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Crediti scolastici, cosa sono e come si ottengono

Crediti scolastici, cosa sono e come si ottengono

Si tratta di punteggi che si ottengono durante gli ultimi tre anni della scuola secondaria e che si andranno a sommare ai voti conseguiti nelle prove d’esame

Alessio Abbruzzese

Alessio Abbruzzese

GIORNALISTA

Nato e cresciuto a Roma, mi appassiono fin da piccolissimo al mondo classico e a quello sport, dicotomia che ancora oggi fa inevitabilmente parte della mia vita. Potete leggermi sulle pagine de Il cuoio sul Corriere dello Sport, e online sul sito del Guerin Sportivo. Mi interesso di numerosissime altre cose, ma di quelle di solito non scrivo.

Si avvicinano gli esami di maturità e in questo particolare periodo la maggior parte degli studenti, oltre all’intenso ripasso del programma delle principali materie del proprio indirizzo, si arrovella nel tentativo di prevedere quello che sarà il voto finale: il punteggio accumulato nelle due prove scritte e nel colloquio orale, infatti, si andrà a sommare ai crediti ottenuti nell’ultimo triennio. Ma vediamo nel dettaglio cosa sono e come si ottengono.

Cosa sono i crediti scolastici

Per “crediti scolastici” si intendono quei particolari punteggi ottenuti da tutti gli studenti – ad eccezione di quelli bocciati – alla fine di ognuno degli ultimi tre anni della scuola secondaria. Il sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito spiega nel dettaglio anche i criteri della loro assegnazione in base alle disposizioni vigenti per gli alunni regolarmente frequentanti l’ultimo anno delle superiori.

Come funzionano i crediti scolastici

Per l’attribuzione di tali crediti verranno valutati cinque fattori indicati dal Ministero. Si tratta nello specifico di:

– media dei voti di ogni anno scolastico;

– voto in condotta;

– partecipazione alle lezioni;

– assenze fatte;

– presenza o meno di debiti formativi.

Questi, ai fini del calcolo del voto finale, dovranno poi essere sommati ai punteggi conseguiti durante le prove di maturità. È importante sottolineare come, dalla riforma della Buona Scuola risalente al 2018/2019, non si potranno accumulare più di 40 crediti.

La differenza tra crediti scolastici e formativi

Oltre ai crediti scolastici esistono poi quelli formativi, che possono essere ottenuti mediante una serie di attività extra-scolastiche certificate e presentate al consiglio di classe e che – come i propri ‘cugini’ – saranno parte integrante della valutazione finale in sede d’esame. Questo genere di crediti si guadagnerà praticando:

– corsi di teatro, lingue straniere, informatica, musica e tutto ciò che viene proposto dall’istituto scolastico;

– primo soccorso e volontariato;

– attività di scout;

– sport.

Possono essere definiti come dei “punti in più”, ma va sottolineato come esista una fascia massima di oscillazione dettata dalla media scolastica e che, contestualmente, gli studenti dovranno presentare una richiesta scritta da consegnare in segreteria entro il mese di maggio. Inoltre, la partecipazione ad una o più delle suddette attività non assicura in automatico l’assegnazione di tali crediti: la decisione finale spetterà al Consiglio di classe, che effettuerà la valutazione:

– sulla base di indicazioni e parametri preventivamente individuati dal Collegio dei Docenti;

– al fine di assicurare omogeneità nelle decisioni dei vari Consigli di Classe;

– in relazione agli obiettivi formativi ed educativi propri dell’indirizzo di studi e dei corsi interessati.

Maturità 2023: come si calcola il voto finale

La recente Riforma Bianchi ha introdotto alcune modifiche in materia di crediti. Come detto, essi potranno assicurare un massimo di 40 punti di partenza, cui andranno sommati – fino a un massimo di 60 – quelli ottenuti nel corso delle prove d’esame. Va detto poi che il calcolo dei crediti scolastici è differente tra terzo, quarto e quinto anno di superiori. Vediamoli nel dettaglio.

I crediti assegnati in classe terza del percorso secondario di II grado sono in base alla media:

– pari a 6: credito conseguito 7-8;

– più di 6 e inferiore o uguale a 7: credito conseguito 8-9;

– maggiore di 7 e inferiore o uguale a 8: credito conseguito 9-10;

più di 8 e inferiore o uguale a 9: credito conseguito 10-11;

maggiore di 9 e inferiore o uguale a 10: credito conseguito 11-12.

Quelli assegnati in classe quarta del percorso secondario di II grado sono in base alla media:

– inferiore a 6: credito conseguito 6-7;

– uguale a 6: credito conseguito 8-9;

– maggiore di 6 e inferiore o uguale a 7: credito conseguito 9-10;

– più di 7 e inferiore o uguale a 8: credito conseguito 10-11;

– maggiore di 8 e inferiore o uguale a 9: credito conseguito 11-12;

– più di 9 e inferiore o uguale a 10: credito conseguito 12-13.

I crediti assegnati in classe quinta del percorso secondario di II grado e in sede di ammissione all’Esame di Stato 2023 sono in base alla media:

– inferiore a 6: credito conseguito 7-8;

– uguale a 6: credito conseguito 9-10;

– maggiore di 6 e inferiore o uguale a 7: credito conseguito 10-11;

– più di 7 e inferiore o uguale a 8: credito conseguito 11-12;

– maggiore a 8 e inferiore o uguale a 9: credito conseguito 13-14;

– più di 9 e inferiore o uguale a 10: credito conseguito 14-15.

Ricapitolando, i 40 crediti scolastici ottenibili nell’arco dell’ultimo triennio sono così suddivisi:

– un massimo di 12 punti al terzo anno;

– un massimo di 13 punti al quarto anno;

– un massimo di 15 punti al quinto anno.

Uno studente che si presenta agli Esami di Stato con 40 crediti scolastici potrà ambire alla valutazione finale di 100/100 ottenendo il massimo dei punti nelle tre prove della maturità, così suddivise:

prima prova (massimo 20 punti);

seconda prova (massimo 20 punti);

colloquio (massimo 20 punti).

I crediti per gli insegnanti

La Riforma Bianchi ha introdotto poi una tipologia di crediti che riguarda gli insegnanti e, in particolare, le norme di acquisizione. I principali riguardano:

– la formazione iniziale e l’accesso all’indeterminato tramite un percorso universitario ed accademico abilitante. Sarà necessario l’ottenimento di 60 crediti formativi, quindi si potrà accedere al concorso pubblico nazionale indetto con cadenza annuale. In caso di esito positivo, seguirà un periodo di prova;

– i percorsi di formazione, sia universitari che accademici, erogati da centri appositi. A questi si potrà accedere dopo il conseguimento della laurea o durante il percorso formativo;

– il tirocinio presso le scuole durante il periodo di formazione iniziale;

– la prova finale, pratica anziché teorica, tramite una lezione simulata che testerà le abilità d’insegnamento;

– la semplificazione del processo per ottenere l’abilitazione in determinate classi di concorso, tra cui il sostegno. Saranno necessari 30 crediti formativi, 10 dei quali ottenibili attraverso il tirocinio.

Inoltre, l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie di durata illimitata avverrà:

– dopo il periodo di prova, che si conclude dopo un anno: in caso di esito positivo l’insegnante sarà ufficialmente ammesso di ruolo;

– una prova scritta da svolgere in forma aperta (prima della riforma consisteva invece in una serie di domande chiuse);

– gli insegnanti immessi in ruolo avranno un vincolo di permanenza di almeno tre anni, nelle medesime classe di concorso e tipologia di posto.