerca più classica – sia fisicamente in Biblioteca, universitaria, cittadina… che on line – attraverso parole chiave che aprono vere e proprie finestre su mondi. Concatenazioni che spingeranno il nostro percorso ben più lontano, probabilmente, rispetto all’orizzonte che avevamo immaginato.

Raccogliere, raccogliere, raccogliere.
Leggere, leggere, leggere. Tanto, tantissimo.
E, solo poi, selezionare in base a ciò che riteniamo rilevante per il nostro percorso.
Saper omettere, rinunciare a un gran numero di informazioni che appaiono di contorno, se non addirittura fuorvianti rispetto al percorso che ci siamo prefissati è importantissimo: di pari valore rispetto alla capacità di comprendere, inserire, collegare, porre in relazione ciò che scegliamo di includere nella nostra trattazione.

Quarto: strutturare il percorso attraverso un indice

È una scaletta in continua evoluzione.
Che si articola in paragrafi e sottoparagrafi, fondamentale per delineare il percorso da seguire, dalle premesse fino alle conclusioni.

Importante! Non dimenticare di includere una sezione dedicata al metodo.
Illustrare le scelte che si sono compiute per portare l’elaborato dal punto A (le premesse) al punto Z (le conclusioni) è un elemento determinante per dare forza alle decisioni assunte, consistenza e autorevolezza al lavoro svolto.

Spesso tale passaggio è contenuto all’interno dell’introduzione, di cui andiamo a trattare.

Quinto: si inizia a scrivere. L’introduzione

Dichiarare “il punto”. Ovvero ciò che ci si dovrà aspettare leggendo l’elaborato. Il tema prescelto, le motivazioni, quali le premesse, il percorso e gli obiettivi. Nota sul metodo, come detto, e quant’altro si ritenga significativo. Non ultimo, eventuali correzioni di rotta avvenute “on the road”.

Le motivazioni che hanno accompagnato la stesura saranno, infatti, sia strettamente personali (meglio dire «originali») che di natura intellettuale, sociale, generale.

Ogni passaggio dovrà essere specificato nella sua essenza e consequenzialità, con estrema chiarezza.
Che il lettore condivida o meno tale percorso, infatti, è secondario. Ciò che assume primaria importanza è che tale percorso sia ineccepibile, coerente, replicabile a parità di condizioni.

Sesto: finalmente il corpo della Tesi

L’argomento è finalmente al centro, protagonista assoluto della trattazione.
Ora l’autore – con le sue scelte, motivazioni, obiezioni… – fa un passo indietro e accompagna con eleganza lo svolgersi del tema.

Nel capitoli centrali si affronta la strada che serve per rispondere ai quesiti posti a inizio elaborato. Lo si fa non soli; ma con l’ausilio portante degli autori che il tema lo hanno sviscerato prima di noi, da diversi, innumerevoli punti di vista. Quelli che corroborano la nostra tesi e quelli ispirati da altre soluzioni.

Come non si finirà mai di ripetere, non si tratta, dunque, di mera enumerazione di teorie altrui. È la chiave con cui tali passaggi si accostano l’uno all’altro – arricchiti da riflessioni anche soggettive – a rendere la tesi un’opera assolutamente originale e ricca di personalità.

L’aiuto di grafiche o elementi visivi, se ritenuto utile o addirittura necessario nel caso di tesi di natura scientifica, può avere l’effetto di sintetizzare passaggi logici e punti di vista in maniera efficace, così come di rendere più dinamica e, quindi, interessante la fruizione dell’elaborato da parte del lettore.

Sette: le conclusioni!

Il traguardo è a un passo: ci siamo. È il momento di presentare il risultato del lavoro svolto.
Di fatto l’ultima parte della Tesi raccoglie gli esiti del percorso tracciato e sottolinea gli elementi, le teorie, i passaggi che ne hanno segnato lo svolgersi : dalle premesse fino alle conclusioni.
Il linguaggio sarà chiaro, preciso, conciso, visto che la trattazione ampia sarà già stata affrontata all’interno del corpo.

Le conclusioni possono essere “definitive” o di medio raggio.
Ovvero, è possibile che si ritenga di aver lasciata una strada aperta per spingersi oltre, nel percorso.

Si tratta, dunque, di prevedere la possibilità di un percorso ex novo a partire dalle conclusioni presenti, oppure una sorta di filone d’approfondimento secondario, parallelo.

Questo non svilisce la portata del lavoro svolto. Ma, anzi, lo inserisce all’interno di un discorso più ampio e, per questo, certamente ancor più affascinante.

Aggiungiamo che presentarsi in sede di discussione non come chi ha scoperto – lui solo! – l’acqua calda, ma invece come soggetto attivo nel percorso umano costante di ricerca della conoscenza non potrà che ben disporre la commissione.

Sette bis: i ringraziamenti

Ognuno di noi è grato a qualcuno, avverte una sorta di riconoscenza nei confronti di persone significative, luoghi, situazioni. Se la tesi è giunta alla propria conclusione, così come il presente percorso di studi, può essere emozionante citare chi si ritiene essere stato rilevante.

Senza dimenticare – ovviamente – di stringere, con calore e ammirazione, la mano a noi stessi.