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docente a scuola Fonte foto: 123rf

Come si diventa docenti scolastici: cosa serve e come muoversi

Diventare docenti scolastici prevede tutta una serie di requisiti che è importante conoscere. Scopriamo i più importanti.

Danila Franzone

Danila Franzone

ESPERTA DI EDUCAZIONE

Amante della scrittura a tutto tondo, lavoro da anni come web content editor e writer con un’attenzione particolare alla scuola, alla crescita personale e ai bambini con bisogni speciali. Nel tempo libero amo leggere libri di ogni genere e scrivere per progetti legati alla cucina e al benessere in tutte le sue forme.

Per diventare docenti scolastici è molto importante rispondere a determinati requisiti e conoscere tutte le regole che servono per poter prendere parte al concorso. Tra queste ci sono, ovviamente, il titolo di studi, il percorso formativo intrapreso (con eventuali crediti richiesti) e altri requisiti che sono cambiati negli anni e che è molto importante conoscere.

A tal riguardo è infatti importante sapere che, almeno per gli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado, le regole sono cambiate proprio di recente e saranno attive prima in modo transitorio e successivamente in modalità ufficiale. Sono rimaste, invece, invariate quelle per gli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria.

Come si diventa docenti nella scuola italiana

Il percorso per diventare docenti scolastici subisce spesso modifiche tali da poter generare un po’ di confusione in chi desidera svolgere questo lavoro. Per maggior chiarezza, quindi, iniziamo dalle basi, andando poi a elencare le eventuali innovazioni in vigore dal nuovo anno. Per iniziare è importante precisare che per diventare docenti scolastici è necessario avere il titolo di studio di accesso all’insegnamento (che può essere rappresentato da un Diploma specifico o dalla Laurea) e l’abilitazione all’insegnamento. Attraverso i soli titoli di accesso all’insegnamento, infatti, si può essere inseriti nelle graduatorie di III fascia, che sono rivolte a incarichi di supplenza a tempo determinato e che hanno graduatorie della durata di tre anni.

Il possesso dell’abilitazione all’insegnamento, d’altro canto, consente l’ingresso nella II fascia delle graduatorie rivolte sempre a incarichi di supplenza a tempo determinato. Inoltre, con questa abilitazione, è possibile partecipare a esami per l’ammissione in ruolo a tempo indeterminato. Detto ciò è molto importante ricordare che sono in atto delle innovazioni che, come già accennato, riguarderanno le scuole secondarie di primo e secondo grado e che saranno inizialmente da considerarsi transitorie, salvo poi diventare effettive per tutti.

L’iter da seguire per diventare docenti di ruolo

Intorno all’iter da seguire per diventare docenti, c’è spesso tanta confusione. Come già visto, infatti, le leggi continuano a susseguirsi andando a sostituire le precedenti o immettendo modifiche importanti a quelle già esistenti. Per non confondersi e avere ben chiaro ciò che serve è, quindi, importante conoscere sia le regole precedenti che le attuali. E tutto in modo da capire cosa serve davvero e cosa è cambiato negli anni. Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, ad esempio, si è già abilitati con il diploma magistrale o con il corso di laurea in Scienze della formazione primaria. Situazione che, almeno per il momento, non prevede cambiamenti futuri.

Per la scuola primaria, invece, occorrono il diploma al Liceo Socio-Psico-Pedagogico o la laurea magistrale quinquennale in Scienze della Formazione primaria (valida sia con il primo che con il secondo ordinamento e comprensiva di tirocinio). Occorre poi superare il concorso per l’immissione in ruolo e seguire un periodo di formazione, con tanto di prova, della durata di un anno. Questo dovrà avere durare, in tutto, almeno 180 giorni nei quali ben 120 dovranno essere spesi per le attività didattiche. Alla fine dell’anno sarà necessaria una valutazione positiva da parte del dirigente scolastico.

Per la scuola secondaria, di primo e secondo grado, invece, le regole sono cambiate già negli anni passati. Se dal 2010 si è reso necessario il TFA (tirocinio formativo attivo) della durata di un anno e conseguibile solo dopo la laurea magistrale, le cose sono cambiate dal 2019, anno in cui è stato sostituito il TFA con il, così detto, concorso abilitante. Si è poi giunti al 2022, anno in cui si è aggiunto al tutto un nuovo metodo di reclutamento dei docenti con tanto di modello integrato di formazione e abilitazione degli stessi.

Riassumendo il tutto e spostandoci semplicemente a oggi, per diventare docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado è necessario:

– Avere una laurea magistrale o un diploma AFAM di II livello;

– Aver conseguito un percorso universitario di formazione iniziale e di abilitazione che corrisponda a 60 crediti formativi universitari (CFU);

– Superare il concorso per docenti (che fino al 31 dicembre 2024 può prevedere anche una prova preselettiva);

– Effettuare e superare un anno di prova con test finale, per il quale anche in questo caso occorrono 180 giorni di servizio effettivo, dei quali 120 dovranno essere rivolti alle attività didattiche.

In altre parole, a oggi, non si può più diventare docenti ammessi in ruolo senza apposito concorso. Per coloro che, invece, arrivano al concorso senza abilitazione (in questo caso si parla di concorsi a cattedra straordinari), se questo viene superato è previsto un anno di supplenza nella quale sarà necessario acquisire 30 CFU del percorso universitario o accademico di formazione per insegnanti con tanto di esame finale. In ogni caso, una volta assunti, i docenti saranno automaticamente cancellati da ogni altra forma di graduatoria.

Da quando partiranno le nuove regole per diventare docenti

Dati i tanti cambiamenti in atto e il rischio di creare confusione, sono state stabilite delle tempistiche mirate, appunto, a facilitare il così detto periodo di transizione.

Le nuove regole per accedere all’insegnamento saranno attive quindi, solo dal 2025 mentre prima e, quindi, fino al 31 dicembre 2024, sarà possibile partecipare alla procedura del concorso anche senza abilitazione e seguendo le regole già note. Una scelta presa per dare le giuste opportunità a tutti e per garantire una modalità più semplice per accedere ai nuovi requisiti richiesti (tramite, appunto, il periodo di transizione).

In cosa consiste la riforma per il reclutamento dei docenti

Al fine di comprendere meglio i punti sopra citati, è bene approfondire quella che è la riforma per il reclutamento dei docenti. Si tratta di un’insieme di nuove disposizioni in vigore dal 30 giugno 2022 e con fase transitoria fino al 31 dicembre 2024. Lo scopo è quello di assumere 70mila docenti (oltre a quelli previsti dalla precedente normativa) tramite nuovi concorsi a cattedra annuale.

Un obiettivo secondario a questi nuovi cambiamenti è quello di introdurre dei percorsi più sicuri e lineari per chi desidera insegnare e tutto in modo da poter contare su obiettivi più chiari per tutti e in grado di definire docenti maggiormente formati. Ciò dovrebbe portare anche a facilitare l’assunzione dei docenti giovani, così come di quelli ancora precari ma con 3 anni di servizio.