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Maturità 2025, scatta l'allarme nelle scuole del sud Fonte foto: iStock

Maturità 2025, allarme nelle scuole del Sud: cosa sta succedendo

Le scuole nelle regioni del Sud Italia chiedono interventi per l'installazione di sistemi di climatizzazione negli edifici scolastici

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

In vista di un aumento delle temperature, in alcune scuole è scattato l’allarme per la Maturità 2025. Diversi edifici non dispongono di un sistema di climatizzazione, ciò significa che docenti e studenti dovranno stare in aule molto calde, con conseguenze in particolare sui più giovani che oltre alla tensione per le prove da affrontare dovranno anche sopportare l’afa all’interno della scuola.

La richiesta delle scuole del Sud per la Maturità 2025

A segnalare l’allarme sulle alte temperature è il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani che ha lanciato un appello urgente al ministro Valditara proprio per fronteggiare l’emergenza caldo che si abbatterà sulle scuole durante gli Esami di Stato.

A seguito delle previsioni meteorologiche che annunciano temperature estremamente elevate, soprattutto nelle regioni del Sud Italia, l’organizzazione presieduta da Romano Pesavento chiede l’attivazione immediata di un piano infrastrutturale nazionale per l’installazione di sistemi di climatizzazione negli edifici scolastici.

La richiesta arriva in vista dell’imminente avvio delle prove dell’esame di Maturità 2025, quando migliaia di studenti e docenti dovranno affrontare giornate caratterizzate da un notevole carico emotivo e psicofisico.

La proposta della CNDUU

Il Coordinamento ha denunciato una situazione definita “inaccettabile” per un Paese moderno come l’Italia. Polemiche ci sono state anche in inverno con diverse scuole rimaste senza riscaldamento. “È inaccettabile che migliaia di studenti e docenti debbano affrontare prove determinanti in condizioni ambientali al limite della sostenibilità“, è il commento del CNDUU.

Come segnala l’organizzazione, il caldo torrido durante gli esami rappresenta un ulteriore fattore di rischio per la salute e la serenità di tutti i soggetti coinvolti, con particolare attenzione alle persone fragili o affette da patologie croniche. Nell’appello si sottolinea come il diritto allo studio e il diritto al lavoro in un ambiente salubre siano tutelati dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali sui diritti umani. “Garantire ambienti scolastici adeguatamente climatizzati non è un lusso, ma una necessità impellente e un dovere istituzionale“, si legge nel documento.

La CNDUU ha realizzato anche una proposta in quattro punti inviata al ministro Valditara.

La prima richiesta riguarda l’attivazione immediata di una task force ministeriale per monitorare le criticità legate al caldo nelle scuole sede d’esame.

Poi si chiede l’adozione già per il 2025 di un piano nazionale di adeguamento climatico degli edifici scolastici, con priorità per quelli situati nelle aree climaticamente più esposte.

Il terzo intervento dovrebbe consistere nell’erogazione di fondi straordinari per l’acquisto e l’installazione di impianti di climatizzazione portatili o fissi nelle scuole secondarie di secondo grado.

Infine, la predisposizione di protocolli di tutela della salute per studenti e personale scolastico durante eventi climatici estremi.

Cosa dice la normativa sulle temperature nelle scuole

Attualmente il DLGS 81/2008 non stabilisce valori precisi per la temperatura nelle scuole, limitandosi a rimandare a fonti tecniche complesse che devono essere adattate caso per caso all’ambiente scolastico, e il Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro affronta il tema solo in termini generali.

Alcune regioni hanno tentato di colmare il vuoto normativo autonomamente, per esempio il Veneto, con la Delibera n. 1887 del 1997, ha stabilito specifici limiti di temperatura e umidità per i luoghi di lavoro, creando un precedente nel panorama legislativo.

Per gli ambienti scolastici, il riferimento principale rimane la Legge 23/1996 e le norme tecniche UNI EN ISO 7726 e 7730 che definiscono i parametri per il comfort termico.

Secondo lo studio “Sicurezza e Benessere nelle scuole” dell’INAIL, la temperatura ideale per le attività didattiche dovrebbe rientrare tra i 19°C e i 22°C in inverno e i 24°C e i 26°C in estate, con un’umidità relativa rispettivamente del 40-50% e 50-60%.

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