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Educazione sanitaria a scuola: l'appello dei pediatri a Valditara Fonte foto: iStock

Educazione sanitaria a scuola: l'appello dei pediatri a Valditara

Perché la Società Italiana di Pediatria chiede al Ministro Valditara di inserire l’educazione sanitaria tra le priorità della riforma scolastica

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Contrastare l’aumento dei casi di obesità, stimolare i bambini a praticare attività sportiva e mangiare in modo equilibrato sono alcuni dei temi su cui i pediatri cercano continuamente di riportare l’attenzione. La Società Italiana dei Pediatri ha ora lanciato un appello al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara con la richiesta d’inserire l’educazione sanitaria tra le priorità della riforma scolastica. Secondo il presidente Rino Agostinelli, educare alla salute fin dall’infanzia è infatti essenziale per promuovere stili di vita sani e prevenire malattie croniche che rischiano di compromettere il benessere delle future generazioni e di pesare sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

La richiesta della Società Italiana di Pediatria

Nel comunicato diffuso dalla Società Italiana di Pediatria, Agostinelli spiega che “integrare la prevenzione nei programmi scolastici è fondamentale per costruire un futuro più sano. Insegnare ai bambini a fare scelte di vita salutari e a riconoscere i comportamenti che mettono a rischio la salute significa prepararli a essere cittadini consapevoli, ridurre i costi sanitari e, soprattutto, prevenire milioni di casi di malattie evitabili”. “Puntare sulla prevenzione nelle scuole – aggiunge – può contribuire a diminuire in modo significativo il peso delle malattie croniche, che oggi rappresentano una sfida cruciale per la sostenibilità del nostro sistema sanitario”.

La Sip riporta inoltre alcuni dati riguardo alla situazione in Italia. Le malattie come diabete, obesità e patologie cardiovascolari, strettamente legate agli stili di vita, rappresentano il 70% delle morti premature e assorbono la maggior parte delle risorse sanitarie. Eppure, circa il 60% di carico di queste malattie può essere ricondotto a fattori di rischio modificabili, proprio associati allo stile di vita, inteso come abitudini alimentari, consumo di alcol, entità dell’attività fisica. Molte di queste condizioni hanno radici in abitudini acquisite nell’infanzia e nell’adolescenza e si manifestano più avanti, in età adulta. Nonostante ciò, solo il 2% dei giovani sotto i 30 anni in Europa e Nord America adotta uno stile di vita realmente sano (ossia svolge attività fisica per almeno un’ora al giorno, consuma frutta e verdura quotidianamente, trascorre meno di 2 ore al giorno davanti agli schermi e si astiene da alcol e tabacco). Di fronte a questi dati allarmanti, la Società italiana dei Pediatri evidenzia come la prevenzione diventi un obbligo sociale.

Qual è la sfida urgente da affrontare

Secondo la Sip, la sfida più urgente da affrontare riguarda proprio l’obesità e gli stili di vita dei bambini italiani. Il nostro Paese si colloca al quarto posto in Europa per prevalenza di sovrappeso e obesità infantile, superato solo da Cipro, Grecia e Spagna. Nella fascia di età tra 7 e 9 anni, l’Italia è al secondo posto per prevalenza di obesità. Il dato preoccupante è legato soprattutto agli errati stili di vita: solo il 31% dei bambini italiani consuma quotidianamente verdure, e meno della metà (50%) mangia frutta fresca ogni giorno. Inoltre, il 67% dei bambini italiani tra 6 e 9 anni va a scuola in macchina, contro una media europea del 50%, abitudine che favorisce la sedentarietà. Non meno preoccupante è il fatto che 1 giovane su 4 non pratichi alcuna attività sportiva, che il 60% dei bambini abbia il primo cellulare tra i 10 e gli 11 anni, che il 20-25% dei giovani fumi e che l’uso delle sigarette elettroniche sia aumentato anche tra coloro che non avevano mai fumato.

Le cinque aree d’intervento per la salute

La Società Italiana dei Pediatri ha quindi lanciato una proposta riguardo all’introduzione dell’educazione sanitaria a scuola che si articola in cinque aree di intervento:

  • Alimentazione e stili di vita: promuovere una corretta alimentazione, ispirata ai principi della dieta mediterranea, e incentivare l’attività fisica regolare per contrastare la sedentarietà.
  • Vaccinazioni: combattere la disinformazione e promuovere la cultura delle vaccinazioni, con particolare attenzione agli adolescenti, la fascia più vulnerabile, dove le coperture vaccinali sono ben al di sotto degli obiettivi.
  • Comportamenti a rischio e dipendenze: prevenire l’abuso di alcol, fumo e l’uso delle sigarette elettroniche, già diffusi nella scuola secondaria di primo grado, oltre alle nuove dipendenze digitali, come gaming e social media.
  • Educazione alla natalità e fertilità: affrontare l’emergenza denatalità, educando i giovani sul rispetto dei tempi biologici e sul valore della fertilità, legata a comportamenti sani fin dall’infanzia.
  • Cittadinanza digitale: insegnare ai ragazzi l’uso consapevole delle tecnologie, con un focus sulla prevenzione del cyberbullismo e dei rischi per la salute mentale legati all’eccessiva esposizione ai dispositivi digitali.