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scrittura Fonte foto: 123rf

Disgrafia: cos'è e come riconoscerla

Tutto quel che c'è da sapere sulla disgrafia e sui metodi per correggerla.

Danila Franzone

Danila Franzone

ESPERTA DI EDUCAZIONE

Amante della scrittura a tutto tondo, lavoro da anni come web content editor e writer con un’attenzione particolare alla scuola, alla crescita personale e ai bambini con bisogni speciali. Nel tempo libero amo leggere libri di ogni genere e scrivere per progetti legati alla cucina e al benessere in tutte le sue forme.

La disgrafia rientra tra i disturbi tipici dell’apprendimento e tra i tanti è quella che riguarda il tratto grafico e alcuni deficit di tipo motorio che lo accompagnano. Si tratta, quindi, di un DSA vero e proprio e che, in quanto tale, può creare diversi disagi a chi ne soffre.

Motivo per cui si rivela particolarmente importante imparare a riconoscerla fin dai primi segnali e sapere come agire quando si presenta.

Disgrafia: cos’è e come riconoscerla

Come già accennato, la disgrafia fa parte dei così detti DSA. Ovvero quei disturbi dell’apprendimento che possono presentarsi in qualsiasi momento, ma che in genere vengono riconosciuti nei primi anni di scuola. La disgrafia in particolare riguarda dei problemi nel tratto grafico che può risultare compromesso in modo lieve, medio o grave. In presenza di questo disturbo la scrittura appare disordinata e scarsamente leggibile.

A differenza della disortografia (con la quale viene spesso confusa) la disgrafia rientra tra i disturbi non verbali e porta con sé problemi nella grafia e deficit motori. È infatti importante sapere che la scrittura è un mix di diversi componenti nei quali rientrano la coordinazione tra occhi e mani, la rapidità motoria, le capacità visuospaziali e le abilità motorie. È chiaro, quindi, che quando si ha un problema nello scrivere, queste abilità sono mancanti o carenti, portando a una difficoltà nell’apprendimento che, se non capita per tempo, può risultare nociva per lo studente.

Davanti a un bambino che ha difficoltà nello scrivere e che presenta, magari, anche altri problemi di tipo motorio, si rende quindi necessario rivolgersi a uno specialista. In questo modo sarà infatti possibile arrivare a un’eventuale diagnosi e agire per tempo in modo da non creare problemi di autostima e di apprendimento. È infine importante sottolineare che, in genere, la disgrafia viene riconosciuta e diagnosticata a partire dai sette anni di età e alla fine della seconda elementare.

I sintomi tipici della disgrafia

Per cogliere fin dall’inizio i segnali di una possibile disgrafia è molto importante imparare a riconoscerne i sintomi e quelli che, in molti casi, sono dei primi importantissimi segnali. Chi soffre di disgrafia, infatti, come già accennato non ha solo problemi nello scrivere male, ma anche altre difficoltà che una volta riconosciute possono aiutare a notare sempre di più il problema. Andando ai sintomi più comuni, questi sono:

  • Scrittura disordinata;
  • Difficoltà a seguire le righe quando si scrive;
  • Scrittura con lettere e parole disallineate;
  • Difficoltà nel copiare alla lavagna o nello scrivere sotto dettatura;
  • Scrittura con lettere di grandezza differenti o ravvicinate tra loro;
  • Difficoltà nell’eseguire i dettati e i compiti scritti;
  • Pressione eccessiva sul foglio;
  • Tratto interrotto;
  • Ricalco della scrittura;
  • Lentezza nello scrivere;
  • Impugnatura scorretta della penna;
  • Difficoltà nello svolgere i compiti a casa;
  • Mancanza di capacità organizzativa del materiale scolastico.

Questi sono i sintomi principali che possono far sospettare un problema di disgrafia che, ovviamente, non è presente solo perché si scrive male, ma solo se i sintomi tra quelli sopra riportati sono più di uno. Tra quelli così detti collaterali ci sono la difficoltà nell’allacciarsi le scarpe o nell’abbottonarsi i vestiti, la scarsa coordinazione tra occhi e mani e la difficoltà nello svolgere lavori semplici ma di organizzazione come quello di apparecchiare la tavola.

Come agire in caso di disgrafia

La prima cosa da tenere bene a mente è che la disgrafia non comporta un ritardo nello sviluppo ma è una neurodivergenza che, se ben trattata, consente di vivere una vita del tutto normale. Ciò che conta è non farne un problema e mettere a punto tutti gli aggiustamenti che servono per poter apprendere bene a scuola. Una volta informati, gli insegnanti possono infatti mettere a punto metodi di insegnamento personalizzati e dare più tempo ai test o nei compiti in classe.

Ogni bambino o ragazzo con disgrafia necessita infatti di avere un percorso di studio personalizzato in base alle problematiche. Secondo gli specialisti, un buon modo per agire è quello di mettere in atto un percorso in grado di correggere la disgrafia. Questo dovrebbe partire dalla scuola dell’infanzia (in caso di dubbi precoci) o dalle elementari e proseguire fino alla fine della scuola secondaria di secondo grado. Ogni percorso mira a intervenire su aree diverse che vanno da quella della percezione visuo spaziale a quella dell’organizzazione spazio temporale, passando per una rieducazione della postura e dell’impugnatura della penna. Ci sono poi tecniche correlate di rilassamento muscolare, di coordinazione e altre puntate sull’attenzione in generale.

Attraverso la pratica costante è infatti possibile correggere il modo di scrivere e andare a rivedere quegli errori che possono rallentare l’apprendimento. Si tratta di un percorso davvero indispensabile in quanto in grado, tra le altre cose, di rappacificare lo studente con la scrittura, riconsegnandogli il naturale piacere che si dovrebbe provare nello scrivere e nel disegnare e che a causa dei problemi sopra citati potrebbe venire a mancare, portando così ad un’insofferenza di fondo che è invece bene eliminare il prima possibile.

Aspetti legati alla disgrafia che è importante conoscere

Ora che abbiamo visto cos’è la disgrafia e quali sono i sintomi per riconoscerla prima del tempo è importante sapere che, esattamente come avviene per gli altri DSA, la disgrafia può presentarsi sia da sola che in comorbilità con altri disturbi. In altre parole è possibile che chi soffra di disgrafia abbia anche problemi di dislessia o di altro tipo.

Per questo motivo, una volta accertato il DSA è importante monitorare la situazione, la presenza di altri sintomi e cercare di cogliere quanto più possibile. Detto ciò, la disgrafia è un disturbo che con il giusto impegno può essere gestito e garantire un apprendimento nella norma e una vita del tutto normale. Ciò che conta è scegliere sempre la scuola e gli specialisti giusti. Ovvero quelli che siano in grado di far integrare il bambino o il ragazzo con DSA e che ne promuovano al contempo lo studio e la socializzazione. In questo modo, evitando di sentirsi diverso, lo studente non andrà incontro a problemi di disistimia che a volte sono quelli più gravi e difficili da superare.