
Maturità 2025, come andava svolta la traccia su Borsellino
Paolo Borsellino era tra le tracce della Maturità 2025 con "I giovani, la mia speranza": scopri la riflessione dell'esperto per lo svolgimento del tem
C’è anche Paolo Borsellino, magistrato italiano diventato simbolo della lotta dello Stato contro la mafia, tra i protagonisti delle tracce della Maturità 2025. Il testo proposto è tratto da "I giovani, la mia speranza", un messaggio di fiducia e responsabilità, che sottolinea come la cultura della legalità sia un valido antidoto contro la diffusione della mentalità mafiosa.
Ecco come andava svolta la traccia su Paolo Borsellino.
- Il testo tratto da "I giovani, la mia speranza" di Borsellino
- Cosa chiedeva la traccia su Paolo Borsellino
- La riflessione dell'esperto sulla traccia su Paolo Borsellino
Il testo tratto da "I giovani, la mia speranza" di Borsellino
Ecco il testo tratto da "I giovani, la mia speranza" di Paolo Borsellino sottoposto nella tipologia C, ovvero il tema di attualità (qui trovi tutte le tracce della Maturità 2025).
"Sono nato a Palermo e qui ho svolto la mia attività di magistrato. Palermo è una città che a poco a poco, negli anni, ha finito per perdere pressoché totalmente la propria identità, nel senso che gli abitanti di questa città, o la maggior parte di essi, hanno finito per non riconoscersi più come appartenenti a una comunità che ha esigenze e valori uguali per tutti. […] Sono stato più volte portato a considerare quali sono gli interessi e i ragionamenti dei miei tre figli, oggi tutti sui vent’anni, rispetto a quello che era il mio modo di pensare e di guardarmi intorno quando avevo quindici-sedici anni. A quell’età io vivevo nell’assoluta indifferenza del fenomeno mafioso, che allora era grave quanto oggi. […] Invece i ragazzi di oggi (per questo citavo i miei figli) sono perfettamente coscienti del gravissimo problema col quale noi conviviamo. E questa è la ragione per la quale, allorché mi si domanda qual è il mio atteggiamento, se cioè ci sono motivi di speranza nei confronti del futuro, io mi dichiaro sempre ottimista. E mi dichiaro ottimista nonostante gli esiti giudiziari tutto sommato non soddisfacenti del grosso lavoro che si è fatto. E mi dichiaro ottimista anche se so che oggi la mafia è estremamente potente, perché sono convinto che uno dei maggiori punti di forza dell’organizzazione mafiosa è il consenso. È il consenso che circonda queste organizzazioni che le contraddistingue da qualsiasi altra organizzazione criminale. Se i giovani oggi cominciano a crescere e a diventare adulti, non trovando naturale dare alla mafia questo consenso e ritenere che con essa si possa vivere, certo non vinceremo tra due-tre anni. Ma credo che, se questo atteggiamento dei giovani viene alimentato e incoraggiato, non sarà possibile per le organizzazioni mafiose, quando saranno questi giovani a regolare la società, trovare quel consenso che purtroppo la mia generazione diede e dà in misura notevolissima. È questo mi fa essere ottimista".
Cosa chiedeva la traccia su Paolo Borsellino
Ecco la traccia del MIM per il tema di attualità legato al messaggio di Paolo Borsellino: "Rifletti, alla luce delle tue esperienze come studente e come cittadino, sul significato profondo di questo messaggio del giudice Paolo Borsellino (1940-1992) e sul valore che esso può avere per i giovani, in particolare per quelli della tua generazione. Puoi articolare il tuo elaborato in paragrafi opportunamente titolati e presentarlo con un titolo complessivo che ne esprima sinteticamente il contenuto".
La riflessione dell’esperto sulla traccia su Paolo Borsellino
Il magistrato, figura simbolo della lotta alla mafia, morto il 19 luglio 1992 per mano di un attentato mafioso a Palermo, affida con questo testo un messaggio di fiducia alle nuove generazioni, sottolineando come la cultura della legalità rappresenti il modo migliore per la lotta alla diffusione della mentalità mafiosa.
"L’uomo diventa eroe perché conosce la paura", ha commentato Marco Buticchi, scrittore, che ha analizzato la traccia su Borsellino. Come riportato dal Quotidiano Nazionale, secondo Buticchi Paolo Borsellino e Giovanni Falcone avevano sicuramente "la netta percezione del pericolo che correvano contrastando l’organizzazione mafiosa mondiale", ma hanno comunque deciso di farlo "sacrificando la libertà tra scorte armate, spostamenti blindati, alloggi sicuri" e poi morendo "in attentati dall’enorme potere intimidatorio".
A questo punto si è chiesto il perché, "chi glielo ha fatto fare". La vera risposta sta nella fiducia riposta in coloro che verranno dopo.
Non solo "senso della giustizia e dello stato, rettitudine e correttezza morale", il messaggio di Borsellino è rivolto ai giovani: "Tutti si vive per lasciare, altrimenti che senso avrebbe la vita stessa?", ha proseguito lo scrittore.
Borsellino e Falcone, "lasciano l’esempio di combattere in nome di un’idea, di lottare perché chi verrà trovi ostacoli meno insormontabili lungo il proprio cammino. Lasciano ai giovani la fiducia in chi si è battuto per il loro diritto più elementare: quello di vivere un’esistenza libera dalle costrizioni dei prepotenti, dei disonesti, degli assassini", ha aggiunto.
Secondo Buticchi, i giovani apprendono i valori che gli adulti sono capaci di trasmettere loro. "Il martirio di due eroi consegna all’avvenire di tutti una luce abbagliante di speranza. Quella stessa speranza che nutrivano Borsellino e Falcone di liberare il mondo dal cancro della mafia. Un desiderio condiviso sino all’estremo sacrificio. A chi verrà il compito di non far mai spegnere quella luce", ha concluso l’esperto Marco Buticchi.