Fuga da Infermieristica, domande inferiori a posti: è prima volta
La Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche ha pubblicato i dati sui test d'ammissione in 41 università pubbliche
Spesso si sente parlare della richiesta di infermieri nel campo sanitario, figure che scarseggiano e sono tra i lavori con più offerte di ricerca personale. Per quanto riguarda l’Università, invece, la situazione è al contrario. Solitamente sono tantissimi i giovani che provano a iscriversi a Infermieristica e a superare il test di ammissione. Almeno finora è stato così, i dati della Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche sull’anno accademico 2025/2026 mostrano uno scenario totalmente cambiato: ci sono più posti disponibili negli atenei di quanti siano i giovani che tentano di superare l’esame di accesso.
Quanti sono gli iscritti a infermieristica
I dati Fnopi, la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche, sui test di ammissione ai corsi di laurea in Infermieristica attivi in 41 atenei pubblici e previsti in tutta Italia hanno mostrato che il numero complessivo di domande non copre il numero di posti messi a bando.
Come riporta Il Corriere della Sera, se i posti a bando sono passati dai 10.614 del 2001 ai 20.699 attuali, di cui 290 di Infermieristica pediatrica, il numero delle domande è stato altalenante: dai picchi del 2010 alle circa 19mila attese quest’anno.
Il risultato dell’analisi mette in luce come la professione dell’infermiere abbia perso attrattiva per i giovani diplomati. A pesare su questa perdita di appeal sarebbero diversi fattori che vanno dagli stipendi troppo bassi ai turni ritenuti troppo stressanti fino alle poche prospettive di crescita.
Il progressivo aumento di posti, voluto da Regioni, Province autonome e Ordine professionale, non ha visto al contempo una crescita del numero di candidati.
La Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche ha sottolineato inoltre come nelle regioni del Meridione il rapporto tra domande e posti disponibili si attesti sul valore medio di 1,5.
Il caso Medicina
A tenere bassa la cifra sugli aspiranti studenti di Infermieristica è anche la Riforma di Medicina che, con il nuovo “semestre filtro“, fa sì che molti tentino prima di superare le prove per continuare il percorso accademico per diventare medico.
Si stima quindi che il numero di iscritti a Infermieristica possa crescere leggermente nell’anno accademico 2025/2026 dopo il primo semestre, quando una parte degli studenti rimasti fuori dalla graduatoria di Medicina, deciderà di spostarsi a Infermieristica.
Per questo motivo da Fnopi fanno sapere che “in questo delicato anno accademico sarà fondamentale analizzare, oltre il numero attuale dei partecipanti ai test, il numero finale di iscritti al primo anno di Infermieristica”.
Il ruolo delle retribuzioni sul caso Infermieristica
Sempre la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche ritiene che tra le cause principali che possono spiegare il calo delle iscrizioni ai test d’ammissione a Infermieristica ci c’è sicuramente da tenere in considerazione la mancanza di prospettive concrete di carriera.
Un ruolo cardine lo hanno anche le basse retribuzioni. Un infermiere con meno di 5 anni di esperienza guadagna in Italia tra i 27.000 e 35.000 euro lordi all’anno a fronte di carichi di lavoro eccessivi, della difficoltà di conciliare vita lavorativa e familiare, dello scarso riconoscimento sociale e delle limitazioni ancora forti dell’esercizio libero professionale.
Nonostante questo la Federazione ha spiegato come il numero complessivo di laureati in Infermieristica sia cresciuto negli anni: se nel 2004 erano 8.866, a distanza di vent’anni nel 2024, sono saliti a quota 11.404 (+28,6%), con una previsione a 14.500 nel 2027. Il problema è che questi numeri non bastano per sostituire i circa 25mila infermieri senior che, ogni anno, vanno in pensione