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Contare con le dita Fonte foto: iStock - StockPlanets

Contare con le dita: la scoperta che ha sfatato un mito

Uno studio su scuole materne ed elementari francesi ha rivelato qualcosa di sorprendente sul contare con le dita della mano: un mito è stato sfatato

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

La pratica del contare con le dita della mano da parte dei bambini viene spesso criticata dai genitori e dagli insegnanti che spingono per far calcolare semplici addizioni o sottrazioni a mente. Questo tipo d educazione deriva dall’idea che usando le mani il figlio non sviluppi il pensiero astratto. Una recente ricerca ha però sfatato completamente questo falso mito. Almeno per quanto riguarda i bambini molto piccoli, contare con le mani in età prescolare può aiutare a familiarizzare con la matematica e le operazioni.

Lo studio sul contare con le dita della mano

Gli scienziati dell’Università di Losanna in Svizzera e di Lea.fr, Editions Nathan a Parigi, hanno condotto una ricerca particolare che è stata pubblicata sulla rivista Child Development. Il team di studiosi, guidato da Catherine Thevenot, ha valutato l’effetto dell’uso delle dita per contare fra 328 bambini dell’asilo e delle elementari. Dagli otto anni, spiegano le esperte, contare con le mani è un comportamento associato a probabili difficoltà matematiche, ma tra i quattro e i sei anni la stessa abitudine potrebbe migliorare le prestazioni dei bambini.

Durante l’esperimento, i ricercatori hanno insegnato a più di 300 bimbi come far di conto con le dita. Prima di tale “lezione” questi bambini erano in grado di risolvere correttamente circa un terzo degli esercizi di addizione. Dopo l’istruzione sull’uso delle dita per calcolare, hanno effettuato senza errori oltre tre quarti dei compiti.

Sfatato il falso mito sul contare con le dita

Catherine Thevenot, professoressa di psicologia dello sviluppo all’università di Losanna, ha spiegato che l’idea di questo studio “è nata parlando con degli insegnanti elementari. Spesso mi chiedevano se dovessero incoraggiare o scoraggiare l’uso delle mani per risolvere semplici operazioni. La ricerca esistente non offriva però risposte chiare e spesso dovevo rispondere ‘non lo so’. Questo mi ha spinto a fare ricerca su questo tema in prima persona”.

I risultati dello studio hanno dimostrato che i bambini di cinque-sei anni hanno migliorato notevolmente le loro capacità di fare addizioni quando si sono aiutati con le dita diventando più bravi in matematica. In un precedente studio, l’esperta aveva già dimostrato che i bambini di questa età che fanno i conti con le dita sono più intelligenti e mostrano una migliore prestazione nel calcolo rispetto a quelli che non le usano. “Ci siamo quindi chiesti se fosse possibile insegnare ai fanciulli che non usano le dita a farlo per migliorare il loro rendimento”, ha detto.

“Quando ho visto i risultati per la prima volta, sono rimasta stupita dall’enorme aumento delle prestazioni dei bambini che inizialmente non avevano usato le dita per risolvere gli esercizi”, ha dichiarato a Keystone-ATS Catherine Thevenot.

Queste informazioni sono particolarmente importanti per gli insegnanti della scuola materna proprio per sfatare la credenza comune che nei bambini il contare aiutandosi con le dita sia un segnale di difficoltà in matematica. Ciò sarebbe vero solo per i piccoli a partire dagli otto anni, per quelli di età inferiore rappresenta invece un modo per sviluppare le proprie capacità intellettive e diventare più abili anche in futuro con la difficile materia della matematica.