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Inquinamento nelle aule Fonte foto: iStock

Inquinamento nelle aule delle scuole elementari: parte l'indagine

L'Agenzia di tutela della salute (Ats) di Milano condurrà un'indagine sull'inquinamento nelle aule delle scuole elementari: ecco di cosa si tratta

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

È tutto pronto per l’indagine sull’inquinamento che sarà condotta dall’Ats di Milano nelle aule delle scuole elementari. L’obiettivo è quello di capire se l’aria respirata dai piccoli alunni negli ambienti scolastici è inquinata e, se sì, quanto.

Lo studio dell’Ats di Milano sull’inquinamento nelle scuole elementari

Capire se l’aria respirata dai bambini nelle scuole è inquinata e, in caso affermativo, se questa condizione influenzi o meno la loro salute, per esempio con la comparsa di raffreddore, asma e allergie. È questo l’intento dello studio dell’Agenzia di tutela della salute (Ats) di Milano, che sarà condotto per i prossimi 2 anni e che coinvolgerà 120 classi di 40 istituti scolastici e 2.400 studenti delle scuole elementari, dalla prima alla quarta, sparse in Lombardia ma anche altre in altre regioni (Toscana, Marche, Puglia e Sicilia).

Il progetto della Ats di Milano, come riportato da ‘La Repubblica’, è finanziato con fondi del Pnc, il Piano nazionale complementare del Pnrr, per un totale di 2,1 milioni di euro.

Come anticipato, l’obiettivo della ricerca è quello di rilevare i livelli di inquinamento ambientale nell’aria all’interno delle strutture scolastiche. Edifici che, nella maggior parte dei casi, non sono nuovi e che si trovano in zone altamente urbanizzate, a massimo 100 metri da arterie stradali molto trafficate.

I livelli di inquinamento saranno rilevati in tutte le aule campione dell’indagine a partire dall’autunno 2024. Dopo di che, solo nella metà delle classi, saranno installati dei depuratori d’aria, per effettuare un confronto, mentre gli esperti continueranno la loro attività di monitoraggio. Alla fine delle rilevazioni, saranno fatte tutte le dovute valutazioni per capire in che modo l’aria è stata purificata e se questo ha influito sulla comparsa o meno di sindromi respiratorie o allergie nei piccoli studenti.

Come funziona lo studio dell’Ats

Sonia Vitaliti, dirigente chimico e responsabile del Laboratorio di prevenzione dell’Ats di Milano, ha spiegato a ‘La Repubblica’ come funzionerà lo studio che verrà effettuato nelle scuole elementari.

“Il punto di partenza è la cosiddetta sindrome dell’edificio malato — ha detto — a causa della quale gli inquinanti tendono a concentrarsi all’interno degli spazi chiusi, nei quali non è possibile areare”. Come spiegato dalla responsabile del Laboratorio di prevenzione dell’Ats milanese, infatti, i bambini sono un “buon target” per questo tipo di studio “poiché vivono per diverse ore al giorno in ambienti, quali quelli scolastici, che spesso non sono molto moderni, poiché realizzati diversi decenni fa con criteri meno rispondenti ai parametri attuali”.

L’obiettivo della ricerca è capire “se la qualità dell’aria migliora oppure no con i depuratori, il cui utilizzo nelle scuole è stato incentivato da un dpcm del 2022”. Per le rilevazioni, i ricercatori partiranno “da un punto zero, ovvero lo stato di fatto dell’aria interna alle aule scolastiche”.

Vitaliti ha specificato che dall’Ats verrà svolto un monitoraggio “sia dal punto di vista microbiologico e chimico, sia dal punto di vista sanitario” per verificare “lo stato di salute dei bambini nei 2 anni durante i quali sarà condotto lo studio, con questionari e misurazioni dell’espirato”.

I dati saranno poi riuniti in un database e sarà realizzato un sito internet. “Vogliamo anche coinvolgere le famiglie con momenti di formazione e informazione” ha concluso Sonia Vitaliti.